domenica 24 febbraio 2013

Il poema del vento e degli alberi: il progenitore delle doujinshi yaoi


Vicino c'era Ai no Kusabi,
ma come non potevo preferire
questo DVD dall'aria
iper gaia? (E per essere più gai
di Ai no Kusabi CE NE VUOLE).
Carissime e carissimi, eccoci qui con un succosissimo bocconcino! Lo abbiamo pensato apposta per lenire lo schifo di questa fredda, umida e piovosa (dalle mie parti nevosa) giornata elettorale. Per consolarci pensiamo alle cose belle, e quindi via alle danze!

Richiamando il motto "repubblicani di tutto il mondo... ancora uno sforzo!" (titolo di una famosa sezione de "Le 120 giornate di Sodoma" del Marchese de Sade, libro che recensirò prima o poi per il nostro Scaffale della vergogna) inizio questa recensione con: "yaoiste di tutto il mondo... uniamoci nel deliquo venerante!".

Perché, in modo del tutto casuale, ho scoperto che esiste un momento nella storia cui dobbiamo la nostra eterna gratitudine. Una svolta decisiva per la vita di ogni fujoshi: la propulsione da cui nacque la gloriosa spinta che fece proliferare le nostre amate dōjinshi (modalità di lancio e prima diffusione degli autori emergenti. Un esempio su tutti, le CLAMP).

Per chi non sapesse di cosa parliamo, e non avesse ancora avuto a che fare con il lato "migliore" di fan di Ditadinchiostro, vi diamo una piccola goliardica definizione di yaoi e shōnen'ai: si tratta del filone omosex, sentimentale ed erotico tra uomini, nato, cresciuto e pasciuto in Giappone per un pubblico prevalentemente, anche se non esclusivamente, femminile; visto che anche al resto del mondo è piaciuto tanto, e persino qui in Italia, oh my God quale progressismo spinto, riescono a pubblicare manga shōnen ai e yaoi, possiamo parlare di un fenomeno ormai non solo giapponese.

Visto che poi mica ci si accontenta di quello che disegnano/scrivono gli altri, anche di manga e anime non shōnen ai è possibile considerare il lato shōnen'ai/yaoi, e di qui il fiorente mondo delle fanfiction, fanart, AMV, e tutto il resto (per chi di voi è già dentro il vortice queste sono info assolutamente superflue, ma chi ancora no e sia interessato, qui lo dico qui lo nego: non aprire quella porta, puoi trovare molte cose sconvolgenti).

Le dōjinshi, di cui parlavo sopra, sono storie disegnate di avventure/disavventure emotive, sentimentali ed erotiche tra i protagonisti di altre serie maggiori.
Una fujoshi è una fervida amante di shōnen'ai e yaoi (la differenza tra i due è che il primo di solito ruota attorno al lato più emotivo/sentimentale, il secondo va dritto al.. "sodo").








Ma andiamo al dunque: a chi dobbiamo tutto questo? Nella mia abissale e imperdonabile ignoranza non ero ancora arrivata a conoscere la mamma/papà androgina di tutto questo ben degli dèi successivo. Ero alla IBS di Roma (quella a via Nazionale), libreria che frequento quasi più di casa mia ormai, quando girovagando per la sezione DVD mi ritrovo di fronte a... lui.

Ai no Kusabi ("Il cuneo dell'amore"). Resto ovviamente attonita, visto che non è un DVD che si trova mica in giro, normalmente, ti tocca andare in fumetteria, avvicinarti al bancone con l'aria luminosa della migliore pervertita, e rivelarti per quello che sei, ovvero una fujoshi di qualità, per chiedere di Ai no Kusabi (mi auguro che tutte le giovani fujoshi che stanno leggendo abbiano visto questa piccola perla, altrimenti rimediate immediatamente!).
Ma non parliamo di Ai no kusabi (almeno, non in questo articolo). Il fatto è che ho scoperto che tutti gli scaffali di quell'angoletto della libreria hanno DVD dello stesso genere di "Ai no kusabi". Tra tutti, mi è balzato agli occhi lui. Il mamma/papà.

