venerdì 31 agosto 2012

Bashō: l'acqua del sentimento ha il sapore di mille fiumi


Nonostante il freddo,
dormire in due
è un conforto













Bashō Matsuo è stato il più grande compositore di haiku, forma poetica composta da 5-7-5 sillabe. Appartenne all'epoca Edo, nacque nel 1644 vicino Ueno (nel Kansai) e morì nel 1694. Apparteneva a una famiglia di samurai, e fu proprio presso il suo signore che trovò la prima occasione di pubblicare i suoi componimenti.
La stella di Bashō è luminosa non solo in madrepatria, dove ha avuto ammirazione e successo specialmente tra il XVIII e il XIX secolo, ma anche in Occidente, essendo autore noto e riconosciuto a livello internazionale.
Vi è mai capitato di trovare i suoi componimenti in una antologia?

mercoledì 29 agosto 2012

Battleship: esplosioni, acqua e mecha e... l'ho detto acqua?

La biondina GilgAdmin guida, la rossa IskAdmin
fa sfoggio di tutta la sua meravigliosa favolosità,
e tutti ci divertiamo! <3

Amiche e amici di Dita d'Inchiostro,
diamo il benvenuto a Nemesi, che ci ha mandato la sua prima recensione!
Mentre attendevamo che Destino 
si districasse dai territori selvaggi 
in cui è andato vacanzando,
la Nemesi ci raggiunge ed entra nel Club.
Anche lei ha pensato a noi dai suoi impervi luoghi di ristoro estivo e,
superate mille difficoltà e aspri impedimenti, ci ha mandato 
con tanto amore questa recensione, in attesa di tornare in possesso
del proprio PC casalingo, da cui siamo certi che saprà tirare fuori le più dolci delizie.


Accogliete questa recensione come il messaggio in una bottiglia, perché... 
lo è stato davvero! XD
Con tanto amore vi abbracciamo,

Dita d'Inchiostro.



Stasera, tra sgomitazzate, calci e risolini inopportuni (eh sì, perché ormai in sala non bisogna più preoccuparsi dei bimbi "troppo piccoli per il film", ma dei teen che si siedono accanto alla vostra ignara reviewer!), ho avuto il piacere di guardare Battleship.

Battleship è uno di quei film che risultano facilmente inquadrabili già da trailer e cartellone: un blockbuster estivo, una pellicola piena di effetti speciali di altissima tecnologia; una esplosione di luci, suoni e colori che si susseguono in un caleidoscopio mozzafiato. 
Il segreto per godere appieno questo film è quello di avvicinarglisi nella giusta ottica: aspettatevi adrenalina, stupore, scintillii metallici e distruzione, ma non sedetevi in sala aspettandovi Guerra e Pace, o, per rimanere nel filone sci-fi, uno dei primi Star Wars
Ossia non aspettatevi un film di intrighi politici, annose guerre, imperi distrutti, antichi ordini di cavalieri stellari - un film, insomma, con parecchie sottotrame ed un affascinante passato che sostiene e promuove la vicenda.

Questo non per dire che Battleship manchi di un filo logico: affatto. Gli eventi si svolgono in maniera fluida, e la breve backstory che ci viene offerta all'inizio è solida, senza buchi, e spiega il perché ed il percome di questo ennesimo attacco alla Terra... oltre che a farci affezionare di impulso al protagonista.

sabato 25 agosto 2012

Ensel e Krete - Una storia di Zamonia

Eccoci finalmente al secondo appuntamento con la Biblioteca dei Ragazzi. Oggi parleremo come promesso di Ensel e Krete, secondo libro della serie di Zamonia di Walter Moers. Anzi, per dirla nel modo corretto:

Ensel e Krete

Una storia di Zamonia narrata da
Ildefonso de' Sventramitis
Tradotta dallo zamonico, illustrata
e corredata da mezza biografia dell'autore da

Walter Moers

Con delucidazioni tratte dal
Dizionario enciclopedico dei portenti,
degli organismi e dei fenomeni
bisognosi di spiegazione di Zamonia e dintorni
del Prof. Dott. Abdul Noctambulotti

