domenica 14 aprile 2013

La madre: l'amore di una madre è per sempre


È con immenso piacere che questa domenica vi parlo del nuovo film di Guillermo del Toro (il Labirinto del fauno fu oggetto di una venerante recensione da parte mia, tempo fa), stavolta nei panni di produttore: "La madre" (in lingua originale è Mamà, che ha una sfumatura decisamente differente ma il film è così bello che, per una volta, non voglio polemizzare). Guillermo del Toro è stato attirato, infatti, da un corto di produzione spagnola, dall'omonimo titolo, diffuso nel 2008 e realizzato da Andrés Muschietti (qui il link della pellicola, con un'intervista di Guillermo del Toro; segnaliamo anche le interviste alle due bambine e quella ad Annabel). 

Ecco il trailer del film, italiano:



Ci troviamo di fronte a un'altra storia fortemente impregnata di sovrannaturale (fino al gelido  midollo, direi!), con la differenza che stavolta non si ha più il dubbio sulla verità o meno di quello che si vede. Infatti, con "madre" ci si riferisce a un fantasma, un fantasma di donna che è protettivo, forte e fermamente intenzionato a ottenere quello che vuole.
Il punto è: cosa vuole?






La piccolina ha la bocca sporca
per aver mangiato... falene.

La piccolina sta per mangiucchiarsi un po'
i capelli della sorella maggiore...


Perché vedere questo film. Vi scrivo subito le ragioni, in modo che, chi vuole preservarsi da qualunque tipo di spoiler, non legga la sezione trama (che metto dopo le foto più sotto).

1) Un horror da godersi in pieno, senza remore e senza ma. La trama non va a cercare fenomenali eventi e circostanze, poggia sulla qualità dei personaggi e della recitazione più che su effetti speciali (che ci sono e sono mozzafiato, ma non hanno bisogno di coprire una sceneggiatura trascurata, ecco). Non parliamo di uno di quei film che hanno bisogno di farti venire l'infarto per darti l'impressione che, dopotutto, hai visto qualcosa di "forte". Anzi. Le scene di tensione sono sempre costruite, non ci sono quasi mai scintille improvvise. Perché questo film non è "semplice" horror.
2) Anche il "mostro" ha un cuore. Anzi, la sceneggiatura porta a capire, piano piano, che dietro a un presente magari tremendo c'è una grande sofferenza, una storia. L'al di qua e l'al di là, di qualunque tipo si trattino, hanno pari diritti. E avere un cuore significa tanto poter fare del bene, che fare del male.
3) L'eccellente recitazione. Se non fosse stato per le tre volte che sono saltata sulla sedia, mi sarei completamente scordata di star guardando immagini proiettate sullo schermo. Le due bambine  
4) Le emozioni. Voglio ripeterlo, perché "La madre" mi ha regalato dei momenti di spavento, ma, soprattutto, mi ha lasciato, per molto tempo dopo l'uscita del cinema, la sensazione di aver visto qualcosa di intenso, a livello di cuore, che mi ha toccata in modo incredibile e che non si lascia di certo scivolare addosso facilmente.
5) Le figure femminili. "La madre" è un canto delle donne. Annabel, la giovane donna che si trova a fronteggiare la "madre" delle due bambine, è un personaggio di impatto straordinario. Tutte e quattro rappresentano ciascuna un mondo, ciascuna una scelta e un destino. Una lotta senza quartiere, ma anche l'amore e la profondissima pietà, la comprensione. Jessica Chastain, nei panni di Annabel, è perfetta e bravissima e l'adoro (l'avevamo già vista nel bellissimo The Help). Si tratta di una donna molto forte, ma anche immatura, e ancora non pronta a diventare madre e prendersi le responsabilità che ne vengono. Eppure, ama profondamente il suo uomo e proprio per questo sarà disposta a tentare, almeno, di accudire e poi salvare le due nipoti.
6) Mama. È stupenda. Inquietante. Triste. Terribilmente spaventosa, una pura forza che è rimasta in questo mondo perché non ha alcuna possibilità di pace. Il modo in cui gioca con le bambine, in cui le ha nutrite e protette per ben cinque anni, il modo in cui continua a cercarle e seguirle, è straordinariamente reso.
7) Il fiabesco fantastico di Guillermo del Toro. Riuscirebbe a rendere qualunque cosa un prodotto di fruizione perfetto, figuriamoci quando parte da una buona idea e dalla voglia di rappresentare la forza e l'amore delle donne.


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La trama.

Il film inizia con un padre di famiglia, Jeffrey, che sull'onda della crisi finanziaria del 2008 ha la bella idea di uccidere la moglie e portare via, con sé, le due figlie piccole, Victoria e Lilly. Mentre la seconda ha appena un anno e non si rende neanche conto di quello che succede, Victoria è ben cosciente della stranezza della situazione, specialmente perché il padre si mette a guidare sulla neve ad alta velocità... La prima scena è calzante e mi ha tenuta col fiato sospeso, anche se era chiaro che sarebbero finiti giù per il burrone e dritti contro un albero. Si salvano, praticamente illesi, e Jeffrey cammina insieme alle bambine alla ricerca d'un ripato. Trovano una casa abbandonata nel bosco, e presto l'uomo avrà a che fare con l'amore protettivo di un essere sovrannaturale... Nel frattempo suo fratello, Lucas, spende tutti i propri risparmi cercando di ritrovare le bambine, cui è molto legato.
Dopo ben cinque anni i suoi sforzi sono ripagati, le piccole vengono ritrovate, ma versano in uno stato primitivo e animalesco. Vengono quindi portate presso una struttura psichiatrica in grado di affrontare la loro situazione, in particolare affidandole al dottor Dreyfuss. Quest'ultimo, studiando il caso, crede, in un primo momento, che Madre sia una proiezione inconscia di Victoria. Ben presto, però, viene a scoprire cose inquietanti sul passato del loro angolo di mondo...
Cose ancora più gravi accadono nel frattempo, tanto che Lucas si trova momentaneamente impossibilitato ad agire, e le bambine, nonché il fantasma, restano nelle mani della sua ragazza, Annabel. La giovane donna, che suona in una rock band ed ha un caratterino meravigliosamente viperoso, non è per niente contenta di essere lasciata con le piccole, e ben presto comincerà a rendersi conto di quello che ha davvero tra le mani...
Il film continua tra una cosa e l'altra. E il finale è un capolavoro. (<-- questa riga ha il solo scopo di poter dire che il finale è una bomba e io ho pianto e sono rimasta tanto soddisfatta).

4 commenti:

  1. sembra bellissimo e toccante e tutto il resto. ma io non riesco neanche a leggere dylan dog senza avere gli incubi per anni. morirei per una cosa del genere! ;_;

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    1. In parte ti invidio, a me i film horror (o le cose horror in generale) in genere divertono e basta xD Non provo alcun "brivido"

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  2. Un film pregevole, soprattutto per l'inizio, assai interessante, e il finale, molto commovente.
    L'unico, grandissimo neo è proprio la madre, condannata da una computer graphic veramente brutta.
    Peccato, se avessero scelto di non mostrarla il film avrebbe potuto essereu un capolavoro!

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    1. La stessa cosa è successa con altri film horror. Alle volte è meglio "non mostrare ma alludere" che mostrare... capisco che si deludano le aspettative, ma non sempre conviene cercare di soddisfare il pubblico a tutti i costi!

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