"Il poema del vento e degli alberi".

Ora, io non avevo la più pallida idea di cosa avessi tra le mani. Ammetto di averlo preso per le seguenti ragioni:
  • ambientazione collegiale
  • oddio, lo stile fa troppo Candy Candy e Georgie, lo devo avere.
  • da quant'è che non mi godo un bel prodotto degli anni Settanta/Ottanta? Di quelli che ti prendevano il cuore e te lo facevano a brandelli con quelle storie tristi, tristissime, da perderci gli occhi a furia di piangere, con protagonisti sfigati in un modo allucinante, cui va tutto male, soffrono come cani, spesso almeno uno di loro è un bravo ragazzo altruista e dolce, e di solito finisce che uno dei due o entrambi schiattano? Oddio, che ne è di tutto questo applicato allo yaoi?

Guardo il DVD non appena arrivata a casa e... il risultato è stato un alternarsi di risate estasiate e di rotolamenti sul pavimento, con tanto di inevitabile depressione finale!

Riguardo gli Spoiler. Chi conosce lo stile nipponico anni Settanta-Ottanta non avrà difficoltà a capire cosa intendo se scrivo che "parliamo di una storia estremamente drammatica", vero? Evito di entrare nei dettagli ma è subito chiaro, sin dall'inizio della vicenda (visto che uno dei due protagonisti è solo), che non si è conclusa con un "e vissero felici e contenti". Questo non toglie niente alla trama, anzi personalmente trovo che quando il materiale di base è ottimo e raccontato con precisione e sapienza, sapere come finisce non spoglia niente.



Precisazioni importanti. In nessun modo, con questa recensione, appoggio o intendo sostenere, moralmente e personalmente, gli atti compiuti da alcuni personaggi. Li considero come opera di fantasia che non ha alcuna responsabilità su quello che, ciascuno di noi, può o meno compiere in coscienza.
Le conseguenze sui protagonisti sono, anzi, così chiaramente devastanti che va da sé che gli abusi da loro subiti siano inaccettabili (e anzi rimpiango proprio che il "cattivo" non sia punito). In ogni caso, spesso la realtà ha più fantasia e cattiveria di un prodotto letterario, che ha come difetto solo quello di essere facilmente sottoposto a censura.

Trama. Serge Battour, figlio di un Visconte francese e di una gitana romana, erede unico della sua famiglia, a 14 anni entra nel Collegio maschile di Lacombrade, presso Arles. Viene messo in stanza con un suo coetaneo, Gilbert Cocteau, con cui nessuno vuole stare. La ragione è molto semplice: Gilbert conduce una vita irregolare e promiscua, e non esita a chiedere a uno dei suoi amanti di liberarsi di Serge. L'ostilità di Gilbert verso il nuovo compagno di stanza, gentile e altruita, si acuisce tanto più Serge resiste alle provocazioni e agli insulti di Gilbert, dimostrando di essere effettivamente un ragazzo onesto e generoso. Gilbert possiede una bellezza prorompente, efebica, e tutti a scuola impazziscono per lui, che si concede a coetanei e a compagni più grandi (a pagamento, anche), e viene quindi disprezzato pubblicamente da tutti quanti (tranne pochissime eccezioni). Il disprezzo è pienamente ricambiato da Gilbert, che ovviamente li considera solo degli ipocriti.

Inesorabilmente, Gilbert e Serge finiscono per innamorarsi, e altrettanto inesorabilmente non riescono a trovare un punto di incontro. Nonostante tutti i tentativi e la pazienza amorevole di Serge, su Gilbert incombe un'ombra troppo grande, suo zio Auguste Beau, che non solo (probabilmente) è proprio il padre di Gilber, ma lo molesta sin da piccolo per creare un rapporto di amore e dipendenza che rovinerà per sempre la vita di Gilbert, convinto che lo zio sia veramente innamorato di lui, quando semplicemente si diverte soltanto a manipolare la sua vita. (L'unica "scusante" – blanda ma anche molto realistica – che ha Auguste per il suo comportamento, è che è stato adottato dai Cocteau e ha subito nell'infanzia molestie sessuali dal suo fratellastro: per la serie "vendette trasversali e traumi infantili fuori controllo portatemi via").