Trama. Sono passati alcuni secoli dalle vicende narrate ne Le tredici vite e mezzo del Capitano Orso Blu. Gli orsi colorati (particolare razza di orsi zamonici dove nessuno ha la pelliccia di un colore uguale ad un altro) vivono in pace nella Grande Foresta, guadagnandosi da vivere con il turismo. Ma non tutte le zone della foresta sono sicure; molte rimangono oscure e inesplorate. Per questo i turisti vengono incoraggiati a seguire i percorsi segnati e a non inoltrarsi nella boscaglia. Agli occhi di un bambino, condannato a raccogliere funghi tutti i giorni senza poter vivere alcuna avventura, tutto questo appare molto noioso.

Ensel e sua sorella gemella Krete.
"La natura se ne infischia altamente delle tragedie che avvengono nel
suo mondo. Nessun albero si è mai indignato se hanno impiccato
qualcuno ai suoi rami. Non un filo d'erba dei campi di battaglia ha
pianto una sola lacrima sui caduti..."
Per questo Ensel decide di inoltrarsi nella grande foresta: solo un po', per trovare un albero adatto da scalare, poi sarebbe tornato subito indietro. Convince anche la scettica sorella gemella, Krete, a seguirlo. I due inevitabilmente si perderanno nel bosco. Ad attenderli, pericoli di ogni sorta e anche una misteriosa strega che vive in una casa nel profondo della foresta...


venerdì 24 agosto 2012

Ma gli androidi sognano pecore elettriche?


Non è facile recensire un libro come Ma gli androidi sognano pecore elettriche?, né approcciarsi al suo autore, Philip K. Dick. Ho preso in mano questo libro quasi per caso, dopo anni di ingiusto esilio nella pila dei libri nuovi, istigata da una malefica coinquilina (ti voglio bene, dear) che mi ha indirettamente spronata ad affrontare seriamente il genere fantascientifico. Voltata l'ultima pagina, ci ho messo molto tempo ad elaborare ciò che questa storia mi ha lasciato dentro e forse non ci sono ancora riuscita del tutto. Quindi questa recensione su Dita D'Inchiostro è un po' un atto di egoismo, essendo scritta principalmente per schiarirmi le idee. Per affrontare nel dettaglio ciò che Ma gli androidi è e rappresenta, contrariamente al mio credo, dovrò ricorrere a numerosi spoiler anche pesanti. Li segnalerò puntualmente, non temete. Ricordate inoltre che questa recensione contiene le mie personali conclusioni sull'opera, che non mi sento di presentare come assolute: è un libro sfuggente e aperto a svariate interpretazioni, non oserei mai dichiarare questa l'unica e incontrovertibile verità (quindi liberissimi di contraddirmi).

Il libro non è il più importante o significativo della bibliografia di Dick, ma sicuramente uno dei più conosciuti per la trasposizione cinematografica, quel bellissimo capolavoro che tutti conosciamo come Blade Runner (e se non lo conoscete smettete di leggere, spegnete il pc e andate a farvi una dannata cultura). Puntualizziamo subito che libro e film sono due opere molto diverse, entrambe bellissime ma profondamente distanti nei concetti e nell'ideologia. Ne parleremo in seguito, anche se Blade Runner merita una recensione a parte.

Nota: come ogni capolavoro che si rispetti, in Italia ha avuto una vita editoriale travagliata, specialmente per il titolo. Pubblicato inizialmente come Il cacciatore di androidi, a seguito dell'uscita del film è stato riproposto come Blade Runner e infine nel 2000 Fanucci gli ha restituito il suo (bellissimo) titolo originale: Ma gli androidi sognano pecore elettriche?. L'edizione della Fanucci, rilegata con sovracopertina, presenta una buona qualità della carta con poca trasparenza ed è davvero piacevole da tenere in mano e sfogliare. Ottimo lavoro!

