Oggi
la Neme ripesca per voi dal suo scaffale delle stranezze (perché,
ammettiamolo, se non è particolare la Neme non lo recensisce), una
cosa davvero sfiziosa.
Ovvero--- avete
mai letto un libro tratto da un fumetto?
No?
Bene,
accomodatevi, di posti liberi ce n'è a bizzeffe. Sulla cattedra,
potete vedere, c'è una copia di un libriccino tascabile ma erto di
pagine color grigio scuro, riempito fitto-fitto e con una copertina a
matita ed acquerello con composizione tipicamente da comic-book.
Avete
davanti “Inheritance”. Che, al contrario di quanto molti di voi
potrebbero immaginare, non è una fanfiction elevata a posteriori ai
ranghi di letteratura. Si tratta di un romanzo commissionato,
pubblicato ed approvato dalla DC comics stessa, e scritto da una
delle sue sceneggiatrici più quotate: Devin Grayson (Grayson,
come Dick Grayson), per
inciso, la prima
donna a diventare scrittore regolare di punta di un'importante serie
di Batman.
Come
si evince dalla copertina, la storia ruota attorno alla figura di
Batman.
E
Freccia Verde.
Ed
Aquaman.
E
soprattutto – anche se questo non si evince né dalla copertina né
tantomento dal blurb sul retro – “Inheritance” parla di
Arsenal, Nightwing e Tempest, meglio conosciuti
al tempo come Speedy, Robin I e Aqualad, membri
basilari del primo team dei Teen Titans nonché
sidekick storici.
“Inheritance”
è un romanzo di difficile reperibilità, e che non è mai stato
tradotto nel Bel Paese. In parte sicuramente perché è un genere
troppo peculiare: i comics non sono certo un
fenomeno-di-massa-stile-di-vita da noi come lo sono negli USA! Eppure
sono pronta a scommetterci il pennino e la boccetta di china che un
po' della colpa va anche a quella “controversia in sordina”
che il libro è riuscito a creare tra i fan.
Perché
controversia, e perché in sordina? Beh, perché nonostante se ne
parli molto, nessuno lo conosce. Il libro riesce al tempo stesso ad
essere di nicchia e commerciale, molto famoso e totalmente
sconosciuto, osannato e ridicolizzato, tacciato di fanfictionismo,
nonché di essere il “delirio di
una fangirl”. È amato dalle slasher ma
anche odiato dalle slasher,
e non oso pensare al commento dei non-slasher.
Perché
il romanzo, sebbene sia parte ufficiale del canon,
è innegabilmente permeato da toni e temi slash.
La
trama e la struttura
Il
libro è strutturato come una scatola cinese: vi è una trama
principale che fa da contenitore ad altre tre storie, tra loro
strutturalmente simmetriche. Passato e presente si alternano in
frammenti più o meno brevi fino alla fine del libro, creando un
meccanismo semplice ma di provata efficacia per tenere alto
l'interesse del lettore.
Il
filo conduttore di tutta la vicenda è molto semplice: Il Presidente
del Quarac, piccolo paese Mediorientale affacciato sul Golfo
Persico, si trova in visita con la sua famiglia a Gotham City.
Durante un ricevimento, suo figlio Dabir
viene attaccato da un cecchino – ma il ragazzo rimane totalmente
illeso, nonostante il cecchino in questione sia Slade
Wilson, conosciuto anche come Deathstroke,
assassino infallibile nonché nemico di vecchia data di Batman
e
soprattutto del suo pupillo,
Nightwing.
L'investigazione
che parte da questo presupposto coinvolge ben sei degli eroi DC.
Batman,
Freccia Verde e
Aquaman, ed
anche i tre giovani uomini che un tempo erano le loro “spalle”:
Nightwing,
al tempo Robin I;
Arsenal,
conosciuto come Speedy
durante la sua turbolenta adolescenza; ed il loro vecchio compagno
Tempest,
al secolo Aqualad.
Speedy, Robin & Aqualad. Applaudite la scelta coraggiosa di usare una immy delle loro mini-versioni pucciosissime. |
Il romanzo di per sé si caratterizza più come un affresco
familiare che come un action supereroistico o un crime-thriller.
L'attentato
al “principino” del Quarac è infatti solo un pretesto per
mostrarci il complicato rapporto che c'è tra ognuno dei tre eroi e
la sua, ormai cresciuta, “piccola spalla”. Si tratta di un
romanzo di introspezione, di conflitti, di psicologia e di sentimenti
– a volte esagerati (Dick, se un Drama Queen!), a volte esacerbati,
ma comunque genuini. Non mancano l'azione, i combattimenti e le
indagini, ma si
tratta solo di una cortina di fumo,
che probabilmente non basta ad accattivare gli appassionati del
genere action/crime.