I due ragazzi finiscono per scappare dal collegio e provare a vivere (in una certa miseria) insieme a Parigi, ma il loro tentativo è (ovviamente) destinato a fallire, fino all'epilogo tremendo (ma su questo spenderò una parola alla fine di questa recensione, continuate a leggere perché è importante!).

Altri personaggi di interesse sono: Pascal Biquet, amico di Serge, un coetaneo che crede profondamente nella scienza, pienamente eterosessuale (bene, qualcuno di etero c'è!) e anche generoso nel voler "iniziare" Serge all'altra sponda del fiume; Karl Meiser, responsabile del dormitorio di Serge e Gilbert nonché della sistemazione di Serge in stanza con il problematico diavoletto biondo, da cui Karl è estremamente attratto ma resiste in nome dei principi della religione e della moralità (infatti poi entrerà in seminario! Karl spera che la vicinanza di Serge possa aiutare Gilbert a uscire dalla sua vita dissoluta e dissipata); Aryon Rosemarine, sovrintendente generale della scuola (ma... ha 15 anni! X'D), anche lui coinvolto da Auguste Beau (da cui è stato anche lui... indovinate??... abusato! Qualcuno strozzi quel pedofilo maledetto!), e, anche se sembra appoggiare l'adulto nelle sue manovre subdole per tormentare Gilbert, si schiererà dalla parte di Gilbert e Serge, aiutandoli a fuggire dal Collegio, e Julies de Ferrier, amico d'infanzia di Aryon e figura di appoggio tanto per lui che per Gilbert (entrambi hanno grande stima di Julies).

DVD e manga. Il DVD è un OVA, e pertanto copre ahimè (dolore e disperazione) solo una parte della storia tra i due protagonisti. In un presente ormai lontano da quelle vicende, tutto viene raccontato tramite dei flashback. Nel DVD viene mostrato per bene solo la prima parte degli eventi, se possiamo dire soltanto l'inizio della vicenda. In modo spiccio (e abbastanza brutale, ci sono rimasta male), si capisce cose succede dopo e fuori il collegio, con l'epilogo straziante.

Il manga, invece, tratta per esteso tutta la vicenda.
Personalmente, sono rimasta male quando ho capito che c'era molto molto altro e che nell'OVA lo hanno soltanto accennato, ma non mi pento minimamente di averlo comprato (se lo avessi trovato online l'avrei comunque cercato per averlo in DVD). Anzitutto, l'animazione: ci sono alcune sequenze in cui vediamo dei movimenti particolari, e sono resi in modo accuratissimo. Una minima sbavatura su quello e sarebbero sembrati ridicoli, invece risultano assolutamente incantevoli. Secondo... la musica. La scelta dei brani classici è meravigliosa e le atmosfere che ne vengono fuori sono davvero, ma davvero, coinvolgenti.

L'autrice. Per renderci un po' conto di quello che abbiamo tra le mani, offro subito una indicazione che farà tornare i conti a tantissime fujoshi, che la sanno tanto lunga in fatto di messaggi subliminali nei manga e negli anime (che sono ovunque, e non sono causali!).
Keiko Takemiya è oggi il Rettore della Facoltà di Manga alla Kyoto Seiko University, dove insegna sin dal 2000. *porge fazzolettini vari alle fujoshi che scoppiano a piangere di gioia gridando suoni inarticolati*. Ha lavorato con molti altri mangaka, presso la Sunrise (.... e questo la dice lunga anche sulla Sunrise stessa, corbezzoli!), tra cui Rumiko Takahashi (di cui Daniela si è occupata già con una recensione) e Akira Toriyama (ora ho voglia di recensire Dragon Ball... oh dèi, datemi la pazienza di tacere perché se mi date la parola...).

