domenica 2 dicembre 2012

Giant Killing, il calcio dei professionisti


Di nuovo una recensione non programmata (mea culpa!), e su di un manga che a dirla tutta ho esitato a lungo prima di comprare (mea culpa 2!) pur avendo visto e apprezzato ai suoi tempi la serie televisiva.

Giant Killing ha anche l'onore di essere il primo seinen (per chi non lo sapesse, con questo termine si indicano quelle opere indirizzate ad un pubblico “maturo”, con temi più adulti e complessi rispetto agli shonen) ad essere recensito qui su Dita D'Inchiostro.

La trama. Dopo un glorioso passato, la squadra di calcio dell'Etu (East Tokyo United) è ormai allo sbando. A causa di una serie di allenatori incompetenti, l'Etu non riesce a vincere più nessuna partita, e molti giocatori abbandonano la squadra. Gli stessi tifosi, tranne uno zoccolo duro di appassionati, hanno perso le speranze e così gli sponsor. Goto, il dirigente della squadra, accompagnato da Yuri, la giovane addetta alle pubbliche relazioni, intraprende un viaggio in Inghilterra allo scopo di ritrovare Tatsumi, l'ex asso dell'Etu e suo amico di gioventù. 

Tatsumi ormai si è ritirato dalle competizioni, e ha intrapreso la carriera di allenatore. Il suo sogno è quello di realizzare il miracolo calcistico per eccellenza, ovvero il Giant Killing:  quando una squadra debole e senza speranze batte una squadra forte.

Il sogno del Giant Killing è ciò che spinse Tatsumi ad abbandonare l'Etu all'apice della sua gloria. Ma sarà anche ciò che lo spingerà a tornare alla squadra della sua giovinezza e nella sua amata città natale, mai davvero dimenticata.

Il suo ritorno non sarà però ben accolto da tutti. Sebbene Tatsumi venga ricordato da alcuni come un eroe, il simbolo di un'epoca diversa e migliore, molti diffidano di lui in quanto “traditore” della squadra. Il suo detrattore più critico è Murakoshi, il capitano dell'Etu, che entrò nella squadra proprio grazie alla sua ammirazione per Tatsumi. Murakoshi è stato l'unico a non perdersi mai d'animo, e a sostenere l'Etu nei suoi momenti più critici, diventando il pilastro stesso del club. Nonostante i suoi numerosi sforzi, il capitano non è riuscito ad arginare il progressivo disgregamento dell'Etu, ma non ha mai smesso di sperare di riuscire a riportare la squadra agli antichi fasti.

Per questo Murakoshi non è affatto entusiasta quando la prima azione di Tatsumi come coach è quella di escluderlo dai titolari, preferendogli il giovane ma inesperto Tsubaki...


Una visione atipica del calcio. Non mancano innumerevole opere sul calcio, sport amatissimo in Giappone e stra-conosciuto a livello mondiale. Dunque perché leggere e acquistare proprio Giant Killing?

Innanzitutto, perché non è il tipico manga sportivo “fondiamo un club e andiamo al torneo nazionale lolz!”. L'Etu è una squadra di professionisti, e quindi i suoi membri sono tutti calciatori che giocano per mestiere, percepiscono uno stipendio e hanno una carriera a cui pensare. Ciò influenza profondamente il loro atteggiamento, specialmente nei confronti di una squadra che non riesce a portare a casa risultati, e quindi limita le loro possibilità di procacciarsi contratti più vantaggiosi.

Insolito è anche il fatto che il protagonista della storia, Tatsumi, sia un allenatore e non un calciatore. Di solito gli allenatori sono figure importanti, ma secondarie rispetto agli atleti, eroi in campo e nella storia. Giant Killing invece mostra come funziona il mondo dietro le quinte, e le scelte talvolta dolorose ma necessarie che un allenatore deve fare per portare la squadra al successo. Un allenatore deve quindi essere sopratutto coraggioso, ma anche dotato di  spirito critico e capacità di osservazione per tirare fuori il meglio dai suoi atleti. E non dimentichiamo le ore passate a studiare le tattiche degli avversari e ad elaborarne di proprie per contrastrarli!

Sebbene per certe sue scelte tattiche Tatsumi possa passare per cinico, in realtà assieme a Murakoshi è uno dei personaggi più idealisti e sognatori. Interessante è anche la dinamica che si instaura fra i due: dopo lo scontro ideologico iniziale, Murakoshi inizia a conoscere e capire le motivazioni si Tatsumi, arrivando a fidarsi di lui più di chiunque altro.