La trama. Nel 1992 l'ennesima guerra mondiale ha definitivamente distrutto il pianeta. Uno strato di polvere radioattiva ricopre ogni cosa, colorando di grigio il mondo e condannando all'estinzione la quasi totalità degli animali. Gli esseri umani direttamente colpiti muoiono o subiscono menomazioni mentali. Nessuno si ricorda più come o perché sia scoppiato il conflitto, e neanche importa: dopo la firma della pace, la principale preoccupazione della razza umana è quella di fuggire dalla Terra, emigrare lontano da quel luogo senza prospettive dove gli esseri umani sono destinati a morire o a perdere le facoltà mentali. Il Governo incoraggia gli ultimi abitanti del pianeta ad emigrare verso Marte, sponsorizzandolo come il luogo di rinascita della società umana. Emigrate o Degenerate! Come “premio”, dato che Marte è un pianeta tutt'altro che facile in cui vivere, il Governo regala un androide ad ogni emigrante: una perfetta replica di un essere umano, uno schiavo senza volontà propria.

mercoledì 22 agosto 2012

La spada spezzata: un gioiello rosso sangue e furia


Sapevo che La spada spezzata aveva ottime possibilità di intrigarmi: mondo e mitologia norreni (li sentite gli ululati?, i ghiacciai?, il cozzare delle spade?, lo sciabordìo dell'onda contro i legni?, il canto dello scaldo?), uno scrittore americano con gli attributi, Nord Europa e Faerie.
Non ha deluso, neanche un po': una storia dalle leve perfette e funzionali; una caratterizzazione dei personaggi impregnata fino al midollo delle atmosfere dell' Edda poetica, immersa in ambientazioni che riescono a essere ancora più evocative e puntuali. Se amate un viaggio per le epoche storiche e mitiche, La spada spezzata fa sicuramente per voi!
È un libro che parte molto bene, continua meglio e si chiude con coerenza. Ma, soprattutto, è uno di quei libri capaci di seguire un filo e lasciar intravedere molto altro, un intero mondo, tanto da rimpiangere seriamente che duri solo 300 pagine. Viene scritto e pubblicato nel 1954, rivisitato nel 1971 da Anderson (che scrive una Prefazione per l'occasione).
Una storia in cui proprio non manca la ferocia, per un mondo in cui la violenza era cosa così comune che, pur nelle svariate occasioni in cui ricorre, non si percepisce nessuna morbosità o forzatura da parte dell'autore. Un libro sicuramente impetuoso, una lettura totalizzante, al punto che, sempre di Poul Anderson, leggeremo presto anche Tre cuori e tre leoni (recensiremo sicuramente anche lui). 
Lo stesso Anderson, nella prefazione, scrive che un se stesso molto giovane "dipinse elfi e Asi come esseri amorali, totalmente spietati quando qualcuno li contrariava, in conformità a quanto possiamo leggere nelle Edda e nelle varie saghe". Un romanzo fantasy che viene considerato da Anderson un episodio della propria carriera di scrittore, significativo e particolare, sebbene lui, al momento della prefazione, si riconoscesse più nello spirito di Tre cuori e tre leoni.
Infatti, La spada spezzata, per quanto possieda il fascino del sangue e della tragedia, lascia nel lettore un profondo sentimento di malinconia. Non negativa, certo, ma il mondo dipinto da Anderson è coerente fino in fondo con se stesso: dopotutto, è un cosmo destinato a finire con un crepuscolo degli dèi.
In questo, che ruolo, che peso, che possibilità possono avere mai gli elfi e, tantomeno, gli uomini? Vedremo che la risposta è estremamente complessa.
Ringrazio gli appartenenti al gruppo facebook del fantastico/meraviglioso/imperdibile sito Bifrost - Viaggio nel Paese dei Miti e delle Leggende, senza i quali non avrei avuto occasione di segnarmi alcuni titoli estremamente interessanti, tra cui La spada spezzata.