Questa donna, ai suoi tempi (anni Settanta/Ottanta principalmente), fece scalpore, perché fu non solo la prima a pubblicare un manga, dal titolo In the Sunroom, in cui si vedeva un bacio tra ragazzi, ma proprio con "Il poema del vento e degli alberi" (風と木の詩 Kaze to ki no uta), pubblicata su Shogagukan tra il 1976 e il 1984, sollevò un grosso polverone. Tanto che la pubblicazione avvenne dopo nove anni dalla prima idea dell'autrice, la quale in effetti fu la prima a mostrare due ragazzi nudi nello stesso letto (XD aiuto, dèi dello yaoi...). Inoltre, metteva in campo tematiche molto forti, violente, nonché ai limiti estremi del moralmente accettabile.

Constatazioni sulla vicenda.
Con questo manga Keiko Takemiya ha fatto a pezzi moltissime barriere (tipo un treno o un rompighiaccio antartico), tirando in ballo elementi davvero scottanti e scomodi, come la pedofilia, l'abuso, l'incesto, la prostituzione e l'abuso di droghe, il tutto con protagonisti decisamente minorenni.

Inoltre, cosa a mio avviso non meno d'impatto, ha inserito il sesso esplicito (condito da variazioni sul tema estremamente problematiche che al confronto "Ai no kusabi", assai duro, è roba da bambini) in una storia d'amore, tanto che il suo editore non voleva saperne di pubblicare il manga così com'era, lei non voleva sentire ragioni sul tagliarlo, e alla fine l'ha spuntata.

La passione e l'amore (in questo caso contrapposti, nociva uno e positivo l'altro) sono intrecciati in un'unica storia, tra due ragazzi, dipingendo in modo straziante la tensione tra un bene e un male intimi e personali, tra la possibilità di un riscatto e la perdizione, tra vita e morte, in cui la passione, inseguendo il piacere, può arrivare a picchi di irrazionalità e devastazione senza altro freno se non quello decretato dal (tragico) destino.

Una parola che descrive bene tutte le vicende è inesorabile. La finezza psicologica della mangaka è degna di un grande romanziere, che sa come portare all'estremo alcune dinamiche, in un orizzonte che è pur sempre quello della carta e del racconto, ma... attenzione. Anche se le vicende sono condensate in un modo che difficilmente tante cose del genere possono accadere nella realtà, sono così ben incatenate che da una vengono le altre.

"Il poema del vento e degli alberi" è una vicenda romantica e decadente. E con questi due termini non sto semplicemente usando due aggettivi, ma richiamo proprio ai movimenti storico-letterari europei di fine Ottocento. Se volessi richiamare dei testi simili, per scandalo e intensità, mi vengono in mente alcuni titoli.

Per la scandalosità estrema dei temi trattati, penso al filone erotico scandalistico che va dal De Sade, citato sopra (e aggiungo qui anche il libro "La filosofia del boudoir", che presenta forse tematiche ancora più forti rispetto alle 120 giornate), a un un Pierre Louÿs, non a caso francese (ambientazione francese mica a caso, non è che la Keiko Takemiya, a casa, aveva una collezione di libri erotici francesi, eh?) con il suo "Figlie di tanta madre" (spinto e senza remore tanto e quanto i libri del Marchese de Sade, ma scritto assai meglio). Penso poi, per tornare in Giappone, ai romanzi di Jun'ichiro Tanizaki (per le atmosfere morbose e senza via di uscita)... il che mi ricorda la mia vecchia curiosità sulla ricezione della letteratura europea decadente in Giappone, di cui Tanizaki è sicuramente un grandioso esempio. Ma anche, perché no, il "Colori Proibiti" di Yukio Mishima (che se non si concede scene erotiche presenta, almeno, l'esigenza dell'estetismo e la dinamica del plasmare e manipolare gli altri in cui è coinvolto il povero Gilbert).


Considerazione finale. Mi ha colpito tantissimo un ingrediente di questa straordinaria narrazione: il fatto che Serge, nonostante abbia perso Gilbert in modo così tragico, tornando dopo tanti anni nel Collegio dove l'ha conosciuto, sia così commosso, vero, ma anche profondamente sereno. Nonostante che con Gilbert ne abbia passate davvero di cotte e crude e lesse e fritte, il modo in cui lo ricorda, in cui ripercorre tutti i passaggi della loro vita al Collegio, non nascondendosi niente di quello che rendeva Gilbert problematico e tremendo, esprime con grande forza il cuore infinitamente generoso di Serge, che ha amato Gilbert, e ha cercato di aiutarlo, in tutti i modi, senza risparmiarsi niente.

