Jonathan
Strange & il Signor Norrell,
opera
d'esordio della scrittrice britannica Susanna
Clarke,
è un libro che ami o odi. All'autrice ci sono voluti ben nove anni
per completare la stesura di quest'opera mastodontica, un fantasy
ambientato nell'Inghilterra di inizio 1800 arricchito da un'infinità
di particolari storici (più o meno piegati alle finalità della
narrazione), dalla società inglese del periodo alla guerra contro
Napoleone Bonaparte.
La
trama.
Jonathan
Strange & il Signor Norrell
narra
di un mondo dove la
magia
non solo esiste, ma ha avuto un ruolo attivo per tutto il Medioevo
grazie all'opera del leggendario mago il Re
Corvo,
che si racconta avesse regni nell'Inghilterra del Nord, nei Regni
Fatati e persino all'Inferno, dove trattava da pari con lo stesso
Lucifero. La sua vita e le sue opere influenzarono la società per
secoli, e la magia conobbe il periodo più fiorente della sua
esistenza diventando un potere pari e superiore alla religione. Ma un
giorno, misteriosamente, il Re Corvo scomparve e lentamente la magia
iniziò ad abbandonare l'Inghilterra. Nel presente (anno 1806) viene
studiata in pochi libri residuo di un'epoca ben più gloriosa da
vecchi signori noiosi e sedentari, che neanche si sognano di
praticare un incantesimo, e preferiscono fregiarsi del titolo di
“maghi teorici”.
Norrell possedeva diversi talenti, ma la capacità di leggere nel cuore degli uomini e delle donne non era fra questi. |
Questa
atmosfera perbenista e borghese viene sconvolta dal coming out del
signor Norrell,
un tranquillo e misantropo signore che trascorre la vita rinchiuso
nella sua casa di campagna a collezionare e studiare vecchi testi di
magia. In risposta ad una sfida compie per la prima volta da quasi
trecento anni una magia. In cambio, pretende che ogni cosiddetto (e
da lui disprezzato) “mago teorico” abbandoni subito la sua
professione, poiché solo lui è degno di essere chiamato con il
titolo di mago. In seguito si trasferisce a Londra, inseguendo
l'ambizione un po' folle di riabilitare
la professione di mago,
inquinata da troppi teorici e cialtroni che vendono filtri d'amore ai
lati delle strade. E quale miglior modo di farlo se non proporsi come
arma vincente contro Napoleone,
che spadroneggia in Europa?
Tuttavia
all'inizio non viene ascoltato, e affidandosi alle mani di ambigui
gentiluomini decide di riportare in vita una giovane donna morta di
malattia. Per compiere ciò prende accordi con un elfo, un abitante
dei Regni Fatati. In accordo alla sua natura malvagia l'essere
pretenderà ben più del mignolo della bella signorina in cambio
della sua vita…
La fama di Norrell esplode
immediatamente. Il governo inglese inizia ad affidargli incarichi
sempre più numerosi e rinasce l'interesse per la magia. Tuttavia
egli, considerandosi l'unico in grado di capirla e padroneggiarla, si
premura di acquistare ogni libro esistente sull'argomento per
nasconderlo nella sua biblioteca – del resto lui ama molto di
più i libri delle persone.
Nel
frattempo un gentiluomo di campagna, tale Jonathan
Strange,
senza particolari problemi di denaro ma annoiato
dalla vita e indeciso sul futuro,
decide quasi per scherzo in seguito alla profezia di un vagabondo di
intraprendere la carriera di mago. Come primo passo tenta un
incantesimo che gli riesce perfettamente e decide quindi di
trasferirsi a Londra e diventare allievo di Norrell. L'anziano
signore è straordinariamente entusiasta di incontrare un altro mago,
così geniale poi, anche se lui stesso aveva fatto di tutto affinché
nessun altro imparasse la magia. Ma i loro caratteri così diversi,
Norrell il Pauroso
e Strange l'Arrogante,
li condurranno prima o poi ad uno scontro, sulla scia di un'antica
profezia risalente al Re Corvo …
La
struttura.
Nonostante
la lunghezza, questo è solo l'incipit della storia. Una trama ricca
di dettagli e riferimenti storici, con note a pié di pagina che a
volte occupano intere pagine e narrano altre storie. La struttura
del libro è ripresa da le Mille e una Notte,
ovvero un racconto-contenitore
basato su Strange e Norrell e decine, se non centinaia di piccoli
racconti sparsi nel libro in modo da dare vita ad un mondo
vivo e variegato.
Talmente variegato che spesso anche il lettore più allenato deve
posare il libro e fare un bel respiro per elaborare tutte le
informazioni con cui l'autrice lo bombarda, un effetto non dissimile
da quello provocato dalla lettura de Il
Signore degli Anelli.
Lo
stile
dell'autrice è
originale, e si
discosta da molti autori fantasy moderni
di successo, i quali di solito prediligono una lettura veloce
inserendo meno dettagli possibili, per invogliare i lettori più
giovani (come se il fantasy fosse la riduzione all'osso di quanti più
dettagli possibile, invece che la creazione di un mondo realistico
anche se mosso su principi di mito e magia!). E' uno stile che
ricorda molto quello di Jane
Austen,
una Jane più maschile nei toni, narratrice
di fantasy invece che di amore.
I
temi.
