
Dedico questa recensione a
Rika che ha tanto insistito
Rika che ha tanto insistito
per farmi vedere
Sherlock Holmes
by BBC.
Sherlock Holmes
by BBC.
Grazie poi a Zia Mel
per le piccole consulenze.
per le piccole consulenze.
... Questa è la recensione
di una fan.
di una fan.
Sir Arthur Conan Doyle avrebbe
voluto liberarsi di Sherlock Holmes. Era divenuto uno
scrittore famoso, grazie a questo detective straordinario. Troppo
invadente, anche per il suo autore, che avrebbe voluto essere
apprezzato anche per altre opere. Un talento straordinario e una
intelligenza non comune, quella di Doyle, che riuscì a mettere
insieme elementi di altissimo livello culturale con un intreccio
narrativo travolgente. Arrivò al punto di volersi liberare di
Sherlock offrendogli una fine degna di lui: decise di farlo morire in
quello che doveva essere l'ultimo libro di una lunga serie. Tuttavia,
il personaggio era così amato, ma così amato, che i lettori
non diedero pace al povero Doyle finchè non si decise a scrivere
molto altro sul detective e sul suo inestimabile assistente Watson.
"Elementare, mio caro Watson!"
è una battuta conosciuta anche da chi non ha mai letto una riga dei
libri di Sherlock Holmes.
Doyle forse non immaginava che intere
generazioni avrebbero continuato ad amare Sherlock Holmes, al
punto che sono state realizzati film, serie tv, revisioni e riprese
di ogni tipo, in madrepatria e fuori, per questo amatissimo
personaggio britannico brillante, e al tempo stesso pieno di
potenzialità.
Superati gli anni 2000, grandi e piccoli
si sono ritrovati di fronte a un radicale cambiamento di segno,
rispondendo in modo straordinariamente reattivo alle riletture
sherlockiane del terzo millennio (fanblog, account twitter e tumblr,
social media fuori controllo, youtube invaso dalle interviste di
attori, produttori, scrittori, passanti). Dimentichiamoci il
detective con la pipa in bocca, perchè siamo di fronte a due
riletture esplosive dei libri di Doyle. Una cinematografica, l'altra per la televisione.
Per il
cinema, abbiamo due capitoli: Sherlock
Holmes (2009) e Sherlock
Holmes: gioco di ombre
(2011), diretti da di Guy Ritchie,
su una idea del produttore Lionel Wigram (che
lavorava alle linee per un nuovo Sherlock da una decina d'anni) e
Michael Robert Johnson.
Guy Ritchie cercò una formula che si staccasse nettamente dalle
versioni precedenti, scegliendo di valorizzare l'azione, presente e
abbastanza trascurata dalle altre interpretazioni di Sherlock. Della
recensione di questi due film ci occuperemo in futuro, quindi non
dico altro.
Non
serve che vi ricordi che gli attori sono Robert Downey Jr
(Sherlock Holmes) e Jude Law
(John Watson), vero?
Per la
televisione, abbiamo la Serie
TV della BBC,
scritta da Steven Moffat
e Mark Gatiss, che
avevano già lavorato insieme per un'altra famosissima serie TV
britannica, Doctor Who
(anche questa recensiremo). I due autori hanno lavorato ciascuno a un
episodio, Gatiss al primo, Moffat al terzo e, per la seconda puntata,
affidandosi a Stephen Thompson.
Si
tratta di una versione contemporanea
delle avventure di Holmes e Watson. L'episodio pilota risale al 2009,
dunque prima dell'uscita nelle sale di tutto il mondo della prima
pellicola di Guy Ritchie (Dicembre 2009): parleremo nel dettaglio del
pilot e del primo episodio della serie (che è una vera riscrittura
del pilota), per vedere le differenze tra una prima caratterizzazione
e quella successiva e definitiva. Possiamo anticipare che si tratta
di perfezionamenti del personaggio di Holmes, che tuttavia era già
molto ben determinato all'interno del pilota. Poichè il primo
episodio viene mandato in onda nel 2010, viene naturale fare un
confronto tra i due Holmes: tutti e due così moderni,
se la sarebbero cavata?
Era
complesso
creare uno Sherlock che avesse la stessa dose di innovazione
rispetto al già visto e, al tempo stesso, si distinguesse con classe
dal film del 2009.