domenica 19 agosto 2012

Il libro dei chakra: alla scoperta di corpo, emozioni e dolcezza


Questa domenica parliamo di un libro che abbiamo avuto modo di leggere e rileggere più volte, e che consultiamo di tanto in tanto, sempre con molto piacere. La domenica è un momento di svago ma anche (almeno uno ci spera sempre) di pausa e relax... Vogliamo ricordarci che il benessere coinvolge e abbraccia tutta la nostra persona, cuore e mente e spirito, così oggi parliamo de Il libro dei chakra.
Prima di dire "non fa per me", sentite questo: è scritto da una psicologa americana. Ma come? Sìsì!
È un testo a metà tra Occidente e Oriente, che intreccia un'impostazione psicologica con la visione spirituale e le tecniche corporee dell'Oriente. Viene scritto da Anodea Judith (qui la sua paginafacebook) nel 1996, si presenta come un bel volume di 500 pagine, ma lo stile e il carattere dell'autrice lo rendono estremamente semplice e accattivante.


venerdì 17 agosto 2012

La leggenda di Hikari: l'amore per la ginnastica ritmica.


Per la seconda recensione di Dita D'Inchiostro nel campo dei manga oggi tratteremo di una serie un po' vecchia: Hikari no Densetsu, meglio conosciuta in Italia come La leggenda di Hikari o Hilary la ginnasta. Serializzato sulla rivista Margaret dal 1985 al 1988, il manga è arrivato da noi in Italia solo nel 2003 grazie a Star Comics (che dalla distribuzione nelle edicole e fumetterie per i primi otto volumi ha deciso di limitarsi alle seconde per l'altra metà della serie. Grazie tante, Star Comics.) In Italia la fama della serie si deve principalmente alla serie animata, andata in onda nel 1988. (Paradossalmente mentre in Giappone il manga vendeva benissimo, la serie animata è stata precocemente chiusa per gli scarsi ascolti. Da noi è successo l'esatto opposto!)

Negli anni '80 e i primi anni '90 spopolavano gli spokon, cioé i manga e sopratutto gli anime a carattere sportivo come Attack No. 1 (Mimì e la nazionale di pallavolo), Attacker You! (Mila e Shiro), e Ashita no Joe (Rocky Joe) solo per citarne alcuni. Lo sport rappresentato nei manga in quegli anni era figlio dei suoi tempi: il Giappone si andava riprendendo dagli effetti devastanti del secondo dopoguerra e rialzava la testa sul piano internazionale. Intere generazioni avevano vissuto sulla propria pelle tremende umiliazioni e difficoltà economiche, ma il momento della rinascita si avvicinava: il 1989 sarebbe stato l'anno del grande boom economico che avrebbe cambiato il volto del paese.

Per rappresentare questo momento niente era più efficace di un manga sportivo, dove lo sport era inteso come sacrificio e sofferenza in vista di un riscatto finale: un campionato nazionale, mondiale o l'ingresso alle Olimpiadi. Anche nei giochi di squadra come la pallavolo o il baseball protagonista era sempre un individuo, ragazza o ragazzo, che affrontava volontariamente allenamenti impossibili ed estenuanti. Nonostante ciò subiva cocenti sconfitte, da cui però riusciva sempre a riprendersi. Il suo sogno era quello di indossare i colori del proprio paese e arrivare alle competizioni internazionali. Era insomma la storia di una lotta individuale che rappresentava, idealmente, il riscatto di un intero paese.

La leggenda di Hikari si differenzia leggermente da questo tipo di manga, principalmente per il tipo di sport che rappresenta. Nel 1984 la ginnastica ritmica aveva ottenuto ufficialmente il dovuto riconoscimento ed era entrata a far parte di diritto della rosa degli sport olimpici. Dopo le Olimpiadi di Los Angeles del 1984 la ritmica iniziò a godere di un'improvvisa e fulminante popolarità, e nel 1985 “cavalcando l'onda” Izumi Aso, ex ginnasta, iniziò la serializzazione di Hikari.

mercoledì 15 agosto 2012

Elizabeth. The Golden Age.


 Nove anni dopo Elizabeth (1998), il regista Shekhar Kapur, Cate Blanchett e Geoffrey Rush tornano nell'Inghilterra elisabettiana con questo secondo film. La trama del film segue due linee principali: quella "privata" relativa sul triangolo amoroso tra la regina Elisabetta, Sir Walter Rayleigh e Bess Throckmorton, dama di compagnia della regina, e quella "politica" che invece riguarda gli intrighi e i complotti contro la regina, che porteranno alla guerra contro la Spagna. Il tutto è incentrato sula figura di Elisabetta, magistralmente interpretata da Cate Blanchett.


domenica 12 agosto 2012

Tsuritama: anatre, alieni e l'amicizia dipinta con colori vivaci.


