Mi importa solo l'effetto delle mie
azioni su di me e sulla mia vita: il mio viso dopo l'amore, la luce
nei miei occhi, il mio corpo che torna intero, le parole che mi
scaldano e mi fanno nascere delle storie in petto.
Dover
"gironzolare" dieci minuti ogni mattina per prendere tempo,
vedersi passare avanti gli sconti, cominciare a conoscere gli
scaffali e riconoscere i posti degli autori, sì che fa male
al portafoglio. Approfittando degli sconti in corso Feltrinelli ho
preso due libricini su cui avevo messo gli occhi da tempo, entrambi
di Salwa Al-Neimi,
scrittrice e poetessa siriana. I due testi sono "La
prova del miele" e "Il
libro dei segreti".
Entrambi
sollevano il "velo" ai pregiudizi occidentali e
all'ipocrisia del dogmatismo islamico, sulla donna, la sua sessualità
e il mondo fittissimo di relazioni, amori clandestini, e sul sesso
nella società araba di ieri e oggi.
Un po' impropriamente, avevo visto per la prima volta "La
prova del miele" cercando
nella sezione erotismo alla Feltrinelli vicino a Piazza della
Repubblica (per la cronaca, quel giorno stavo cercando "Vita
di un libertino" di
Ihara Saikaku,
mica quella robaccia di "Cinquanta
sfumature... di
pattume").
Dico
impropriamente perché l'autrice, in una intervista per RaiNews, chiarifica di
non aver scritto un "libro erotico". Un libro scritto in
prima stesura in arabo, perché è la lingua
araba a possedere una
particolare inclinazione per il piacere e l'amore. E, per dirlo, si
risale alla fiorente tradizione della trattatistica erotica islamica,
in primis "Il giardino profumato delle delizie
sensuali", di Sheikh
Nefwazi (devo mettere
mano anche su questo libro, ormai è un must; trovate, se volete, la
traduzione inglese qui).
Il
titolo si riferisce a una frase si Ibn
al-'Arabi: "la prova
della dolcezza del miele è il miele stesso".
(Ps: Nel caso interessasse a qualcuno, come se non bastasse l'interesse generale suscitato dal libro, contava una citazione di Kavafis in apertura - domani o dopodomani, o forse tra anni, scriverai la poesia indomabile che ha avuto qui il suo inizio -, e io ho un debole per Kavafis, anche se era omosessuale, posso farci poco!).
Andiamo
alla nostra autrice. Nata in Siria,
nel 1950, a Damasco, laureata in Letteratura
Araba proprio presso
l'università della capitale siriana, trasferitasi a Parigi
negli anni Settanta (e ancora lì vivente).
"La
prova del miele" è scritto
in prima persona, come autobiografia (non so se reale o meno). Come
dice l'autrice nell'intervista
all'editore Feltrinelli, il libro non è nè un romanzo nè più che
un romanzo, non ha un genere specifico, in quanto voleva essere
principalmente un omaggio ai testi
erotici arabi antichi.
Per questo doveva essere libero nei contenuti, e dunque anche nella
forma. Infatti, ciascun capitolo ha un titolo e in ogni capitolo si
fa un piccolo viaggio, in storie, mondi privati, appena toccati e
rivelati con una luce delicata e smaliziata (non maliziosa, proprio
no, c'è un tono molto femminile
ma sacrale, nel modo in cui la voce in prima persona si racconta e
narra di altri).
A tutti
i riferimenti (impliciti o meno) si aggiunge la storia d'amore della
voce narrate con un uomo, il Pensatore, una figura assolutamente
speciale nel panorama ampio e vissuto della vita di questa donna
libera. Come (assai
giustamente, penso) l'autrice sottolinea nell'intervista, ci sono
alcuni pilastri in questo piccolo testo (piccolo di mole ma
"possente" in ogni riga), che lo rendono una lettura
incredibilmente piena, e "flautata": anzitutto, la gioia,
la felicità, la leggerezza di cui è intriso. Pur assumendo su di sè
tutto il peso dell'infinita complessità dell'erotismo, ha ali forti
e non si lascia scalfire dalla morbosità di cui, solitamente, la
sessualità in forma scritta soffre (e fa soffrire il lettore).
Inoltre, questa donna araba non fa dichiarazioni di libertà, fa
molto di più: agisce come donna libera. Citando l'autrice, "lavora,
studia, legge, scrive, viaggia, vive pienamente la sua vita; e tutta
questa libertà, tutta questa fioritura viene dal fatto che
appartiene a questa cultura".
Salwa al-Neimi insiste proprio sulla "complessità
della donna araba",
su legame così forte a una cultura che non impedisce apertura verso
le altre. E che, in summa, spezza via un po' di certezze che
l'Occidente progredito nutre su se stesso e la propria "civiltà"
(un discorso molto molto complesso, lo accenno come punto d'interesse
per iniziare una riflessione).
Aggiungo
inoltre: pensando a cosa accade in Siria da tempo il contrasto è
tanto più atroce. Eppure, anche se il libro è sospeso tra un
presente sensuale e vivo, il passato di trattati antichi e vicende
quotidiane, non lascia l'impressione di un divertimento o di una
divagazioni fini a se stesse. Il messaggio dell'autrice è enorme.
Non sta a me riferire, vi posso lasciare un'altra citazione
"Sono solo corpo, lo so, non
possiedo nient'altro. Il mio corpo è la mia intelligenza, la mia
consapevolezza, il mio sapere. Chi desidera il mio corpo mi ama. Chi
ama il mio corpo mi desidera. Questo è il solo amore che conosco,
tutto il resto è letteratura".
Titolo: La prova del miele.
Autore: Salwa al-Neimi.
Editore: Feltrinelli.
Prezzo: 6,50.
Pagine: 105.
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Mi intriga questo libro, sopratutto per l'argomento trattato. La prossima volta che passo in una Feltrinelli lo cercherò sicuramente ;)
RispondiEliminaNiente di che, c'è di meglio!!!!!!!
RispondiEliminaSuperlativo. Il mio libro preferito. L'ho letto 5 o 6 volte.... L'ho acquistato per caso .... Mentre conoscevo il mio pensatore... Una rivelazione!.....
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