Vicino c'era Ai no Kusabi, ma come non potevo preferire questo DVD dall'aria iper gaia? (E per essere più gai di Ai no Kusabi CE NE VUOLE). |
Carissime e carissimi, eccoci qui con un succosissimo bocconcino! Lo abbiamo pensato apposta per lenire lo schifo di questa fredda, umida e piovosa (dalle mie parti nevosa) giornata elettorale. Per consolarci pensiamo alle cose belle, e quindi via alle danze!
Richiamando il motto
"repubblicani di tutto il mondo... ancora uno sforzo!"
(titolo di una famosa sezione de "Le
120 giornate di Sodoma"
del Marchese de
Sade, libro che recensirò prima o poi per il nostro Scaffale della vergogna)
inizio questa recensione con: "yaoiste
di tutto il mondo... uniamoci nel deliquo venerante!".
Perché,
in modo del tutto casuale, ho scoperto che esiste
un momento nella storia cui dobbiamo la nostra eterna gratitudine.
Una svolta decisiva per la vita di ogni fujoshi:
la propulsione da cui nacque la gloriosa spinta che fece proliferare
le nostre amate dōjinshi
(modalità
di lancio e prima diffusione degli autori emergenti. Un esempio su
tutti, le CLAMP).
Per
chi non sapesse di cosa parliamo, e non avesse ancora avuto a che
fare con il lato "migliore" di fan di Ditadinchiostro,
vi diamo una piccola goliardica definizione di yaoi
e
shōnen'ai:
si tratta del filone omosex, sentimentale ed erotico tra uomini,
nato, cresciuto e pasciuto in Giappone per un pubblico
prevalentemente, anche se non esclusivamente, femminile; visto che
anche al resto del mondo è piaciuto tanto, e persino
qui in Italia, oh
my God quale progressismo spinto,
riescono a pubblicare manga shōnen ai e yaoi, possiamo parlare di un
fenomeno ormai non solo giapponese.
Visto che poi mica ci si accontenta di quello che disegnano/scrivono gli altri, anche di manga e anime non shōnen ai è possibile considerare il lato shōnen'ai/yaoi, e di qui il fiorente mondo delle fanfiction, fanart, AMV, e tutto il resto (per chi di voi è già dentro il vortice queste sono info assolutamente superflue, ma chi ancora no e sia interessato, qui lo dico qui lo nego: non aprire quella porta, puoi trovare molte cose sconvolgenti).
Visto che poi mica ci si accontenta di quello che disegnano/scrivono gli altri, anche di manga e anime non shōnen ai è possibile considerare il lato shōnen'ai/yaoi, e di qui il fiorente mondo delle fanfiction, fanart, AMV, e tutto il resto (per chi di voi è già dentro il vortice queste sono info assolutamente superflue, ma chi ancora no e sia interessato, qui lo dico qui lo nego: non aprire quella porta, puoi trovare molte cose sconvolgenti).
Le dōjinshi, di cui parlavo sopra, sono storie disegnate di avventure/disavventure emotive, sentimentali ed erotiche tra i protagonisti di altre serie maggiori.
Una fujoshi è una fervida amante di shōnen'ai e yaoi (la differenza
tra i due è che il primo di solito ruota attorno al lato più
emotivo/sentimentale, il secondo va dritto al.. "sodo").
Ma
andiamo al dunque: a chi
dobbiamo
tutto questo? Nella mia abissale e imperdonabile ignoranza non ero
ancora arrivata a conoscere la mamma/papà androgina di tutto questo
ben degli dèi successivo. Ero alla IBS di Roma (quella a via
Nazionale), libreria che frequento quasi più di casa mia ormai,
quando girovagando per la sezione DVD mi ritrovo di fronte a... lui.
Ai
no Kusabi ("Il
cuneo dell'amore").