Tsuritama è sicuramente l'anime più particolare della stagione primaverile 2012, almeno per quanto riguarda l'aspetto grafico. La trama. Yuki Sanada è uno studente delle scuole superiori e vive assieme alla nonna Kate. A causa del lavoro di quest'ultima i due sono costretti a trasferirsi continuamente, e così Yuki non riesce a stringere nessuna vera amicizia. Ciò lo porta a sviluppare un complesso verso le relazioni sociali e quando qualcuno gli presta attenzione o si rivolge a lui, Yuki non riesce a far altro che rimanere in silenzio e innervosirsi. Molti fraintendono questo atteggiamento, anche a causa della mimica del suo volto: quando è nervoso, somiglia in tutto e per tutto ad una faccia terribilmente arrabbiata. Così la gente finisce per tenerlo a distanza, riducendo drasticamente le sue chance di stringere amicizia con qualcuno. Persa ogni fiducia nelle altre persone, arrabbiato con il mondo ma sopratutto con se stesso, Yuki spera di trovare la normalità sull'isola di Enoshima.

Ma le cose per lui non migliorano affatto. Il primo giorno di scuola incontra Haru, un misterioso ragazzo biondo che dichiara di essere un alieno. Yuki ovviamente non gli crede, ma qualcosa di strano in Haru c'è sicuramente: il ragazzino è infatti in grado di controllare la volontà delle persone sparandogli addosso con la sua pistola ad acqua. Con questo sistema Haru ipnotizza Yuki, e lo costringe a ballare assieme a lui davanti alla classe la danza di Enoshima, un popolare ballo locale, scatenando le allegre risate dei nuovi compagni. Sconvolto e imbarazzato da questa figuraccia (e dire che aveva sperato di cominciare la sua vita nella nuova scuola in modo pacifico e anonimo!), Yuki torna a casa e scopre che Haru, con il beneplacito della nonna, ha iniziato a vivere assieme a loro.

"Non puoi prendere dei pesci se non vai a pescare, e non puoi farti degli
 amici se non ci provi nemmeno.
"
Haru è giunto sulla terra assieme alla sorella Coco per adempiere ad una missione: pescare una misteriosa e pericolosa creatura dal mare di Enoshima. L'unico problema: né Haru né Coco sanno pescare! Così il biondo decide che sarà Yuki a pescare al posto suo. Il rosso non ha alcuna intenzione di imparare, ma quando c'è di mezzo Haru (e la sua pistola ad acqua) non c'è molta scelta. I due si rivolgono quindi a Natsuki Usami, un loro compagno di classe scorbutico con tutti tranne che con la sorellina minore. Natsuki è soprannominato il principe pescatore in quanto ha partecipato a molte gare nazionali di pesca con ottimi risultati. Il ragazzo non ha molta voglia di insegnare ai due, che considera stupidi e superficiali, ma verrà “tradito” dalla sua stessa passione per la pesca.

In ordine di apparizione: Yuki Sanada, Haru, Natsuki Usami e Akira Agarkar Yamada :D
L'arrivo di Haru sulla terra non è però passato inosservato. Sulle sue tracce c'è la Duck, una misteriosa organizzazione di Men in Black con turbanti indiani che si occupa di sorvegliare l'attività aliena sul pianeta. Viene dunque mandata ad Enoshima una squadra della Duck capeggiata da Akira Agarkar Yamada, un ragazzo indiano di 25 anni che assieme alla fedele anatra Tapioca riesce ad infiltrarsi nel gruppo di amici. Yamada nutre molti timori per la presenza di Haru sulla terra e sopratutto sulla misteriosa creatura che si nasconde sotto il mare. Recentemente molte navi di pescatori sono state coinvolte in strani incidenti o  hanno perso il controllo perché... i marinai erano troppo impegnati a ballare la danza di Enoshima!!


venerdì 10 agosto 2012

Sherlock Holmes: la BBC è senza fondo e la amiamo con passione.