Guardando oltre la trama dedicata a Dabir ed alla tragica storia del
Quarac troviamo il vero nucleo della novella: tre storie, ben
strutturate e distinte fra loro.
La prima si focalizza su Roy Harper, in arte Arsenal o Speedy,
pupillo di Oliver Queen, la Freccia Verde. È la più lunga delle
tre, si sposa perfettamente col canon, ed è ben scritta e
coinvolgente. Roy, Ollie, la piccola Lian e successivamente la
bellissima e letale Cheshire sono personaggi che ti entrano nel
cuore, ci piantano la tenda, e ci accendono pure il fuocherello
perché non si schioderanno mai più.
La seconda backstory è dedicata a Richard “Dick” Grayson,
pupillo di Bruce Wayne, il Cavaliere oscuro di Gotham, giovane
circense che si è digievoluto dal ruolo di Robin versione 1.0 a
quello di Nightwing. Più breve ma altrettanto coinvolgente della
backstory dedicata a Roy, questa parte del libro è quella che più
delle altre ha suscitato il vespaio, come avrete modo di leggere tra
un po'.
Da ultimo ma non da ultimo, abbiamo la parte dedicata a Garth,
figlioccio del Re Orin di Atlantide, Arthur Curry per gli
amici, Aquaman per tutti gli altri.
Garth è il sideckick meno conosciuto dei tre, e la sua backstory
purtroppo ha un sapore vagamente frettoloso. In rete c'è chi specula
che lui ed Aquaman siano stati aggiunti successivamente, come un
ripensamento degli editori nella fase finale di produzione del libro.
Non ho prove per smentire o corroborare questa teoria, ma a mio
avviso va sottolineata una cosa a favore di ognuna delle due fazioni:
- togliendo questi due personaggi la novella, di per sé già un tripudio di simmetrie, diverrebbe perfettamente simmetrica, intrecciando con maestria i quattro personaggi rimanenti.
- La backstory di Garth inizia quando ormai siamo vicini alla soluzione del giallo principale. Quindi espandere eccessivamente questa sezione avrebbe potuto annoiare il lettore e trascinare il finale.
Ai posteri l'ardua sentenza.
Le sottotrame
Come abbiamo visto, il mosaico di
“Inheritance” si compone di una trama-contenitore e tre
sottotrame. Fin qua era semplice. Ma ognuna di queste
sottotrame si può ulteriormente dividere in due parti.
(pssssssssst. Ora ci credete
che sono scatole cinesi? Per di più simmetriche?)
La prima parte comune a tutte le sottotrame si incentra sul rapporto
conflittuale tra il giovane sideckick e la figura ingombrante e poco
presente del suo mentore.
Il punto di partenza di ogni backstory è il Primo Incontro,
spesso emotivamente esplosivo, tra i ragazzi, ancora piccini, e
questi uomini incredibili. Si traccia poi un'excursus, breve ma
intenso, della loro infanzia e dell'adolescenza, fino all'età
adulta. Vediamo il primo approccio alla vita da crimefighter, le
prime speranze, le prime delusioni. Siamo testimoni dei primi screzi
tra i ragazzi, ormai cresciuti, e queste figure paterne tanto immense
sul piano morale quanto deludenti sul piano affettivo. Arrivano:
la droga, le insicurezze, gli ormoni (maledetti!), i dubbi, i
conflitti, l'oscurità, l'abbandono. Il rapporto tra i ragazzi ed
i loro mentori si incrina, senza che quegli splendidi supereroi si
accorgano di nulla o quasi. Finché, inesorabile quanto inevitabile,
arriva la rottura, il distacco.
Caliamo il sipario.
Il secondo atto di ogni backstory è dedicato al Grande Amore.
Tramite gli occhi di Roy ci innamoriamo selvaggiamente di Cheshire,
l'assassina dal cuore di bimba torturata. Nella backstory di
Garth siamo deliziati di conoscere l'audace piccola Tula.
Nella backstory di Dick---
--nella backstory di Dick casca l'asino.
E si rompe pure una zampa, poverino.
O due.
O quattro.
O sei, se solo ne avesse.
Perché in questo castello di simmetria che è “Inheritance”,
questo mosaico di richiami e ricollegamenti, la sezione “Grande
Amore” di Dick presenta un'anomalia abbacinante nella sua
immensità.
Nella
parte dedicata al suo Grande Amore non c'è Starfire,
non c'è Barbara
Gordon,
non c'è nessun nuovo personaggio, femminile o maschile che sia. In
effetti, complice anche un saggio sensei di arti marziali giapponesi,
si continua a parlare sempre e solo di Bruce Wayne.