Ci sono
riusciti. Benissimo. Grazie alla caratterizzazione eccezionalmente
accurata e oculata, e al talento di Benedict Cumberbatch,
che interpreta uno Sherlock Holmes parallelo e ben distinto rispetto
a quello del Robert Downey Jr (lui, uno Sherlock Holmes ossessivo e
stravagante, estremamente sicuro di sè e brillante).
Lo Sherlock di Cumberbatch ha luci e
ombre. E riesce a essere più insopportabile.
Ovviamente,
fino a ora abbiamo parlato solo di Sherlock. Ci siamo limitati
apposta, per tenere un unico filo. Ma non ci dimenticheremo certo di
Watson. E di Londra.
Londra!
Con le Olimpiadi 2012
abbiamo visto alcuni scorci di questa bellissima capitale europea, e
abbiamo pensato di recensire adesso la serie TV di Sherlock per
celebrare (a modo nostro)...
Nella
presente recensione ci occuperemo della prima serie tv,
quella del 2010.
Entrambe le serie sono composte da tre episodi da un'ora e mezza
ciascuno.
I
titoli della prima stagione:
- A
study in pink
-
The blind banker
-
The great game.
Gli
episodi sono così pieni
di dettagli e di situazioni ben costruite, che darvi un riassunto
delle puntate sarebbe criminale.
Ci limiteremo quindi a
fornirvi i tre inizi puntata, lasciando a voi il piacere di vedere
tutto il resto.
Dopo, ci concentreremo sugli aspetti più
generali e che coinvolgono tutti e tre gli episodi.
A study in pink:
John Watson è un medico
militare appena tornato dall'Afghanistan. È a Londra, fa i conti con
una leggera zoppìa psicosomatica e continui incubi. La sua analista
vorrebbe fargli tenere un blog,
per esprimere quello che sente e che gli accade, ma John ha un vero
blocco. Incontra per caso un vecchio compagno di studi, che gli
presenta un suo conoscente che, come Watson, ha difficoltà a trovare
un coinquilino. Sherlock Holmes entra così nella vita di Watson, con
la delicatezza di un rinoceronte lanciato a tutta carica: ha capito
che il conoscente vuole presentagli Watson per la convivenza, dal
cellulare di John indovina che John è in ristrettezze economiche, ha
un fratello alcolista appena divorziato, che tiene a lui ma a cui
Watson non si rivolgerebbe perchè non approva le sue abitudini.
Quando Watson si fa spiegare come ha fatto Holmes a sapere tutto
questo, la risposta è "fantastico" e non il solito "piss
off" che la gente, di solito, butta in faccia all'indelicato
Holmes. Nel frattempo prendono il via una serie di suicidi
misteriosi, che per Sherlock non sono affatti tali. Sulla scena del
crimine ribatte all'Ispettore Lestrade che, quella donna morta sul
pavimento, vestita tutta di rosa, doveva avere con sè un piccolo
trolley (anche lui rosa), che è scomparso... portato via
dall'assassino.
La
domanda clue dell'episodio:
"Chi è che vediamo ogni giorno, di cui ci fidiamo, che passa
invisibile tra di noi?"
![]() |
Presa da starijas. |
The
blind banker:
L'episodio di apre al National Antiquities Museum, dove una giovane
orientale fa una dimostrazione di cerimonia del tè per alcuni
turisti. Un giovane collega cerca di portarla a cena fuori, ma lei si
tira indietro. A sera, riponendo le antichissime ceramiche con cui ha
fatto la dimostrazione (e attraverso l'uso le preserva, per evitare
che la materia si rompa), vede qualcosa di spaventoso. La scena
cambia, ci ritroviamo al 221B di Baker Street dove Holmes e Watson
sono così accomodati che il povero John va a fare la spesa e
Sherlock si occupa di un assassino con sciabola venuto con cattivi
intenti. Watson torna a mani vuote dall'infernale mattinata, avendo
avuto problemi con la carta pin, e Sherlock finge che niente sia
successo. John esce di nuovo e al ritorno trova Sherlock sul suo
pc, che controlla le email. Gli chiede perchè non ha preso il
proprio e Holmes risponde che il proprio era nella stanza da letto.
Dopo una non spiegazione di questo tipo, John prova a chiedere a
Sherlock di prestargli dei soldi, Holmes risponde che deve andare in
banca e si ritrovano nella sede di una importante azienda di finanza
internazionale.
