domenica 28 aprile 2013

Persepolis, il lungo viaggio alla ricerca di sé stessi


Persepolis è stata la prima graphic novel che io abbia mai letto, quando ancora non sapevo esistesse un termine per definire il genere e classificavo tutto sotto la categoria “fumetti non giapponesi”. All'inizio fui attratta dallo splendido trailer del film d'animazione (riportato qua sotto), un minuto e mezzo in cui c'era di tutto, morte, rivoluzione, guerra, dolore, ma anche tanta simpatia e gioia di vivere.

Amai il film, che resta tutt'ora uno dei miei film d'animazione preferiti, e da lì passai a leggere l'opera originale da cui era tratto, curiosa di sapere se avrebbe conservato lo stesso impatto emotivo. Per togliervi subito la curiosità (così passiamo alle cose importanti), ebbene, la risposta è sì.

Nota: Persepolis è pubblicato in Italia da Rizzoli Lizard, che ne ha curato svariate edizioni negli anni. Dall'ultima settimana, grazie ad una collaborazione con il Corriere della Sera, è possibile trovare Persepolis in edicola come allegato del suddetto giornale, a soli 7,90 € (un prezzo molto economico per una graphic novel!). Persepolis è stato scelto come primo titolo di una serie di uscite allegate al corriere della sera, tutte riguardanti graphic novel recenti che trattano il tema della guerra. Qui la notizia in dettaglio con la lista dei titoli che usciranno nella collana “Graphic Journalism”.


La trama. Iran, 1978. Marjane Satrapi, unica figlia di una coppia benestante di liberi pensatori, assiste alla caduta dello Scià e all'inizio della Rivoluzione Islamica, che porterà grandi cambiamenti nel paese e nella sua vita. Marjane ha otto anni, e stà giusto iniziando a prendere coscienza del mondo che la circonda. E lo fa attraverso i suoi occhi di bambina.

A scuola, la maestra insegna a Marjane che lo Scià ha ricevuto l'incarico di governare da Dio in persona. Dopo la rivoluzione, quella stessa maestra si scaglia contro lo Scià, definendolo nemico degli iraniani, ed esalta il nuovo governo integralista che “ripulirà” la nazione da tutte le influenze negative. Quando Marjane prova a contestarle questa evidente contraddizione, la maestra imbarazzata si arrabbia e minaccia di prendere seri provvedimenti. Informato dell'episodio, il padre di Marjane si complimenta con lei per aver avuto il coraggio di esprimere le proprie idee. La madre invece, pur condividendo le idee liberali del marito, si spaventa e rimprovera la bambina: non sa cosa capita alle ragazze vergini che osano contestare apertamente il nuovo regime? Non sa che vengono incarcerate e fatte sposare forzatamente ad un figlio della rivoluzione che prima le stupra e poi le uccide, poiché secondo l'Islam una vergine non può essere condannata a morte?


Stretta fra le braccia tremanti della madre in lacrime, Marjane capisce per la prima volta la gravità di quello che stà avvenendo attorno a lei. Non aveva mai preso sul serio il velo, e la guerra contro l'Iraq, la repressione e i morti per le strade erano una cosa triste ma lontana. Ma le lacrime di sua madre, che lei ha sempre visto come una donna forte e sicura di sé, le fanno realizzare che non sempre la sua famiglia potrà proteggerla, e che l'orrore, la tragedia, la censura della vita sono lì a due passi da lei, pronti a colpirla come chiunque altro.

Ma non è nel carattere di Marjane sottomettersi in silenzio; cresciuta in un ambiente liberale, mal si adatta ad una realtà che la vorrebbe obbediente e sottomessa. Consapevole di ciò, i suoi genitori prendono con gran sofferenza l'unica decisione possibile: mandare la figlia, ormai quattordicenne, a vivere e studiare da sola all'estero.