Non solo. Lo si fa in modi e maniere che ti fanno intuire, sempre
grazie a simmetrie stilistiche e richiami, che non c'è altro per
Dick, di importante quanto Bruce.
Ma Inheritance spacca una barriera.
Qui non c'è nulla di fraintendibile, di casuale. La Grayson non ha mai
fatto mistero della sua intima convinzione che sì, il sentimento è
lì. Magari non è mai stato concretizzato, ma è lì. Come dice lei
stessa in un'intervista che è stata fatta sparire da tempo dal
web (ma la Neme ce l'ha. AH!):
«Alla
fine, molto più tardi, Dick viene distratto da altre relazioni ,ed è
in grado di smettere di alitargli sul collo quel tanto che basta
perché Bruce si rilassi e ritorni ai livelli di gentilezza ed
affetto che si sente in grado di gestire (una volta che la minaccia
della sessualità è stata rimossa dall'equazione), e riesca ad
andare avanti rimanendo più o meno incolume. Nonostante ciò il
loro rapporto rimane incredibilmente potente e intenso per Dick,
che finisce per sentirsi dispiaciuto, respinto e confuso, senza
contare tutte le altre questioni che già sappiamo esistere tra i
due. Dick
risponde a Bruce — o forse devo dire Batman, dato che è con lui
che ha instaurato un rapporto — su ogni singolo livello del suo
essere.»
E se questo non bastasse:
«Questi
due sono persone estremamente fisiche, oltre che estremamente
attraenti, e accecato dal suo terrore di divenire “irrilevante” ,
penso che Dick Grayson possa aver contemplato l'idea di instaurare
una relazione sentimentale. Questo gli avrebbe permesso di rimanere
nel Maniero Wayne come parte integrante della vita di Bruce a tempo
indeterminato, gli avrebbe dato sicurezza in merito a sentimenti che
Bruce provava per lui, gli avrebbe concesso quella liberazione fisica
[NdT: nel senso di “orgasmo”] che tanto agognava, e avrebbe
potuto – avrebbe potuto persino aiutare Batman a diventare una
persona più felice, più rilassata. Quell'uomo quanto lo amava
veramente, e quanta fiducia riponeva in lui? Questo tipo di rapporto
sarebbe potuto essere un'opzione? Essendo la creatura coraggiosa e
audace che Batman lo ha plasmato ad essere, Dick va a scoprirlo.
Penso
che se è accaduto, il tutto sarebbe accaduto in circa venti secondi,
e penso anche che entrambi avrebbero conservato una memoria di quel
giorno che si può definire viscerale, al confine col febbrile. Per
Dick, che ha circa sedici o diciassette anni al tempo, il tutto è
iniziato mesi e mesi prima, perciò nel momento in cui approccia
Bruce lui conosce già ogni tremito, ogni movimento della gola, ogni
contrazione dei pugni, ogni mezza frase, pronunciata a gola stretta e
subito abbandonata, che ha sia preordinato che precluso quel momento
di rivelazione. Per Bruce sarebbe stata una cosa venuta dal nulla; un
muro di mattoni che separa per sempre il passato dal presente,
l'asfalto sotto di esso improvvisamente e permanentemente disseminato
di piccoli frammenti e dei segni di frizione che lo schianto si è
lasciato dietro.
Allora
forse Dick smette di utilizzare le parole. Forse si avvicina a Batman
improvvisamente, cupo e armato di una determinazione stranamente
elettrizzata, il calore che emana dal suo corpo come onde mentre
preme le labbra improvvisamente contro quelle di Batman – la teoria
di una forza irrefrenabile che sfreccia verso un oggetto inamovibile.
E se una cosa del genere avvenisse, prevedo che due cose passerebbero
attraverso la testa di Batman allo stesso momento, egualmente
terrificanti.
Prima
di tutto, la persona che ha davanti adesso NON è un ragazzino. Bruce
l'ha guardato senza vederlo, senza vederlo veramente,
forse per anni. E il pensiero della perdita di quel ragazzino lo fa
raggelare di angoscia.
Bruce è così imperdonabilmente, follemente — pericolo, pericolo, pericolo! (amore = morte) — attaccato a quel ragazzino, e quel ragazzino non c'è più, in qualche modo gli è scivolato via. Quel ragazzino che egli possiede, possiede realmente – per ragioni legali, di lealtà, finanziarie, perché gli deve la vita, in virtù dell'imprinting, della creazione, dell'incoraggiamento, per via di un giuramento solenne, egli lo possiede — corpo e anima.