Un vecchio conoscente infatti ha chiesto aiuto a
Holmes: qualcuno è entrato nottetempo in una zona riservata
dell'ufficio, dove tengono il ritratto di un importante pezzo grosso
della loro azienda, defunto. Sul ritratto, segni in giallo,
bomboletta spray. A Holmes viene chiesto di capire come hanno fatto a
entrare, e Sherlock capisce che era il messaggio per qualcuno,
visibile dalla scrivania del responsabile di Honk Kong. Guarda caso,
non in ufficio. Ritrovato morto nel proprio appartamento da Holmes e
Watson, andati lì a indagare. Il semplice compito si trasforma così
in una indagine su questo e un altro omicidio, scivolando nelle
atmosfere orientali di associazioni cinesi molto pericolose...
La
domanda clue dell'episodio:
"Se le porte e le finestre erano chiuse dall'interno, come è
entrato il killer?"
![]() |
Preso da Alessia Pelonzi. |
The great game:
Questa puntata procede su due binari paralleli che, in apparenza, non
hanno niente in comune tra loro. Inizia a Minsk, Bielorussia. Holmes
è stato chiamato da un uomo che lo vorrebbe in sua difesa per un
processo per omicidio. Per niente interessato e disgustato da quel
potenziale cliente, torna a Londra dove lo aspetta il fratello
Mycroft, che vuole affidargli un incarico di sicurezza nazionale.
Holmes non vuole prendere quel lavoro, Mycroft lo mette nelle mani di
Watson. Sherlock viene contattato da Lestrade per un'emergenza:
qualcuno ha inviato a Scotland Yard un cellulare identico a quello di
Uno studio in rosa. Infatti, Watson ha cominciato a scrivere
sul proprio blog delle avventure insieme con Sherlock (anche Lestrade
legge il blog; tutti leggono quel blog). Ma il cellulare non è opera
di un mitomane, perchè finalmente si fa avanti l'acerrimo
antagonista di Holmes: il Professor James Moriarty, che pianifica una
serie di intricati stratagemmi e puzzle che, se non risolti da
Holmes, portano alla morte delle persone coinvolte. Nel frattempo,
l'importante missione di interesse nazionale finisce nelle mani di
Watson...
La
domanda clue dell'episodio:
"Che mi prema salvarli mi aiuterà a salvarli?"
I personaggi:
Sherlock Holmes:
Di lui sappiamo che nel 1989 era un ragazzo, quindi è nato presumibilmente negli anni 70'. Il suo primo caso fu quello di un giovane nuotatore, un coetaneo morto affogato in piscina: i sospetti del giovane Holmes furono destati dall'assenza delle scarpe del ragazzo. Non si sa molto altro sulla sua giovinezza, a parte questo episodio, il resto lo si può solo immaginare attraverso i battibecchi con il fratello Mycroft.
Di lui sappiamo che nel 1989 era un ragazzo, quindi è nato presumibilmente negli anni 70'. Il suo primo caso fu quello di un giovane nuotatore, un coetaneo morto affogato in piscina: i sospetti del giovane Holmes furono destati dall'assenza delle scarpe del ragazzo. Non si sa molto altro sulla sua giovinezza, a parte questo episodio, il resto lo si può solo immaginare attraverso i battibecchi con il fratello Mycroft.
Sherlock non ha una mente
acuta. Sherlock è la sua mente. Ragiona in modo fulmineo,
e parla con altrettanta velocità. Non si cura affatto che gli altri
capiscano, è abituato a che gli altri non pensino. Più che
spigoloso nei rapporti sociali, non ha amici e non si sa nulla di
precedenti girfriends, boyfriends or relationships (cit. ep.
3). Tantomeno tiene minimamente conto dei sentimenti degli altri: è,
insomma, un sociopatico estremamente brillante. È sposato al suo
lavoro, tanto che dimentica tutto ciò che non serve ai fini delle
indagini (ad esempio, che la terra giri attorno al sole). Mentre lo
Sherlock di Guy Ritchie è un personaggio estremamente spettacolare,
un iper un po' lunatico ma con tutte le caratteristiche del
personaggio da ammirare, lo Sherlock – Cumberbatch è brillante e
costantemente denigrato o peggio. Riesce a imporsi nelle indagini
poichè è un consultant detective, l'unico al mondo
(mestiere inventato da lui): quando Scotland Yard
non riesce a venire a capo di un delitto, è Sherlock che chiamano.
