Due
cose di questo libro mi hanno colpito subito quando l'ho visto in
libreria la prima volta. Uno: è pubblicato dalla Salani, e
questo per me è quasi una garanzia di qualità certa (alcuni libri
pubblicati da loro mi sono più o meno piaciuti, ma non mi sono mai
pentita di nessun acquisto), e due: la copertina. Quel giallo
risaltava in mezzo al mucchio, e il retro, interamente nero ma con
piante e animali gialli in rilievo, era un tocco di classe.
La
storia in sé mi attirava, ma ero incerta. Infatti il riassunto sul
retro di copertina sembrava proporre una protagonista simile a Joe
di Piccole Donne (PRIMA che la Alcott si rimangiasse tutto
con Piccole donne crescono) o ad Anna dai capelli rossi
(idem per i libri successivi della serie), una ragazzina monella
e combinaguai con il dono di farsi amare dal prossimo.
Chiariamo:
io adoro questo tipo di storie. Credo di averle lette (e rilette)
quasi tutte, da Pippi Calzelunghe a Pollyanna. Ma credo
(anzi, credevo) che ci sia un tempo per scrivere questo tipo di
storie, e che quel tempo sia ormai passato. Figure come Joe, o Anna,
sono nate dalla penna di donne che vivevano in un'epoca di
transizione, a metà fra il mondo rurale e contadino e le grandi
città industriali, fra la donna come angelo del focolare e la donna
che lottava per affermare sé stessa come individuo.
Una
scrittrice di oggi che tenti di scrivere una storia che ricalchi
quelle di Joe o Anna, può azzeccarci con lo stile, ma
inevitabilmente fallirà nel trasmetterne lo spirito.
E
invece Jacqueline Kelly, autrice de L'evoluzione di
Calpurnia, mi ha dimostrato che sbagliavo. (Di nuovo. Questo blog
sembra diventato un mea culpa). Vediamo come.
La
trama.
Texas, 1899. La guerra di secessione è ormai alle spalle, e
l'America si prepara ad entrare nel nuovo secolo. Il mondo e la
società mutano rapidamente forma, plasmate da invenzioni come il
telefono,
ma nella campagna rurale del Texas questi cambiamenti arrivano con il
contagocce.
Calpurnia,
undici anni e unica femmina di sette figli, appartiene ad una
famiglia benestante vecchio stile. Per combattere il caldo afoso
dell'estate texana, di nascosto e contro il volere della madre, ogni
notte taglia una ciocca della sua folta chioma, giustamente convinta
che il cambiamento graduale non verrà notato nel caos di tanti
figli. Lei ancora non lo sa, ma questo atto di ribellione
contro un codice di valori che imponeva alle donne di portare abiti e
capelli lunghi con quaranta gradi all'ombra, è la prima avvisaglia
di un sentimento che caratterizzerà la sua intera vita.