Resto ovviamente attonita, visto che non è un DVD che si trova mica
in giro, normalmente, ti tocca andare in fumetteria, avvicinarti al
bancone con l'aria luminosa della migliore pervertita, e rivelarti
per quello che sei, ovvero una fujoshi di qualità, per chiedere di
Ai no Kusabi (mi
auguro che tutte le giovani fujoshi che stanno leggendo abbiano visto
questa piccola perla, altrimenti rimediate immediatamente!).
Ma
non
parliamo di Ai no
kusabi (almeno,
non in questo
articolo). Il fatto è che ho scoperto che tutti gli scaffali di
quell'angoletto della libreria hanno DVD dello stesso genere di "Ai
no kusabi". Tra tutti, mi è balzato agli occhi lui.
Il mamma/papà.
"Il
poema del vento e degli alberi".
Ora, io non avevo la più pallida idea di cosa avessi tra le mani.
Ammetto di averlo preso per le seguenti ragioni:
- ambientazione collegiale
- oddio, lo stile fa troppo Candy Candy e Georgie, lo devo avere.
- da quant'è che non mi godo un bel prodotto degli anni Settanta/Ottanta? Di quelli che ti prendevano il cuore e te lo facevano a brandelli con quelle storie tristi, tristissime, da perderci gli occhi a furia di piangere, con protagonisti sfigati in un modo allucinante, cui va tutto male, soffrono come cani, spesso almeno uno di loro è un bravo ragazzo altruista e dolce, e di solito finisce che uno dei due o entrambi schiattano? Oddio, che ne è di tutto questo applicato allo yaoi?
Guardo
il DVD non appena arrivata a casa e... il risultato è stato un
alternarsi di risate estasiate e di rotolamenti sul pavimento, con
tanto di inevitabile depressione finale!
Riguardo gli Spoiler. Chi conosce lo stile nipponico anni Settanta-Ottanta non avrà difficoltà a capire cosa intendo se scrivo che "parliamo di una storia estremamente drammatica", vero? Evito di entrare nei dettagli ma è subito chiaro, sin dall'inizio della vicenda (visto che uno dei due protagonisti è solo), che non si è conclusa con un "e vissero felici e contenti". Questo non toglie niente alla trama, anzi personalmente trovo che quando il materiale di base è ottimo e raccontato con precisione e sapienza, sapere come finisce non spoglia niente.
Precisazioni
importanti. In nessun modo,
con questa recensione, appoggio o intendo sostenere, moralmente e
personalmente, gli atti compiuti da alcuni personaggi. Li considero
come opera di fantasia che non ha alcuna responsabilità su quello
che, ciascuno di noi, può o meno compiere in coscienza.
Le
conseguenze sui protagonisti sono, anzi, così chiaramente devastanti
che va da sé che gli abusi da loro subiti siano inaccettabili (e
anzi rimpiango proprio che il "cattivo" non sia punito). In
ogni caso, spesso la realtà ha più fantasia e cattiveria di un
prodotto letterario, che ha come difetto solo quello di essere
facilmente sottoposto a censura.
Trama.
Serge Battour,
figlio di un Visconte francese e di una gitana romana, erede unico
della sua famiglia, a 14 anni entra nel Collegio
maschile di Lacombrade,
presso Arles.
Viene messo in stanza con un suo coetaneo, Gilbert
Cocteau,
con cui nessuno
vuole stare. La ragione è molto semplice: Gilbert conduce una vita
irregolare e promiscua, e non esita a chiedere a uno dei suoi amanti
di liberarsi di Serge. L'ostilità di Gilbert verso il nuovo compagno
di stanza, gentile e altruita, si acuisce tanto più Serge resiste
alle provocazioni e agli insulti di Gilbert, dimostrando di essere
effettivamente un ragazzo onesto e generoso. Gilbert possiede una
bellezza prorompente, efebica, e tutti a scuola impazziscono per lui,
che si concede a coetanei e a compagni più grandi (a pagamento,
anche), e viene quindi disprezzato pubblicamente da tutti quanti
(tranne pochissime eccezioni). Il disprezzo è pienamente ricambiato
da Gilbert, che ovviamente li considera solo degli ipocriti.