Tanto che il Sergente Donovan, incontrando la prima volta Watson al
fianco di Holmes, gli dice di stare lontana da Sherlock perchè è
uno psicopatico, che un giorno, per noia, compirà da sè un omicidio
solo per il gusto di farsi vedere risolverlo... Holmes suscita grandi
invidie e incomprensione, non se ne cura affatto (ma chissà
che questo possa ritorcerglisi contro, un giorno?).
Una
corazza così forte nasconde, però, un piccolo angolo di sentimento.
Perchè sì, ci sono dei momenti in cui Sherlock manifesta, e anche
con forza, quello che sente, che lascia tradire le emozioni. Anche
Sherlock Holmes ha un cuore, anche se gli altri pensano che non sia
così...
Tra
il pilota e la prima puntata:
Cogliamo l'occasione di parlare di alcune differenze tra i due, visto
che riguardano molto da vicino la caratterizzazione di Sherlock. La
più lampante, è l'eliminazione di qualunque accenno alle droghe:
nell'episodio pilota, il serial killer riesce a iniettare un forte
calmante a Holmes, commentando che se riusciva a stare ancora in
piedi doveva proprio fare un uso frequente... Nei libri del Doyle è
chiaramente detto che Holmes ricorreva all'eroina o alla cocaina in
endovena, a seconda delle esigenze. Nella prima puntata, andata in
onda, figura semplicemente l'uso di cerotti di nicotina. In
sovrannumero rispetto alla dose consigliata, ma sicuramente meglio di
altro... Lo Sherlock Holmes del 2000 neanche fuma, visto che Londra
non è diventata posto, a detta sua, per indugiare nel vizio del
fumo!

Un
elemento essenziale che invece viene tenuto identico, tra i due
episodi, è il gesto di Watson, verso fine puntata, che segna
definitivamente la sua entrata nella vita di Sherlock Holmes e la
conquista della sua fiducia.
John Watson:
Interpretato da Martin Freeman (per amore di cronaca: fu più semplice trovare Benedict Cumberbatch, per Sherlock, che qualcuno per la sua 'spalla'). John è un medico militare. Tornato dall'Afghanistan non riesce ad abituarsi alla vita civile. Incontra Holmes e va a convivere con il detective brillante e insopportabile, presso la signora Hudson, al 221B di Baker Street. Trova che Sherlock sia brillante e incredibile, non se la prende troppo per l'incontro burbero con il detective... Si trova spesso a dovergli chiedere spiegazioni delle conclusioni cui lui arriva in un batter d'occhi, ma diventa ben presto partner in ogni sua indagine. Riesce a superare la zoppìa psicosomatica grazie all'adrenalina del vivere accanto a Sherlock. Non ne condivide il distacco nei confronti degli altri esseri umani, ma John è sicuramente l'unico che ha occasine di vedere lati più insoliti di Sherlock Holmes.
Interpretato da Martin Freeman (per amore di cronaca: fu più semplice trovare Benedict Cumberbatch, per Sherlock, che qualcuno per la sua 'spalla'). John è un medico militare. Tornato dall'Afghanistan non riesce ad abituarsi alla vita civile. Incontra Holmes e va a convivere con il detective brillante e insopportabile, presso la signora Hudson, al 221B di Baker Street. Trova che Sherlock sia brillante e incredibile, non se la prende troppo per l'incontro burbero con il detective... Si trova spesso a dovergli chiedere spiegazioni delle conclusioni cui lui arriva in un batter d'occhi, ma diventa ben presto partner in ogni sua indagine. Riesce a superare la zoppìa psicosomatica grazie all'adrenalina del vivere accanto a Sherlock. Non ne condivide il distacco nei confronti degli altri esseri umani, ma John è sicuramente l'unico che ha occasine di vedere lati più insoliti di Sherlock Holmes.
Si appassiona così tanto alle loro
avventure da usare il blog, aperto su suggerimento dell'analista, per
raccontarle. Il sito ottiene un grande successo, visto che chiunque
nella serie TV comincia a dire di averlo letto e seguirlo!