La
Clarke prende
spunto dall'Inghilterra com'era realmente nel 1800
e vi inserisce in parallelo una mitologia
di sua invenzione, quella del Re Corvo, leggendario mago sovrano la
cui opera ha influenzato un intero paese e si mormora un
giorno tornerà a regnare nelle sue terre (una
sorta di ambiguo e
oscuro Re Artù).
Gli
stessi Strange e
Norrell non fanno altro che inseguire, volontariamente o meno,
l'ombra del Re per tutto il libro,
e si può anzi dire a ragione che questi sia un terzo
protagonista,
mai presente ma sempre citato. Viene anche abilmente intessuta la
trama di un mondo
che ha perso se stesso. Dimenticando la magia, la vera
magia che Strange e
Norrell riescono a malapena ad afferrare, quella che scorre nei
fiumi, vive nelle piante, dimora nelle pietre e nei cieli,
l'Inghilterra ha in un certo senso dimenticato se stessa.
Ogni pagina del libro è pregna di una
struggente nostalgia, quella dei Maghi verso il Re Corvo. Egli
ha portato nel mondo la magia e poi se ne è andato, riprendendosi il
suo dono e abbandonando i maghi a se stessi, come figli traditi dal
padre. Alcuni lo ammirano, altri lo disprezzano poiché feriti dal
suo abbandono (un dolore ancora vivo dopo secoli), ma tutti
inevitabilmente finiscono per cercarlo percorrendo la strada verso la
conoscenza della vera magia tracciata da lui. E' anche una nostalgia
verso un mondo ideale, ove l'uomo viveva a stretto contatto con
la natura.
"Un giorno", le disse, "troverò la formula e scaccerò la Notte. E quel giorno verro da te." "Si. Un giorno. Ti aspetterò fino ad allora." |
La magia per gran parte del libro non è
altro che uno strumento, un punto di partenza da cui prendono
vita centinaia di sottotrame che corrono di pari passo con la storia:
l'incapacità e l'inconcludenza dei politici, più odiati e
ignorati che amati, la pazzia di Re Giorgio III che Strange
tenta vanamente di curare (per poi capire che la pazzia è molto
più vicina alla magia di qualsiasi normalità), la straordinaria
forza e ironia di un personaggio come Lord Wellington eterno
nemico di Napoleone e molto altro ancora.
Il commento.
Un libro amato od odiato, come dicevamo all'inizio della recensione.
Odiato perché se il lettore non riesce ad apprezzare la prolissità dello stile, può venire scoraggiato dalle
prime cento pagine e dal generale ritmo lento del libro. Amato perché
se persiste nella lettura, inconsciamente nel corso dell'opera
sviluppa un attaccamento al mondo e ai personaggi del libro, e prova
dispiacere ad arrivare alla fine come se non fosse stato nutrito a
sufficienza da quasi novecento pagine ricche di dettagli e
sottotrame. Non è un amore passionale quello che si può provare per
questa storia, ma un amore più moderato, che nasce e cresce come
il fuoco in un camino d'inverno piuttosto che espandersi come un
incendio. Alla fine il lettore finisce per amare l'arroganza di
Strange, e perché no anche l'insopportabilità di Norrell, e a
provare una struggente nostalgia – come ogni buon mago inglese che
ancora lo attende – per il Re Corvo.
La
lettura è gradevolmente arricchita da numerose illustrazioni
in bianco e nero,
che ricordano schizzi fatti con il carboncino. Pur presentando i
personaggi in forma molto stilizzata, contribuiscono a calare il
lettore nell'atmosfera. Sempre per TEA è uscito recentemente Le
dame di Grace Adieu e altre storie di magia,
una raccolta di novelle legate al mondo di Strange e Norrell, a
riprova di come la fervida fantasia dell'autrice non riesca proprio a
staccarsi anche dopo quasi vent'anni dal vastissimo mondo del libro.
"E
in certi momenti vorrei davvero andarmene."
"E dove?" Sir Walter era stupefatto: nessun luogo gli piaceva quanto Londra, con i suoi lampioni a gas e i suoi negozi, le caffetterie e i club, le migliaia di belle donne e di pettegolezzi, e pensava che fosse così per tutti.
"Oh, dove gli uomini come me usavano andare tanto tempo fa, girovagando per sentieri ignoti agli altri. Dietro il cielo, dall'altra parte della pioggia".
"E dove?" Sir Walter era stupefatto: nessun luogo gli piaceva quanto Londra, con i suoi lampioni a gas e i suoi negozi, le caffetterie e i club, le migliaia di belle donne e di pettegolezzi, e pensava che fosse così per tutti.
"Oh, dove gli uomini come me usavano andare tanto tempo fa, girovagando per sentieri ignoti agli altri. Dietro il cielo, dall'altra parte della pioggia".
Jonathan Strange a Sir Walter
Nota: questa recensione, scritta da me, era stata pubblicata sul blog Redazione Meta, a questo indirizzo. La ripubblico qua su Dita D'Inchiostro perché presto ci occuperemo di un'opera strettamente collegata. Ho aggiornato la recensione correggendo gli errori, aggiungendo pezzi ed immagini. Colgo l'occasione per ringraziare nuovamente i ragazzi di Meta per avermi concesso il loro spazio ai tempi. :)
Titolo:
Jonathan Strange & Il
Signor Norrell.
Autore:
Susanna Clarke.
Editore:
TEA.
Pagine:
887.
Prezzo:
€ 9.80.
@Daniela
Guadagni, Dita D'Inchiostro.
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