Inesorabilmente,
Gilbert e Serge finiscono per innamorarsi, e altrettanto
inesorabilmente non riescono a trovare un punto di incontro.
Nonostante tutti i tentativi e la pazienza amorevole di Serge, su
Gilbert incombe un'ombra troppo grande, suo zio Auguste
Beau,
che non solo (probabilmente) è proprio il padre di Gilber, ma lo
molesta sin da piccolo per creare un rapporto di amore e dipendenza
che rovinerà per sempre la vita di Gilbert, convinto che lo zio sia
veramente innamorato di lui, quando semplicemente si diverte soltanto
a manipolare la sua vita. (L'unica "scusante" – blanda ma
anche molto realistica – che ha Auguste per il suo comportamento, è
che è stato adottato dai Cocteau e ha subito nell'infanzia molestie
sessuali dal suo fratellastro: per la serie "vendette
trasversali e traumi infantili fuori controllo portatemi via").
I due ragazzi finiscono per scappare dal collegio e provare a vivere
(in una certa miseria) insieme a Parigi, ma il loro tentativo è
(ovviamente) destinato a fallire, fino all'epilogo tremendo (ma su
questo spenderò una parola alla fine di questa recensione,
continuate a leggere perché è importante!).
Altri
personaggi di interesse sono: Pascal
Biquet,
amico di Serge, un coetaneo che crede profondamente nella scienza,
pienamente eterosessuale (bene, qualcuno
di etero c'è!) e anche generoso nel voler "iniziare" Serge
all'altra sponda del fiume; Karl
Meiser,
responsabile del dormitorio di Serge e Gilbert nonché della
sistemazione di Serge in stanza con il problematico diavoletto
biondo, da cui Karl è estremamente attratto ma resiste in nome dei
principi della religione e della moralità (infatti poi entrerà in
seminario! Karl spera che la vicinanza di Serge possa aiutare Gilbert
a uscire dalla sua vita dissoluta e dissipata); Aryon
Rosemarine,
sovrintendente generale della scuola (ma... ha 15
anni! X'D), anche lui coinvolto da Auguste Beau (da cui è stato
anche lui... indovinate??... abusato! Qualcuno strozzi
quel
pedofilo maledetto!),
e, anche se sembra appoggiare l'adulto nelle sue manovre subdole per
tormentare Gilbert, si schiererà dalla parte di Gilbert e Serge,
aiutandoli a fuggire dal Collegio, e Julies
de Ferrier,
amico d'infanzia di Aryon e figura di appoggio tanto per lui che per
Gilbert (entrambi hanno grande stima di Julies).
DVD
e manga.
Il DVD è un OVA,
e pertanto copre ahimè (dolore e disperazione) solo una parte della
storia tra i due protagonisti. In un presente ormai lontano da quelle
vicende, tutto viene raccontato tramite dei flashback. Nel DVD viene
mostrato per bene solo la prima parte degli eventi, se possiamo dire
soltanto l'inizio della vicenda. In modo spiccio (e abbastanza
brutale, ci sono rimasta male), si capisce cose succede dopo e fuori
il collegio, con l'epilogo straziante.
Il manga, invece, tratta per esteso tutta la vicenda.
Personalmente,
sono rimasta male quando ho capito che c'era molto molto altro e che
nell'OVA lo hanno soltanto accennato, ma
non mi pento minimamente di averlo comprato (se lo avessi trovato
online l'avrei comunque cercato per averlo in DVD). Anzitutto,
l'animazione: ci sono alcune sequenze in cui vediamo dei movimenti
particolari, e sono resi in modo accuratissimo. Una minima sbavatura
su quello e sarebbero sembrati ridicoli, invece risultano
assolutamente incantevoli. Secondo... la musica. La scelta dei brani
classici è meravigliosa e le atmosfere che ne vengono fuori sono
davvero, ma davvero, coinvolgenti.