Ben descritto è anche l'ambiente che circonda l'Etu, a partire dagli uffici amministrativi e dirigenziali. Una squadra professionista non è composta unicamente da undici giocatori e un allenatore, ma è costruita e supportata dal lavoro di un team di persone che investono tempo, soldi e speranze per la buona riuscita di una partita. Una squadra ha bisogno di una dirigenza che decida l'acquisto o la vendita dei giocatori, di un ufficio di pubbliche relazioni che mantenga i rapporti con l'esterno, di sponsor che la sostengano economicamente e molto altro ancora.

Il tutto senza dimenticare il ruolo che l'Etu svolge nel tessuto cittadino: la squadra di calcio, oltre ad essere il fulcro di tifosi e appassionati, è ben inserita nella comunità di cui è orgoglio e parte integrante. I bambini che frequentano la sezione junior dell'Etu saranno i giocatori di domani, e i loro padri (negozianti, impiegati ecc., insomma la classe lavorativa) sono cresciuti e invecchiati amando la squadra.

In Giant Killing il calcio viene rappresentato nella sua essenza più sociale, senza però tralasciare il lato strategico e il realismo. In quest'opera molto legata alla realtà, non vi sono infatti mosse impossibili o campi di calcio infiniti, ma persino la proporzione stessa dei corpi è rispettata (i giocatori hanno gambe muscolose e fisici snelli o massicci, ma non sono mai troppo minuti o fuori scala).

Lo stile. Tasto per me dolente, forse l'unico, è lo stile di disegno. Chiariamo, negli ultimi capitoli usciti è molto migliorato rispetto ai volumi iniziali, tuttavia non ho potuto fare a meno di storcere il viso davanti ad alcuni dettagli grafici (quei nasi, mio Dio...)

Quello di Giant Killing è uno stile cinetico (così come viene giustamente fatto notare nell'introduzione all'edizione italiana): le tavole hanno un buon impatto, e le pagine scorrono via senza molta fatica. L'illustratore si destreggia bene fra scene drammatiche e quelle più leggere, essenziali sopratutto nel caso di Tatsumi (che sarà pure un genio tattico ma diciamocelo, cazzone lo è...).

L'edizione italiana a cura di Planet Manga è soddisfacente. A fronte di un prezzo contenuto (per i tempi di oggi sicuramente, ma io rabbrividisco comunque) di 4,50 €, i volumetti sono sprovvisti di sovracopertina e tavole a colori. Tuttavia la traduzione non sembra presentare – per ora – strafalcioni evidenti, e la qualità della carta è innegabilmente alta, senza trasparenze o inchiostro che rimane sulle dita. Anche la rilegatura è soddisfacente, le pagine non rimangono in mano senza motivo e sembra in grado di reggere una lettura 'turbolenta'. I singoli volumi sono inoltre molto grandi, particolare essenziale dato il ritmo con cui si bruciano le pagine!


Se siete alla ricerca di uno spokon diverso dai soliti, o vi piace il gioco del calcio, o anche solo se ammirate i protagonisti enigmatici e cazzoni, Giant Killing è sicuramente quel che fa per voi!

Titolo: Giant Killing
Mangaka: Masaya Tsunamoto e Tsujimoto
Genere: Seinen, Sport, Commedia
Volumi: 25 (in corso)
Pubblicato in Italia?: Si, da Planet Manga.


@ Daniela Guadagni, Dita D'Inchiostro.


2 commenti:

  1. Una volta escludevo dalle mie preferenze in automatico i manga sportivi ma, dopo aver letto titoli come Eyeshied 21, Rookies e Happy, ho riabilitato il genere spokon. Purtroppo il tema del calcio non mi attira per nulla, forse perchè troppo osannato in Italia, e non credo proprio che mi lancerò in questa serie (anche se la recensione tenta abbastanza). Al massimo credo che potrei dare una possibilità all'anime (anche se l'idea del calcio mi stronca proprio le iniziative) XD

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    1. Lol, posso capirti, l'attenzione estrema per il calcio che c'è in Italia talvolta scoraggia anche i fan... -.-
      L'anime è molto caruccio. Tieni presente però che a livello di chara design non eccelle, un pò perché il tratto originale non è questo granché (specie nei primi volumi), e poi perché di suo è molto difficile da animare.

      Giant Killing comunque è un manga 'diverso': parla del calcio ma non solo. Ho trovato molto interessante sfruttare il punto di vista di un ed giocatore ora divenuto allenatore, ti cambia un pò la prospettiva :D Ed è bella anche la raffigurazione che si fa di tutto quello che stà dietro o intorno ad una partita di calcio (impiegati, giornalisti, tifosi ecc.). Insomma se ti capita qualche momento libero dagli una chance ;)

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