Watson si confronta anche duramente con
il compagno di appartamento, nel momento in cui sono di fronte a
questioni di vita o di morte altrui. Un tratto interessante è che
Sherlock, quando rischia la vita e Watson è assente, non informa mai
John di quello che è rischiato di accadergli. John riesce a
sopportare anche i lati peggiori del carattere di Sherlock, e resta
sempre più coinvolto dalla sua vita. Cerca ripetutamente di uscire
con alcune donne, durante la serie, ma ogni appuntamento finisce
sistematicamente per una ragione o l'altra, sempre legata ad Holmes
(nei film, invece, è Sherlock stesso che non sopporta che John si
sposi, e tenta ogni tipo di sabotaggio volontario): al punto che
nella prima puntata della seconda stagione... Ma no, non diciamolo!!
Rimandiamo alla prossima recensione. :D
Il
rapporto tra Sherlock Holmes e John Watson:
Non sapremo mai cosa passi per la testa di Moffat e Gatiss (il quale, ricordiamolo, non solo è gay ma anche felicemente sposato), o quali gli intenti oscuri della BBC. I due scrittori si sono limitati a dichiarare di essere fan della saga di Sherlock Holmes da praticamente sempre. E, nelle interviste ufficiali (come questa), gli interpellati non mancano di sottolineare che no, non avevano quegli intenti mentre recitavano...
Non sapremo mai cosa passi per la testa di Moffat e Gatiss (il quale, ricordiamolo, non solo è gay ma anche felicemente sposato), o quali gli intenti oscuri della BBC. I due scrittori si sono limitati a dichiarare di essere fan della saga di Sherlock Holmes da praticamente sempre. E, nelle interviste ufficiali (come questa), gli interpellati non mancano di sottolineare che no, non avevano quegli intenti mentre recitavano...
Se i due fossero solo amici, Holmes
sarebbe peggio della peste nera, visto che il povero Watson non solo
viene sabotato in ogni tipo di approccio romantico verso le donne, ma
viene continuamente scambiato per il boyfriend di
Holmes. In qualunque ristorante o posto si siedono per mangiare,
l'avventore li prende per una coppia; la stessa signora Hudson chiede
se sono insieme e, tanto, non c'è mica niente di male; Mycroft
Holmes li considera praticamente già sposati e Irene Adler sospetta
che Holmes piaccia a Watson più di quanto piaccia a lei (asserzione
significativa visto che Irene non solo si rovina a causa di Holmes,
ma cerca di invitarlo continuamente a una cena romantica). Le donne
con cui Watson esce restano continuamente deluse, al punto che ...
ops, anche qui seconda serie, niente spoiler! :D
Insomma,
Watson non ha pace. E anche nei libri, ci sono molti punti di
ambiguità... che una fan si è applicata a trovare: tutti i passaggi, nei lavori del Doyle, che farebbero pensare ad altro che un'amicizia tra i due....
Watson, nel primo episodio, cerca di capire se Sherlock abbia
qualcuno con cui stare:
una ragazza per "feed you up", al cui Holmes risponde un
enigmatico "it's not really my area". John cerca allora di
capire se ha un boyfriend,
che non ci sarebbe niente di male, e Holmes, altrettanto vagamente,
risponde che sì lo sa che non ci sarebbe niente di male. E a quel
punto Sherlock mette in imbarazzo il coinquilino, dicendogli che lui
è sposato al proprio lavoro, e a Watson tocca pure cercare di
giustificarsi che no, non
chiedeva per provarci...
Povero Watson!
In ogni caso, anche senza voler essere
troppo maliziosi con questi due flatmates, il rapporto
tra Holmes e Watson viene considerato molto stretto... E, di sicuro,
l'uno rappresenta per l'altro qualcosa di unico: un legame di
fiducia, affetto e rispetto. Al punto da essere disposti a rischiare
la vita l'uno per l'altro.
Non parleremo ora della bellissima Irene
Adler (Lara
Pulver)
che Gatiss e Moffat ci
hanno regalato, poiché compare nella seconda stagione. Possiamo
anticipare che si tratta, anche in questo caso, di una versione
alternativa (alla seppur sempre splendida) Irene del film, che
riuscirà a intrigare Sherlock Holmes in un modo estremamente
pericoloso...
Mycroft Holmes:
La caratterizzazione di Mycroft ne fa un personaggio chiave. Nel film Gioco di Ombre Stephen Fry è un piccolo gioiello, ma Mark Gatiss (sì, proprio lui, uno degli scrittori!) riesce a essere straordinario, sia nell'interpretazione scenica che in quella di caratterizzazione.