L'autrice.
Per renderci un po' conto di quello che abbiamo tra le mani, offro
subito una indicazione che farà tornare i conti a tantissime
fujoshi, che la sanno tanto lunga in fatto di messaggi subliminali
nei manga e negli anime (che sono ovunque,
e non
sono causali!).
Keiko
Takemiya
è oggi il Rettore
della Facoltà di
Manga
alla Kyoto Seiko
University,
dove insegna sin dal 2000. *porge
fazzolettini vari alle fujoshi che scoppiano a piangere di gioia
gridando suoni inarticolati*.
Ha lavorato con molti altri mangaka, presso la Sunrise
(.... e questo la dice lunga anche sulla Sunrise
stessa, corbezzoli!), tra cui Rumiko
Takahashi (di cui Daniela si è occupata già con una recensione) e Akira Toriyama (ora ho voglia di recensire Dragon Ball... oh
dèi, datemi la pazienza di tacere perché se mi date la parola...).
Questa
donna, ai suoi tempi (anni Settanta/Ottanta principalmente), fece
scalpore,
perché fu non solo la prima a pubblicare un manga, dal titolo In
the Sunroom,
in cui si vedeva un bacio
tra ragazzi,
ma proprio con "Il poema del vento e degli
alberi"
(風と木の詩
Kaze to ki no uta), pubblicata su Shogagukan tra il 1976 e il 1984, sollevò un grosso polverone. Tanto che la pubblicazione avvenne dopo nove anni dalla prima idea dell'autrice, la quale in effetti fu la prima a mostrare due ragazzi nudi nello stesso letto (XD aiuto, dèi dello yaoi...). Inoltre, metteva in campo tematiche molto forti, violente, nonché ai limiti estremi del moralmente accettabile.
Constatazioni
sulla vicenda.
Con questo manga Keiko Takemiya ha fatto a pezzi moltissime barriere
(tipo un treno o un rompighiaccio antartico), tirando in ballo
elementi davvero scottanti e scomodi, come la pedofilia, l'abuso,
l'incesto, la prostituzione e l'abuso di droghe, il tutto con
protagonisti decisamente minorenni.
Inoltre,
cosa a mio avviso non meno d'impatto, ha inserito
il sesso esplicito (condito
da variazioni sul tema estremamente problematiche che al confronto
"Ai no kusabi", assai duro, è roba da bambini)
in una storia d'amore,
tanto che il suo editore non voleva saperne di pubblicare il manga
così com'era, lei non voleva sentire ragioni sul tagliarlo, e alla
fine l'ha spuntata.
La passione e l'amore (in questo caso contrapposti, nociva uno e positivo l'altro) sono intrecciati in un'unica storia, tra due ragazzi, dipingendo in modo straziante la tensione tra un bene e un male intimi e personali, tra la possibilità di un riscatto e la perdizione, tra vita e morte, in cui la passione, inseguendo il piacere, può arrivare a picchi di irrazionalità e devastazione senza altro freno se non quello decretato dal (tragico) destino.
La passione e l'amore (in questo caso contrapposti, nociva uno e positivo l'altro) sono intrecciati in un'unica storia, tra due ragazzi, dipingendo in modo straziante la tensione tra un bene e un male intimi e personali, tra la possibilità di un riscatto e la perdizione, tra vita e morte, in cui la passione, inseguendo il piacere, può arrivare a picchi di irrazionalità e devastazione senza altro freno se non quello decretato dal (tragico) destino.
Una
parola che descrive bene tutte le vicende è inesorabile.
La finezza psicologica della mangaka è degna di un grande
romanziere, che sa come portare all'estremo alcune dinamiche, in un
orizzonte che è pur sempre quello della carta e del racconto, ma...
attenzione. Anche se le vicende sono condensate in un modo che
difficilmente tante cose del genere possono accadere nella realtà,
sono così ben incatenate che da una vengono le altre.