Dedico questa recensione a 
Rika che ha tanto insistito
per farmi vedere 
Sherlock Holmes  
by BBC.
Grazie poi a Zia Mel 
per le  piccole consulenze.
... Questa è la recensione 
di una fan.


Sir Arthur Conan Doyle avrebbe voluto liberarsi di Sherlock Holmes. Era divenuto uno scrittore famoso, grazie a questo detective straordinario. Troppo invadente, anche per il suo autore, che avrebbe voluto essere apprezzato anche per altre opere. Un talento straordinario e una intelligenza non comune, quella di Doyle, che riuscì a mettere insieme elementi di altissimo livello culturale con un intreccio narrativo travolgente. Arrivò al punto di volersi liberare di Sherlock offrendogli una fine degna di lui: decise di farlo morire in quello che doveva essere l'ultimo libro di una lunga serie. Tuttavia, il personaggio era così amato, ma così amato, che i lettori non diedero pace al povero Doyle finchè non si decise a scrivere molto altro sul detective e sul suo inestimabile assistente Watson.

"Elementare, mio caro Watson!" è una battuta conosciuta anche da chi non ha mai letto una riga dei libri di Sherlock Holmes.
Doyle forse non immaginava che intere generazioni avrebbero continuato ad amare Sherlock Holmes, al punto che sono state realizzati film, serie tv, revisioni e riprese di ogni tipo, in madrepatria e fuori, per questo amatissimo personaggio britannico brillante, e al tempo stesso pieno di potenzialità.
Superati gli anni 2000, grandi e piccoli si sono ritrovati di fronte a un radicale cambiamento di segno, rispondendo in modo straordinariamente reattivo alle riletture sherlockiane del terzo millennio (fanblog, account twitter e tumblr, social media fuori controllo, youtube invaso dalle interviste di attori, produttori, scrittori, passanti). Dimentichiamoci il detective con la pipa in bocca, perchè siamo di fronte a due riletture esplosive dei libri di Doyle. Una cinematografica, l'altra per la televisione.

martedì 7 agosto 2012

La spada di Mishima: forza e fragilità di cristallo.


Hana wa sakuragi, hito wa bushi.
Tra i fiori il ciliegio, tra gli uomini il guerriero.

La spada stretta tra le braccia.

La spada (Ken) è una novella di Yukio Mishima stampata nell'Ottobre del 1963.
Sono anni di intensa attività per Mishima, che nel 1961 aveva addirittura assistito alle prove di alcuni suoi drammi nō nella città di New York. Nel 1962 concepisce la sua opera monumentale, Il mare della fertilità, che lo accompagnerà per il decennio successivo. Forse non c'è bisogno di ricordarlo, lo sottolineiamo perchè è particolarmente importante per La spada stesso, che Mishima volle concludere con la Tetralogia la propria vita e la propria carriera artistica. Mentre crea la struttura dell'opera che lo accompagnerà fino all'ultimo, in questi primi anni 60' continua a scrivere saggi, romanzi, cura un'edizione delle opera di Yasunari Kawabata, scrive su Jun'ichirō Tanizaki, viene dichiarato direttore della compagnia tetrale Bungakuza.
La spada viene pubblicata il mese seguente a Il sapore della gloria. Molto simili perchè entrambi presentano una prospettiva sul mondo della giovinezza, si differenziano però nei toni e nell'ispirazione. Il protagonista de La spada è una fortezza di luce, simile ad altri personaggi di Mishima ma totalmente libero da cattiveria e ipocrisia, non inquinato. Per la sua particolarità, non ci sembra azzardato notare che il 1963, anno di pubblicazione di questa novella, vede anche la realizzazione di Barakei, l'album fotografico in cui Mishima si espone agli obiettivi del fotografo Eikō Hosoe: il supplizio delle rose.
Le motivazioni di questo accostamento saranno più chiare leggendo cosa ci riserva Mishima con questa scheggia di cristallo. Poichè non vogliamo svelare quasi niente della (breve) trama, ci limiteremo a fare qualche constatazione che invogli da sè alla lettura della novella. Seguiranno dei cenni sugli altri scritti contenuti nel volume.


domenica 5 agosto 2012

Le tredici vite e mezzo del Capitano Orso Blu: entrate nel fantastico mondo di Zamonia!