Mycroft Holmes compare nella prima e nella terza puntata della prima stagione, costituendo immediatamente un punto di riferimento per lo spettatore e per Watson stesso, che inizialmente non sa neanche che si tratta del fratello di Holmes. La caratterizzazione del Doyle, nei libri, è assai scarna: Mycroft compare di rado. Pertanto gli autori si ritrovano liberi di partire dalle (seppure assai significative) indicazioni del Doyle, per costruire la figura di questo fratello.
La caratterizzazione di Mycroft ne fa un personaggio chiave. Nel film Gioco di Ombre Stephen Fry è un piccolo gioiello, ma Mark Gatiss (sì, proprio lui, uno degli scrittori!) riesce a essere straordinario, sia nell'interpretazione scenica che in quella di caratterizzazione.
Mycroft Holmes compare nella prima e nella terza puntata della prima stagione, costituendo immediatamente un punto di riferimento per lo spettatore e per Watson stesso, che inizialmente non sa neanche che si tratta del fratello di Holmes. La caratterizzazione del Doyle, nei libri, è assai scarna: Mycroft compare di rado. Pertanto gli autori si ritrovano liberi di partire dalle (seppure assai significative) indicazioni del Doyle, per costruire la figura di questo fratello.
Mycroft è preoccupato per la salute e la
sicurezza di Sherlock. I rapporti tra i due sono pessimi, specie
considerando l'ostilità con cui Sherlock si rivolge verso al
fratello, maggiore di sette anni, definendolo la persona più
pericolosa che si possa incontrare. Entrambi sono estremamente acuti
nella loro scienza deduttiva, ma Mycroft è addirittura superiore.
Solo, è molto pigro (e molto impegnato sul lavoro). Lavora
per i servizi segreti britannici (anzi, sembra che Mycroft sia il
cuore dei servizi segreti) ed è, addirittura, amico
della Regina, cui è leale oltre ogni dire.
È un uomo estremamente composto, sempre
in compagnia del fidatissimo ombrello. Verso Sherlock si comporta con
la tolleranza sufficiente del fratello maggiore (considera i loro
screzi un "childish feud"), e non esita a sfruttare Watson
per costringere il grande detective a farsi carico di un caso di
importanza nazionale...
L'opinione di Mycroft sui due è che
Watson potrebbe essere la soluzione, per Sherlock, oppure farlo
sprofondare in livelli ancora peggiori. Su Watson, è che questi
diviene "very loyal very quickly" (opinione condivisa anche
da Moriarty, che definisce Watson il "pet" di Sherlock...).
Molly Hooper:
Intepretata da Louise Brealey, è un medico patologo innamorata di Sherlock. Cerca in tutti i modi di attirare la sua attenzione, stentando a comprendere di non avere alcuna speranza. È a lei che Sherlock si rivolge ogni volta che ha bisogno di qualcosa in particolare, che riguardi cadaveri & co. La prima volta che lo spettatore vede Sherlock, infatti, lo trova in obitorio che prende a scudisciate un cadavere di fronte allo sguardo un po' sconvolto della ragazza. Rassegnandosi con Sherlock, Molly cerca di intraprendere una relazione con un collega... E presentandolo a Sherlock di sente dire da questi (con la solita brutalità) di lasciare la nuova fiamma perchè... è gay!
Intepretata da Louise Brealey, è un medico patologo innamorata di Sherlock. Cerca in tutti i modi di attirare la sua attenzione, stentando a comprendere di non avere alcuna speranza. È a lei che Sherlock si rivolge ogni volta che ha bisogno di qualcosa in particolare, che riguardi cadaveri & co. La prima volta che lo spettatore vede Sherlock, infatti, lo trova in obitorio che prende a scudisciate un cadavere di fronte allo sguardo un po' sconvolto della ragazza. Rassegnandosi con Sherlock, Molly cerca di intraprendere una relazione con un collega... E presentandolo a Sherlock di sente dire da questi (con la solita brutalità) di lasciare la nuova fiamma perchè... è gay!
Jim Moriarty:
Interpretato ad Andrew Scott, stesso discorso di Mycroft Holmes: una versione alternativa a quella del film. Perfettamente riuscita. Jim è nell'ombra, dietro le quinte. Palesemente gay e sicuramente folle, è un criminal consultant, speculare e opposto al lavoro di Holmes. Considera Holmes un serio ostacolo e un vero antagonista, al punto da volerlo fare a pezzi. Viene nominato nella prima puntata, figura nella seconda attraverso un nickname, ma è solo nella terza che lo si può finalmente vedere. Bravissimo Andrew Scott, che riesce a rendere un Moriarty così fuori di testa e intenso.