Ormai adolescente, Marjane si ritrova a dover badare a sé stessa lontana da tutti i suoi cari, sola in un paese (l'Austria) di cui non capisce la lingua o la cultura. Se in Iran era un'estranea per le sue idee progressiste, ora è un'estranea in un occidente che non la conosce e neanche desidera farlo. A nessuno, nell'Europa dai supermarket stracolmi di prodotti e dal tiepido impegno politico, interessa dei milioni di morti  dall'altra parte del mondo, o dell'integrazione di una ragazzina culturalmente troppo distante da questa scintillante apparenza di benessere. Marjane sperimenta così la condizione psicologica dell'apolide: rifiutata da tutti, lotta per costruirsi una propria identità e un posto nel mondo.

Il commento. Persepolis è uno straordinario racconto sulla crescita e la ricerca di sé stessi, uno di quei gioielli che sbatteresti sul muso di tutti quelli che ancora oggi sostengono che “il fumetto non ha dignità letteraria.” Tié!

Marjane racconta la “rivoluzione”, gli orrori della guerra e la sua vita da straniera nella nostra “perfetta e superiore” realtà occidentale (dove si stà meglio eh!) con simpatia e allegria, ma senza tralasciare la cruda verità e gli orrori a cui assiste, direttamente o come testimone della Storia (quella con la S maiuscola, che nei nostri tg di solito passano in servizi di trenta secondi dopo “come migliorare la toilette del vostro amico a quattro zampe”).

E' una lettura che apre la mente, una finestra su una realtà vicinissima a noi ma resa lontana dai pregiudizi e dalla disinformazione. Basti vedere la meravigliosa parte sull'infanzia, che ti fa' capire che non importa la società, la cultura o la religione a cui è soggetto, un bambino è sempre un bambino. Agli occhi di un bambino l'ipocrisia degli adulti, che si ammantano di dogmi religiosi o fedi politiche piegate in nome dell'interesse, appare come ciò che davvero è: orribile, spaventosa e, sopratutto, ridicola.


Un plauso va' all'autrice, che ha avuto il (raro) coraggio di raccontare sé stessa e la sua famiglia con onestà, mettendo i suoi sentimenti e le sue esperienze sulla pubblica piazza. E di farlo raccontando con semplicità e in modo diretto la vita all'interno di un regime e la vita dove non c'è un regime, ma neanche una facile integrazione del “diverso”.

Il film d'animazione, diretto e curato dalla stessa Satrapi, è un buon modo per avvicinarsi alla graphic novel. Il film “taglia” alcune scene (per ovvie ragioni di spazio), ma senza tradire lo spirito dell'opera originale, e crea un buon ritmo narrativo esaltato in italiano grazie allo splendido doppiaggio (bravissima Paola Cortellesi, che da' la “voce” a Marjane!). Un perfetto esempio (a cui sono seguiti molti altri) di come anche in Europa si può fare della buona animazione.

Dopo Persepolis, personalmente consiglio la lettura di Taglia & Cuci, un breve fumetto della Satrapi su una “lunga chiacchierata” fra donne arabe che mostra scorci interessanti sulla condizione femminile in Medio Oriente (e, come Persepolis, non è quello che vi aspettereste!).

Un fumetto da comprare, leggere e amare.

Il trailer:


Titolo: Persepolis
Autori: Marjane Satrapi
Genere: Autobiografia
Volumi: 1/4 (completo)
Pubblicato in Italia?: Si, da Rizzoli Lizard.


@ Daniela Guadagni, Dita D'Inchiostro.

2 commenti:

  1. Ho visto il film d'animazione al cinema e mi piacque tantissimo. Davvero un gioiellino. Un racconto intenso e, anche se molto triste, mai patetico (ricorderò sempre la scena della nonna che spiega alla nipotina il segreto delle sue belle tette) ^^

    La graphic novel mi interesserebbe, dici che se la richiedo adesso in edicola me la trovano o che faccio meglio ad aspettare che compaia su e-bay?

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    Risposte
    1. L'iniziativa non è stata molto pubblicizzata, quindi se fai un giro in qualche edicola secondo me ancora la trovi :) Del resto è uscito solo la scorsa settimana!^^ Ah, si possono ordinare anche dallo store del corriere (non ho capito se subito o in futuro).

      Comunque io l'ho trovata su ebay a 2 € più spese di spedizione nella vecchia edizione dei Classici del fumetto di Repubblica, quindi fai tu xD

      Elimina

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