Dita d'Inchiostro inaugura oggi la Biblioteca dei Ragazzi, sezione dedicata ai romanzi per i più piccoli creata perché, come diceva un grande scrittore precocemente scomparso, «Tutti i grandi sono stati bambini una volta. (Ma pochi di essi se ne ricordano).» Invece Dita d'Inchiostro non vuole dimenticare, poiché in ognuno di noi si nasconde il bambino che siamo stati (e che, da un certo punto di vista, saremo sempre). Spesso le opere dedicate ai più piccini, con il loro linguaggio semplice e le pagine illustrate, si rivelano capolavori senza tempo destinati ad influenzare generazioni di bambini e adulti. Opere sempre attuali che nonostante i cambiamenti nel linguaggio e nella società, sono sempre in grado di regalare profondi insegnamenti morali. Ancor più importante è il fatto che questi sono i primi libri con cui entriamo in contatto, quelli che nei più fortunati instillano l'amore per la lettura, una passione inestinguibile che dura per tutta la vita. Dita d'Inchiostro si occuperà dei classici come Anna dai capelli rossi, o Capitani Coraggiosi, ma anche delle opere più recenti che sono diventate fenomeno di culto per le nuove generazioni come Harry Potter e di quelle piccole perle sconosciute al grande pubblico (e che meritano di essere divulgate!).

Oltre che recensione inaugurale della sezione, questa sarà la prima dedicata alle opere di Walter Moers, autore di cui cureremo tutta la bibliografia. Moers inizia la sua carriera come fumettista nel 1985 e ottiene il suo primo importante successo nel 1998 con la pubblicazione del fumetto Adolf (da noi purtroppo inedito). Non si sa molto della sua vita privata; l'autore cura gelosamente la sua privacy e lascia trapelare pochissime informazioni. La notorietà internazionale arriva nel 1999 con la pubblicazione del suo primo romanzo per ragazzi, Le tredici vite e mezzo del Capitano Orso Blu. E' la prima opera (di molte) ambientata nell'immaginario continente di Zamonia, popolato dalle creature più disparate partorite dalla vivida fantasia dell'autore. Ogni volume della serie, sebbene contenga evidenti richiami e citazioni dagli altri capitoli, tratta il più delle volte una storia a sé stante.

Mappa del leggendario continente di Zamonia.

Il punto di forza di Moers, oltre ad un innegabile talento nello scrivere storie all'apparenza semplici ma ricolme di fantasia, consiste nel modo di raccontarle. L'autore non usa solamente le parole scritte ma proietta la storia al di fuori della pagina, con numerose e dettagliatissime illustrazioni disegnate da Moers in persona. Usa inoltre note a pié di pagina, grassetti, corsivi, cambi di carattere e onomatopee che rendono i suoi libri un ibrido fra romanzo e fumetto, senza tuttavia trasformarli in una graphic novel. Il lettore si ritrova con il fiato a sospeso per, ad esempio, una serie di BROOM! ripetuti per pagine e pagine, in formato sempre più grande: cosa saranno mai? Ma i passi dello stregaragno ovviamente, il megaragno più grande di tutta Zamonia pronto a papparsi in un boccone il nostro eroe!

Ma chi è Orso Blu? E perché si riferisce a se stesso con il termine di “capitano”? Beh, innanzitutto bisogna specificare che Orso Blu è un nome proprio, donatogli come regalo d'addio dalle onde ciacoline. No aspettate, non andiamo troppo avanti.

venerdì 3 agosto 2012

Il bacio della donna ragno: l'incontro di due anime fra le fredde sbarre di una prigione


Vediamo... rispondimi. Cos'è essere uomo per te?
Uhm... non lasciarmi mettere sotto i piedi... da nessuno, neanche dal potere... No, è ancora di più. Non lasciarsi mettere sotto i piedi è un'altra cosa, non è questa la più importante. Essere uomo è molto di più, è non umiliare nessuno, con un ordine, con una mancia. E' di più, è... non permettere che nessuno vicino a te si senta inferiore, che nessuno vicino a te debba soffrire.