Interpretato ad Andrew Scott, stesso discorso di Mycroft Holmes: una versione alternativa a quella del film. Perfettamente riuscita. Jim è nell'ombra, dietro le quinte. Palesemente gay e sicuramente folle, è un criminal consultant, speculare e opposto al lavoro di Holmes. Considera Holmes un serio ostacolo e un vero antagonista, al punto da volerlo fare a pezzi. Viene nominato nella prima puntata, figura nella seconda attraverso un nickname, ma è solo nella terza che lo si può finalmente vedere. Bravissimo Andrew Scott, che riesce a rendere un Moriarty così fuori di testa e intenso.
Chissà
se riuscirà a mettere in scacco Sherlock Holmes?
Extra: pensieri vari, dalla seconda
puntata:
Un punto che mi ha particolarmente
colpita. Sherlock ha bisogno di una consulenza, sulla pittura. Lui e
Watson si dirigono verso la National Gallery... Entrano nel
prestigiosissimo museo che raccoglie dipinti di tutte le epoche e
provenienze? No! Fanno il giro dell'edificio e Sherlock consulta un
ragazzo che sta dipingendo, con bombolette spray, un
poliziotto londinese con il naso di maiale. È lui il consulente di
Sherlock!
L'arte di strada è quello che serve per
risolvere il caso, l'arte viva, in divenire. Una scelta tanto più
forte se si tiene conto che, salendo i gradini che portano
all'ingresso della National, Sherlock dice a Watson che oggigiorno
siamo tutti circondati da codici, cifre elettroniche (presentissima
la tecnologia, in questa serie TV: uno strumento davvero
essenziale! Deliziosa anche l'idea di far vedere gli sms in
sovraimpressione, come parte
delle inquadrature).
Per risolvere il loro intrigo serve
qualcuno che si intenda di un codice antico. Ovviamente il giovane
artista di strada non capisce, nè potrebbe, la visione d'insieme
di Sherlock. È Holmes a renderlo utile, a vederlo in
quell'ottica estremamente mobile e a 360°. Quelli all'interno della
National Gallery non possono essere utili per lo scopo specifico di
questo caso. Tutto viene messo in prospettiva (così come nel terzo episodio vediamo Sherlock servirsi dei senzatetto per ottenere rapidamente le informazioni che gli servono). È una scena
particolarmente forte, perchè la National... insomma, è la
National, famosa in tutto il mondo. E il giovane sta sparando vernice
spray su una porta posteriore sì, ma pur sempre della National
Gallery.
Inoltre, in questo episodio vediamo anche
una dimostrazione dei riflessi acutissimi e delle capacità
fisiche di Holmes, che afferra al volo un oggetto che sta
cadendo. Lo Sherlock della serie TV è molto meno fisico rispetto a
quello di Robert Downey Jr, ma non si tira mai indietro di fronte
agli scontri fisici, dimostra agilità nel sapersi muovere e sa usare
il proprio corpo come un vero e proprio strumento perfetto di
percezione.
Insomma, siamo di fronte a una Serie TV irrinunciabile, per i fan di Sherlock Holmes.
Se poi sono amanti dell'intrigo e di una buona azione, ancora meglio.
Se cercano una recitazione incredibilmente teatrale, perfetto...
![]() |
Se poi pensate che Watson e Holmes non la raccontino tutta... magnifico. E' la serie che fa per voi (o slashers di tutto il mondo). |
@ Carla Righetti per Dita di Inchiostro.
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Questo nuovo Holmes è uno spettacolo!
RispondiEliminaUna piccola, imperdibile perla! E hanno da poco confermato la quarta stagione!! (Certo, facessero uscire la terza nel frattempo... xD)
EliminaHo ritrovato questo post, in questi giorni è uscita la terza e sono tutti talmente eccitati che mi è venuta voglia di iniziarla a vedere :)
RispondiEliminaI love it! Una delle migliori serie tv di sempre. Suspence, azione, intrighi amorosi al di fuori dell'immaginabile; il tutto rigorosamente alternato con soprendente maestria in un mix imperdibile d'avventura e d'azione. L'interpretazione degli attori poi è lodevole e rappresenta il coronamento ottimale di tutto questo. SH! we are looking for the 4 season!
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