martedì 29 ottobre 2013

Prisoners, il nuovo angosciante thriller di Hugh Jackman e Jake Gyllenhaal

E ogni giorno si chiederà perché non sono lì con lei.
Lo capisce questo? Io, non lei! Non lei, detective! Ma io! OGNI GIORNO!”

Prisoners, il nuovo thriller psicologico del regista Denis Villeneuve (La donna che canta, candidato all'oscar come miglior film straniero 2011), è un'opera amara, che getta una luce fredda e implacabile sull'animo umano.

La trama. Boston, America. Durante la tranquilla giornata del Ringraziamento due famiglie si riuniscono per festeggiare, ignare della tragedia che si abbatterà di lì a poco nelle loro vite. Le due figlie più piccole infatti spariscono, inghiottite “nel nulla”: nessuno ha visto o sa niente. L'unica traccia è la testimonianza del fratello di una delle due bambine, che dice di averle viste giocare nei pressi di una vecchia rulotte poco prima della sparizione. Questa flebile pista condurrà gli investigatori sulle tracce di Alex Jones (il bravissimo Paul Dano), un ragazzo con seri problemi mentali, che però non rivelerà nulla al pur tenace Detective Loki (Jake Gyllenhaal) e sarà rilasciato a breve per mancanza di prove. Ma il padre di una delle due bambine, Keller Dove (Hugh Jackman), è disposto a tutto pur ritrovare sua figlia, anche a oltrepassare la linea che separa l'essere umano dal mostro...



Il commento. Prisoners è un film lento, con svariate sottotrame che si intrecciano fra loro fino a formare un enorme (e bellissimo) quadro generale.

Il tema di fondo è il classico “cosa sei disposto a fare pur di salvare tua figlia?”, presente in molti altri thriller come il famoso “Io ti troverò” (“padre” di molti meme sul web), ma a differenza di questi affronta il tema da un approccio psicologico. Keller non è un superuomo, un'ex agente dei servizi segreti o un detective in pensione: è un lavoratore precario che fatica ad arrivare a fine mese, una persona comune e onesta che si ritrova catapultato all'improvviso in una realtà di puro orrore, di quelle che vedi solo in tv capitare agli altri, a persone sconosciute che non hanno nulla a che fare con te.

Inghiottite nel nulla”; questa è una frase che si sente ripetere spesso in relazione ai casi di bambini scomparsi. E il nulla, l'incertezza del loro destino, è proprio quello che fa più paura. Chi le ha prese, e a quale scopo? Soffriranno in questo momento? Avranno freddo mentre io sono al sicuro e al caldo sotto le coperte? Avranno paura, invocheranno il mio nome senza capire perché non vada a salvarle?

Sono pensieri capaci di portare un uomo alla follia. Ed è quello che succede a Keller, in un graduale processo di autodistruzione che lo porterà a commettere atti innominabili pur di ritrovare sua figlia.

In un binario parallelo, si muove il detective Loki. Un eccellente detective che ha portato alla risoluzione ogni caso affidatogli, e affronta questo con un atteggiamento all'inizio distaccato, analitico, ma mano a mano che i giorni passano diventa sempre più coinvolto. Perché i casi di bambini scomparsi, se non stai attento, possono risucchiarti l'anima.

E che dire della figura del ragazzo debole di mente Alex? E' un mostro, o un povero innocente tirato in mezzo perché “diverso”? Lo odi in quanto potenziale “mostro” ma finisci per provare pena per lui, poi ti ricordi di cosa è sospettato e lo odi di nuovo, ma la compassione è sempre più forte così come la consapevolezza di quello che potrebbe aver fatto e come spettatore sei lacerato, diviso fra la rabbia di Keller e il ragionamento freddo e logico (ma impotente) di Loki...

Gli attori hanno tutti dato il meglio di sé. Interpretazioni magistrali, che ti fanno provare empatia per ogni singolo personaggio. La sceneggiatura, pur non essendo priva di buchi (o forse sono io che non l'ho capito nel caos di dettagli e sottotrame, ma la “vittima” del prete cosa c'entrava?), è coinvolgente e ti tiene incollato allo schermo: vuoi sapere, vuoi vedere la fine, la catarsi di tutti i numerosi elementi messi in gioco, quasi urli agli attori sullo schermo cosa devono fare – e non, per una volta, perché sono oltremodo stupidi, ma perché fai il tifo per loro!


Un ottimo film, sicuramente un must per gli appassionati del genere ma anche due ore di decente intrattenimento per tutti gli altri. Consigliato! 

Il trailer:


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