Il bacio della donna ragno è uno di quei libri che leggi quasi per caso, fra un romanzo e l'altro, o su consiglio di qualcuno. E' anche uno di quei libri che ti lasciano dentro un'indefinita dolcezza mista a malinconia.
La storia è ambientata nell'Argentina degli anni '70, all'epoca della dittatura militare del generale Videla. La repressione messa in atto dalla dittatura portò all'immediata sospensione di tutte le libertà civili e sindacali. Ogni forma di opposizione, dalle associazioni ai movimenti politici fino ai gruppi ribelli fu duramente repressa. Migliaia di persone furono sequestrate, imprigionate, sottoposte ripetutamente ad abusi e torture di una crudeltà agghiacciante. Questi prigionieri non risultavano nei registri pubblici, i familiari non avevano modo di mettersi in contatto con loro e sarebbe stato anche pericoloso farlo. Finito il regime dittatoriale, di oltre 30.000 persone non si trovò più traccia; scomparsi, volatilizzati dalla faccia della terra come se non fossero mai esistiti. E' il fenomeno dei deseparecidos, una ferita ancora aperta per l'Argentina contemporanea.

Durante questo periodo in un carcere di Buenos Aires due uomini si ritrovano a condividere la stessa cella. Hanno due personalità agli antipodi: Luis Alberto Molina, omosessuale, è stato condannato ad otto anni per corruzione di minorenne mentre Valentìn Arregui Paz è un militante politico arrestato mentre dirigeva azioni di disturbo dentro una fabbrica.

William Hurt e Raul Julia interpretano Molina e Arregui nel film.
"In un certo senso siamo perfettamente liberi di agire come 
vogliamo l'uno nei confronti dell'altro. Mi spiego? E' come se fossimo in 
un'isola deserta. Un'isola dove forse resteremo soli per anni. Perché si, 
fuori da questa cella ci sono i nostri oppressori, ma qui dentro no. 
Qui nessuno opprime nessuno. L'unico elemento perturbante che c'è, 
per la mia mente... stanca, o condizionata, o deformata... 
è che qualcuno mi vuole trattar bene, senza chiedere niente in cambio."
Molina ha un carattere dolce, sognatore, intrinsecamente romantico. Amante dei film e delle storie d'amore viene spesso ferito dall'atteggiamento freddo del compagno. Arregui ha solide convinzioni politiche e crede nella sua missione al punto di non volersi affezionare a nessuno per paura che il regime possa usare i suoi sentimenti contro di lui. Sfrutta il suo tempo in prigione per studiare, per tenere allenato il cervello e aggrapparsi a qualcosa di concreto che gli impedisca di cedere alla paura. Perché Arregui, in quanto prigioniero politico è in possesso di informazioni a cui il governo è interessato e per questo viene ripetutamente sottoposto a delle torture. Non osa neanche andare in infermeria quando si ammala, per paura che possano drogarlo e interrogarlo.

Nella minuscola cella in cui sono rinchiusi, non esiste intimità o privacy. I due che forse fuori dal carcere non si sarebbero mai parlati in una situazione normale, sono costretti a farlo in questo conteso. Inoltre non c'è alcuna forma di svago tranne i libri per studiare concessi ad Arregui. Molina così propone all'altro di raccontargli, sera dopo sera, alcuni film d'epoca da lui visti. Dal racconto di questi film si sviluppa un dialogo, che li porterà a conoscere se stessi e ad approfondire il loro rapporto.

mercoledì 1 agosto 2012

The Dark Knight Rises

Attenzione: la seguente recensione contiene spoiler minori sul film. 


 Con questo film siamo al terzo capitolo, probabilmente conclusivo, del Batman reintepretato da Christopher Nolan.

 Il giudizio globale sul film è decisamente positivo. Pur non raggiungendo le vette del capitolo precedente, che poteva contare sul superbo ritratto del Joker interpretato da Heath Ledger ci ritroviamo di fronte ad un buon film, sicuramente al di sopra della media dei capitoli conclusivi di trilogie, serie e quant'altro.


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