giovedì 28 marzo 2013

1Q84 libro terzo: quando finisci una lettura e guardi fuori cercando la luna...


Mi ritrovo oggi a parlare di un romanzo che acquistai non solo un anno fa. Di più: lo presi il giorno stesso che uscì, pronta in pole position in libreria. Dopotutto, lo avevo aspettato con grande ansia, visto che "1Q84 – Libro primo e secondo", romanzo di Haruki Murakami, lo avevo letto febbrilmente, e recensito su questi lidi.
"1Q84 – Parte terza. Ottobre – dicembre" era il romanzo del semestre, da parte mia.
Eppure, ci ho messo quasi un anno a finirlo.
Non me ne pento.
Ho riletto molti capitoli, sono andata avanti un po' per volta. Non volevo che finisse, e mi sono lasciata crogiolare dall'attesa, dalla lenta assimilazione, tenendolo sempre da qualche parte a portata di sguardo.


Temevo che mi deludesse? No.
Temevo di "perderlo"? Sì. Devo ammettere che la trama, per quanto particolare, non è migliore di altri romanzi di Murakami. Forse sono di parte perché lo adoro, ma penso che "Kafka sulla spiaggia" sia in assoluto il coacervo più potente mai creato dalla sua mente. Eppure, la storia di Aomame e Tengo, il mito e il rito della crisalide d'aria intessuta dai little people, le due lune, la mother e la daughter, sono tutti binomi che mi hanno lentamente contaminata e in qualche modo trascinata dentro un mondo dietro altri mondi.



Anzitutto, infatti, "1Q84" è un'opera metafisica. Murakami ha disteso sul tavolo un mazzo di arcani maggiori, li ha combinati ed ha presentato al lettore un edificio enorme di luoghi, dettagli, simboli, che ricorrono e compongono il ritmo segreto del romanzo. Il fatto che Aomame e Tengo rincorrano, inconsciamente e inesorabilmente, i destini l'uno dell'altra, è reso possibile da quello sfaldamento del mondo "normale", quotidiano, il 1984, e l'entrata di Aomame in un altro mondo, che lei chiama il 1Q84, e Tengo Il paese dei gatti (concediamoci il piacere di ricordare una curiosità: ne "Il profumo del legno di sandalo" di Mo Yan, che ha soffiato il Premio Nobel per la letteratura 2012 proprio a Murakami, ha un ruolo essenziale l'Opera dei gatti. Curiosità del destino...).
L'esistenza di mondi diversi, per strani e incredibili che siano, è conseguenza della profonda diversità dei protagonisti e co-protagonisti di Murakami. Anche in un romanzo come "Norwegian Wood", il meno "peculiare" dei libri scritti dal nostro autore, la diversità ha il suo peso, una gravità che porta lontano: che si tratti della morte o di una situazione mentale fortemente decentrata rispetto al vivere concreto, i personaggi di Murakami cercano nuove strade, percorrono dimensioni sotterranee (spesso letteralmente), hanno uno spazio e tempo tutti loro, e fanno anche incontri strani.
Uno degli aspetti che più ho amato di "1Q84" è, inoltre, la costruzione e decostruzione di come si scrive un romanzo, e quasi l'interrogativo che cos'è il romanzo? Il libro della fragile e misteriosa Fuka-Eri, infatti, "La crisalide d'aria" (in inglese suona divinamente: Air Chrysalis), è un romanzo dentro il romanzo e il motore di tutte le vicende. Con la sua pubblicazione, coinvolge Tengo e Aomame nella serie di eventi che li porta sempre più vicini, nonché a una novità bellissima, che avviene in modo perfettamente logico secondo la logica illogica del 1Q84.

Un romanzo cambia il mondo, un romanzo crea il mondo. E, come al solito in Murakami, alcuni interrogativi restano sospesi. Murakami non ha la mania di razionalizzare e spiegare tutto. Molto viene lasciato nell'implicito, perché non c'è modo più perfetto di dar vita a un intero mondo che creare dei principi che non sono a loro volta spiegabili. Sono perché sono. E in questo la riuscita perfetta del romanzo è davvero ammirevole. Tanto che, ripeto, anche con pause lunghe nel mezzo era tutto così nitido, sia stilisticamente che contenutisticamente, che non c'era bisogno di rileggere il capitolo precedente per andare avanti con quello nuovo.

Viene dato spazio a un terzo personaggio: se il respiro del Primo Volume era binario (Aomame-Tengo), adesso viene lasciato grande spazio anche al detective privato, che lavora per il Sakikage, sulle tracce di Aomame e Tengo: il signor Ushikawa.
Se potessi dire qualcosa a Murakami, direi: "mi hai fatto entrare nella testa uno come Tengo, e non credo lo dimenticherò mai facilmente". Ushikawa è ambiguo e repellente, eppure lentamente il lettore viene tirato dentro anche al suo mondo...

Immagine presa da
questo blog spagnolo.
Lentamente. Un avverbio che descrive tutto il romanzo. L'azione è ridotta a serie quasi infinite di piccoli gesti, pensieri, ricordi. Un passo per volta, alla cieca o volontario, fa avanzare lentamente i personaggi per percorsi tortuosi, che non hanno un senso vero e proprio – o almeno, ce l'hanno eccome, perché siamo nel 1Q84 o altrimenti detto Il Paese dei Gatti, pertanto le regole del gioco sono diverse. Tutto il romanzo è un elogio dell'attenzione, dell'ardore intimo del pensiero e del sentimento, ma anche del freddo che penetra nelle ossa, perché siamo in inverno e l'anno si conclude con Aomame e Tengo che... Non ve lo dico! Posso solo dire che di sorprese ce ne sono tante, di cose impreviste in un angolo dell'universo pure, e Murakami non smette di sognare e regalarci un sogno che dà vita a mondi dentro la nostra mente.
Per questo lo amiamo.



Un ultimo appunto: i titoli dei capitoli. Ma quanto possono essere belli e commoventi dei titoli di capitolo?! Colpo basso, colpo basso!

Se non avete letto questo romanzo, bene: prendetelo. C'è tutta la vita, di questo e degli altri mondi.

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