Proprio la profondità e l'onestà con cui ha vissuto i propri sentimenti gli permettono di tornare al Collegio a testa alta, di ricordare Gilbert in tutta la sua dannata bellezza e nel suo bisogno d'amore senza fondo, contorto e pervertito da Auguste Beau.

In Serge non c'è odio, in un certo senso. Nessuna traccia di rancore o di amarezza. La tristezza è solo una nostalgia senza contorni, capace di accettare tutto quello che è accaduto e di andare avanti. Un senso di abnegazione, una capacità di amare, che fanno di Serge un paladino di quei tanti protagonisti della Vecchia Guardia degli anime, che ricordo con infinita tenerezza. Forse anche per questo "Il poema del vento e degli alberi" mi è piaciuto così tanto, uno shōnen ai, con gli occhi maturi di oggi, in cui rivive una figura che ho amato tantissimo, e che continuo a trovare incantevole.

Anche se la storia d'amore tra Serge e Gilbert si conclude nel peggiore dei modi, "Il poema del vento e degli alberi" non chiude in disperazione proprio perché c'è Serge che, nonostante tutto, maturo e consapevole, è ancora lì, e ama ancora Gilbert. Forse, volendo scavare un po' sotto queste belle parole di conclusione, non so se trovare più inquietante Gilbert, che brucia e si consuma amaramente, o Serge, che riesce così luminosamente, anche se con dolore, a venire fuori da quel passato. Personalmente, propendo per la seconda.
Ma di qui in poi sta al lettore fare le sue considerazioni.

Mi raccomando, come sempre, fateci sapere cose ne pensate! Ultimamente sono molto lenta a rispondere ai commenti e molto assente, perdonatemi, ma il lavoro mi sta col fiato sul collo e i ritmi sono quello che sono, e la collega Daniela non sta messa meglio con l'Università.
Questa recensione è dedicata a lei (che sicuramente conosce già questo gioiello, spero di averla comunque intrattenuta a dovere!).
In attesa di tempi con più tempo per scrivere e approfondire e deliziarvi, spero che questa recensione vi abbia incuriosito e informato a dovere. L'ho scritta con tanto amore. <3

@ Carla Righetti per Dita d'inchiostro.

6 commenti:

  1. Io avevo la VHS e poi, quando è uscito il DVD, ho preso pure quello.. lo amo da sempre e sogno di poter avere il manga in italiano un giorno! :p

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    1. E' il mio sogno proibito di fujoshi da quando avevo 11 anni (si, ho iniziato presto xD). Speriamo che, con tutte le nuove pubblicazioni yaoi che ci sono in Italia, prima o poi qualcuno porti anche questa perla da noi... Voglio una edizione extralusso! è_é

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  2. ma davvero non lo conoscevate??? io non sono una grande amante del genere, ma del poema avevo iniziato a leggere i primi capitoli in scans tempo fa.
    è bellissimo!

    è uno di quei manga che per forza, prima o poi, devono arrivare da noi! io prego tanto che renbooks abbia ancora voglia di portarlo qui e che sopratutto ci riesca! ♥

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    1. We, Carla non lo conosceva io si (mettiamo i paletti xD Qui ne va del mio onore di fujoshi!).

      Secondo me è uno dei capolavori del genere, superiore ad Ai No Kusabi (che pure è tanto bello!). Incrociamo le dita e speriamo in renbooks! >.<

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  3. Ne ho sempre sentito parlare dagli appassionati del genere ma nn l'ho ancora letto. Un po' tendo ad aspettare le edizioni italiane ma questa volta mi sa che devo fare un'eccezione, tutti gli editori dicono sempre che non c'è speranza XD

    Magari intanto mi recupero l'OAV ^^

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    1. Purtroppo mi sa che devi abbandonare le speranze per una versione ita ;_; così come tutti noi...

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