"Il
poema del vento e degli alberi"
è una vicenda romantica e decadente. E con questi due termini non
sto semplicemente usando due aggettivi, ma richiamo proprio ai
movimenti storico-letterari europei di fine Ottocento. Se volessi
richiamare dei testi simili, per scandalo e intensità, mi vengono in
mente alcuni titoli.
Per la scandalosità estrema dei temi trattati, penso al filone erotico scandalistico che va dal De Sade, citato sopra (e aggiungo qui anche il libro "La filosofia del boudoir", che presenta forse tematiche ancora più forti rispetto alle 120 giornate), a un un Pierre Louÿs, non a caso francese (ambientazione francese mica a caso, non è che la Keiko Takemiya, a casa, aveva una collezione di libri erotici francesi, eh?) con il suo "Figlie di tanta madre" (spinto e senza remore tanto e quanto i libri del Marchese de Sade, ma scritto assai meglio). Penso poi, per tornare in Giappone, ai romanzi di Jun'ichiro Tanizaki (per le atmosfere morbose e senza via di uscita)... il che mi ricorda la mia vecchia curiosità sulla ricezione della letteratura europea decadente in Giappone, di cui Tanizaki è sicuramente un grandioso esempio. Ma anche, perché no, il "Colori Proibiti" di Yukio Mishima (che se non si concede scene erotiche presenta, almeno, l'esigenza dell'estetismo e la dinamica del plasmare e manipolare gli altri in cui è coinvolto il povero Gilbert).
Per la scandalosità estrema dei temi trattati, penso al filone erotico scandalistico che va dal De Sade, citato sopra (e aggiungo qui anche il libro "La filosofia del boudoir", che presenta forse tematiche ancora più forti rispetto alle 120 giornate), a un un Pierre Louÿs, non a caso francese (ambientazione francese mica a caso, non è che la Keiko Takemiya, a casa, aveva una collezione di libri erotici francesi, eh?) con il suo "Figlie di tanta madre" (spinto e senza remore tanto e quanto i libri del Marchese de Sade, ma scritto assai meglio). Penso poi, per tornare in Giappone, ai romanzi di Jun'ichiro Tanizaki (per le atmosfere morbose e senza via di uscita)... il che mi ricorda la mia vecchia curiosità sulla ricezione della letteratura europea decadente in Giappone, di cui Tanizaki è sicuramente un grandioso esempio. Ma anche, perché no, il "Colori Proibiti" di Yukio Mishima (che se non si concede scene erotiche presenta, almeno, l'esigenza dell'estetismo e la dinamica del plasmare e manipolare gli altri in cui è coinvolto il povero Gilbert).
Considerazione
finale.
Mi ha colpito tantissimo un ingrediente di questa straordinaria
narrazione: il fatto che Serge, nonostante abbia perso Gilbert in
modo così tragico, tornando dopo tanti anni nel Collegio dove l'ha
conosciuto, sia così commosso, vero, ma anche profondamente sereno.
Nonostante che con Gilbert ne abbia passate davvero di cotte e crude
e lesse e fritte, il modo in cui lo ricorda, in cui ripercorre tutti
i passaggi della loro vita al Collegio, non nascondendosi niente di
quello che rendeva Gilbert problematico e tremendo, esprime con
grande forza il cuore infinitamente generoso di Serge, che ha amato
Gilbert, e ha cercato di aiutarlo, in tutti i modi, senza
risparmiarsi niente.
Proprio la profondità e l'onestà con cui ha vissuto i propri sentimenti gli permettono di tornare al Collegio a testa alta, di ricordare Gilbert in tutta la sua dannata bellezza e nel suo bisogno d'amore senza fondo, contorto e pervertito da Auguste Beau.
