Questa domenica presentiamo un testo
sulla danza e il teatro indiano. Una forma d'arte in movimento
raffinatissima ed estremamente elaborata, con moltissime forme che
simbolizzano eventi dell'anima e naturali: affascinante, seducente,
anche se a tratti lontano dal nostro modo di guardare all'arte.
Anticipiamo quindi alcune considerazioni che faremo a proposito di un libro che abbiamo segnalato ("Passioni d'Oriente"), la scorsa volta, nell'elenco di suggerimenti per un Grand Tour d'Oriente. Lì troveremo interessanti riferimenti al teatro indiano e alle sue specifiche differenze rispetto a quello Occidentale... ogni cosa a suo tempo.
Anticipiamo quindi alcune considerazioni che faremo a proposito di un libro che abbiamo segnalato ("Passioni d'Oriente"), la scorsa volta, nell'elenco di suggerimenti per un Grand Tour d'Oriente. Lì troveremo interessanti riferimenti al teatro indiano e alle sue specifiche differenze rispetto a quello Occidentale... ogni cosa a suo tempo.
Adesso, vi presentiamo
un'opera che vi farà incontrare la Bharatanatyam!
Ananda Coomaraswamy (1877 –
1947), il più grande esperto di storia dell'arte indiana, è stato
il traduttore, in inglese, di un trattato importantissimo di
drammaturgia indiana, l' Abhinaya Darpana, risalente
almeno al XIII secolo e scritto da Nandikesvara. Stiamo
parlando di quel che in inglese sarebbe diventato The Mirror of
Gesture, e in italiano Lo Specchio del Gesto.
Un trattato sulla danza Bharatanatyam,
la più antica forma di ballo, ritmo, musica e drammaturgia
dell'India, tipica della parte sud, con il cuore nella città di
Madras. Nel 1917 Coomaraswamy lo traduce dal sanscrito,
proprio nello stesso anno in cui accettava di diventare curatore
della prima sezione di arte indiana del Museum of Fine Arts
di Boston. Coomaraswamy era attivo sin dal 1904, in cui aveva
cominciato a pubblicare, e lo sarebbe stato fino alla sua morte. Con
l'incarico ricevuto a Boston, sarebbe stato il primo ad allestire una
mostra del genere in un museo americano. Negli anni 30' venne in
contatto con l'opera di René Guénon, studioso fortemente
prolifico di orientalistica, di cui condivise l'impostazione e che
ricambiò la stima recensendo personalmente i contributi di
Coomaraswamy.
Sarebbe
stato Brahma
stesso
a redigere, su richiesta degli altri dèi, i testi d'arte drammatica,
affinchè ci fosse un quinto
Veda di
cui tutti
potessero
usufruire. Brahma si propone così di creare, "seguendo il
moviemnto segreto del mondo", un quinto Veda "che contenga
il significato di tutte le Scritture e che illustri tutte le arti".
Il risultato è un dispositivo magnifico che permette di esprimere
gli stati d'animo, che presenti un codice
ben stabilito di gesti, espressioni e movimenti cui l'attore è
legato in modo perentorio. In particolare le mani si flettono secondo
diverse forme, chiamare mudrā
("sigilli"), richiamando il legame essenziale della danza
tanto con il sacro quanto con la scultura, senza escludere (come
storicamente non è ovviamente accaduto) una declinazione più
estetica del genere teatrale.
Il
trattato inizia con un'invocazione a Śiva,
il
danzatore per antonomasia nell'universo mitico e rituale indiano.
Segue l'illustrazione degli elementi che occorrono per la danza, i
movimenti della testa e i loro significati (come esprimere ebbrezza,
orgoglio, pudore, finta indifferenza, stupore, e tutte le sfumature
dell'anima umana), poi, illustrando sempre i relativi sensi e
controparti emotive, quelli degli occhi, delle sopracciglia, del
collo, i gesti a una mano e quelli a due mani.
A questi ultimi è
riservato ampio spazio nel libro, con delle immagini che mostrano
concretamente il gesto in descrizione, fino ai capitoli che fanno
corrispondere a essi le relazioni
umane,
le divinità
celesti,
i nove
pianeti,
gli Avatara
di Visnu (detti
anche Maha
Avatara o
Dasavatara),
i Rakshasa
(i
demoni divoratori di carne umana), imperatori
famosi, i Sette
Oceani,
i fiumi
famosi, i Mondi
Superiori e Mondi Inferiori,
alberi,
animali,
le creature
volanti
e quelle acquatiche.
Abbiamo riportato l'elenco completo dei tipi in cui sono catalogati i
gesti delle mani per accennare alla estrema
ricchezza
di questo codice di danza ed espressione, un linguaggio completo che
accenna a secoli di civiltà, con un amore puntiglioso per la
compilazione completa, tipico della mentalità indiana.
Non diciamo di più, lasciando eventualmente ai curiosi il piacere di scoprire i significati speciali e specifici. Alla traduzione in italiano segue il testo integrale in sanscrito e un utilissimo Glossario.
Più che le parole possono i video, quindi... buona visione!
Non diciamo di più, lasciando eventualmente ai curiosi il piacere di scoprire i significati speciali e specifici. Alla traduzione in italiano segue il testo integrale in sanscrito e un utilissimo Glossario.
Più che le parole possono i video, quindi... buona visione!
Titolo: Lo specchio del gesto.
Autore: Nandikesvara.
Editore: CasadeiLibri (ecco il link alla loro pagina).
Pagine: 173.
Prezzo: 16,00.
@ Carla Righetti per Dita di Inchiostro.
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