Proprio la profondità e l'onestà con cui ha vissuto i propri sentimenti gli permettono di tornare al Collegio a testa alta, di ricordare Gilbert in tutta la sua dannata bellezza e nel suo bisogno d'amore senza fondo, contorto e pervertito da Auguste Beau.
In
Serge non c'è
odio,
in un certo senso. Nessuna traccia di rancore o di amarezza. La
tristezza è solo una nostalgia senza contorni, capace di accettare
tutto quello che è accaduto e di andare avanti. Un senso di
abnegazione, una capacità di amare, che fanno di Serge un paladino
di quei tanti protagonisti della Vecchia Guardia degli anime, che
ricordo con infinita tenerezza. Forse anche per questo "Il
poema del vento e degli alberi"
mi è piaciuto così tanto, uno shōnen ai, con gli occhi maturi di
oggi, in cui rivive una figura che ho amato tantissimo, e che
continuo a trovare incantevole.
Anche
se la storia d'amore tra Serge e Gilbert si conclude nel peggiore dei
modi, "Il
poema del vento e degli alberi"
non chiude in disperazione proprio perché c'è Serge che, nonostante
tutto, maturo e consapevole, è ancora lì, e ama ancora Gilbert.
Forse, volendo scavare un po' sotto queste belle parole di
conclusione, non so se trovare più inquietante Gilbert, che brucia e
si consuma amaramente, o Serge, che riesce così luminosamente, anche
se con dolore, a venire fuori da quel passato. Personalmente,
propendo per la seconda.
Ma di qui in poi sta al lettore fare le sue considerazioni.
Mi raccomando, come sempre, fateci sapere cose ne pensate!
Ultimamente sono molto lenta a rispondere ai commenti e molto
assente, perdonatemi, ma il lavoro mi sta col fiato sul collo e i
ritmi sono quello che sono, e la collega Daniela non sta messa meglio
con l'Università.
Questa recensione è dedicata a lei (che sicuramente conosce già
questo gioiello, spero di averla comunque intrattenuta a dovere!).
In attesa di tempi con più tempo per scrivere e approfondire e
deliziarvi, spero che questa recensione vi abbia incuriosito e
informato a dovere. L'ho scritta con tanto amore. <3
@
Carla Righetti per Dita
d'inchiostro.
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Io avevo la VHS e poi, quando è uscito il DVD, ho preso pure quello.. lo amo da sempre e sogno di poter avere il manga in italiano un giorno! :p
RispondiEliminaE' il mio sogno proibito di fujoshi da quando avevo 11 anni (si, ho iniziato presto xD). Speriamo che, con tutte le nuove pubblicazioni yaoi che ci sono in Italia, prima o poi qualcuno porti anche questa perla da noi... Voglio una edizione extralusso! è_é
Eliminama davvero non lo conoscevate??? io non sono una grande amante del genere, ma del poema avevo iniziato a leggere i primi capitoli in scans tempo fa.
RispondiEliminaè bellissimo!
è uno di quei manga che per forza, prima o poi, devono arrivare da noi! io prego tanto che renbooks abbia ancora voglia di portarlo qui e che sopratutto ci riesca! ♥
We, Carla non lo conosceva io si (mettiamo i paletti xD Qui ne va del mio onore di fujoshi!).
EliminaSecondo me è uno dei capolavori del genere, superiore ad Ai No Kusabi (che pure è tanto bello!). Incrociamo le dita e speriamo in renbooks! >.<
Ne ho sempre sentito parlare dagli appassionati del genere ma nn l'ho ancora letto. Un po' tendo ad aspettare le edizioni italiane ma questa volta mi sa che devo fare un'eccezione, tutti gli editori dicono sempre che non c'è speranza XD
RispondiEliminaMagari intanto mi recupero l'OAV ^^
Purtroppo mi sa che devi abbandonare le speranze per una versione ita ;_; così come tutti noi...
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