Bruce è così imperdonabilmente, follemente — pericolo, pericolo, pericolo! (amore = morte) — attaccato a quel ragazzino, e quel ragazzino non c'è più, in qualche modo gli è scivolato via. Quel ragazzino che egli possiede, possiede realmente – per ragioni legali, di lealtà, finanziarie, perché gli deve la vita, in virtù dell'imprinting, della creazione, dell'incoraggiamento, per via di un giuramento solenne, egli lo possiede — corpo e anima.
Il
che necessariamente significa che questo non-ragazzino che gli sta
davanti adesso... Bruce
possiede anche questa
creatura.
Questa creatura che ha un aspetto diverso, pensa in modo diverso, per
Dio!, ha persino un profumo diverso - come ha potuto prestare così
poca attenzione?! - Bruce lo riconosce comunque in maniera assoluta.
Assoluta. Lo spirito è inconfondibile, e forse qualcosa di profondo
all'interno Batman
si muove per afferrarlo, per stringerlo vicino, per usarlo così da
arginare in qualche modo il dolore per la perdita del ragazzino che
gli apparteneva, il che non deve essere per forza una cosa orribile,
quella perdita, perché questa creatura che si trova davanti lui ora,
fremente di audacia e passione, che lo fissa senza battere ciglio con
quegli occhi blu così familiari da mozzare il fiato, così
ovviamente IDENTICO A COME ERA, che forse senza neanche un pensiero
cosciente Batman si tende verso di lui - non per ricambiare il bacio,
ma per smontare il suo corpo a mani nude e lasciarne scaturire quella
forma a lui più riconoscibile; il suo guizzante raggio di sole, la
sua ironica piccola scimmietta, il suo ragazzo.
E
poi il non-ragazzino si muove verso la presa delle mani di Batman con
un'assenza di paura così totale che Batman stesso si ritrae,
indietreggia in tutta fretta, perfettamente conscio che il
non-ragazzino vedrà la sua esitazione, conscio che quest'anima
accanto a cui ha respirato per oltre otto anni ora non sarà in grado
di immaginare nessun altro corso di azione adesso, se non accanirsi
con dedizione assoluta all'inseguimento e alla vittoria finale
tramite abrasione. Perché credo che Dick sarebbe nel giusto, se
successivamente affermasse che parte della colpa ricade su Bruce.
Bruce sarebbe indietreggiato, in fondo, questo è vero. Ma era
stato lui stesso ad addestrare Dick Grayson a non lasciare mai andare
un avversario in ritirata».
E se non bastasse neanche questo... la scena ipotizzata qui
sopra?
C'è.
Nel libro.
C'è.
È stata sviluppata ed editata ovviamente, priva del bacio, ma non
per questo priva del bagaglio emotivo, dell'intensità. Dick “si
avvicina a Batman improvvisamente, cupo e armato di una
determinazione stranamente elettrizzata”. Sono nella Batmobile, e
Dick quasi scavalca la leva del cambio, quasi si siede a
cavalcioni su di essa o su Bruce pur di raggiungerlo, di metterlo
all'angolo, emotivamente, figurativamente ma anche fisicamente,
disperatamente determinato a capire: “cosa sono io per te?”.
Per sua stessa ammissione, alla Grayson non piace “forzare” la
sua visione personale nella continuity ufficiale, perciò il bacio è
stato da lei omesso. Bruce si scosta di scatto, mette piede
all'acceleratore e fugge, ne più ne meno. Come dicevo però,
l'intenzione è chiara. Il sentimento non è solo chiaro ma è
scandito, la motivazione che porta a quella scena, quell'insicurezza
e quel bisogno sono andati montando per pagine e pagine. La scena
stessa poi si conclude nella Batcave, in maniera bellissima ma al
tempo stesso col sapore di cosa lasciata in sospeso. Bruce si rivela
essere terrorizzato ad un livello quasi viscerale di perdere Dick.
Mentre Dick capisce che quel poco che Bruce gli ha detto quel giorno:
«It wasn't “I love
you”.
But it was something.».
Insomma: Nightwing vuole, o almeno considera, seriamente e disperatamente, l'idea di una relazione sentimentale e fisica con Batman. Il che forse vi da una vaga idea del perché questo libro è discusso, ma così in sordina.
Un supereroe gay?!
Giammai!!!
Si gridi allo scandalo!!
Si taccino i lettori e la scrittrice di eresia!!!!
...si, però gli editore della DC hanno fatto passare questa scena, e tutte le altre. La novella rientra nel canon approvato ed ufficiale, perciò... insomma... capite, no? ._.
Un supereroe gay?!
Giammai!!!
Si gridi allo scandalo!!
Si taccino i lettori e la scrittrice di eresia!!!!
...si, però gli editore della DC hanno fatto passare questa scena, e tutte le altre. La novella rientra nel canon approvato ed ufficiale, perciò... insomma... capite, no? ._.
Lo
stile e i temi
A mio
parere, ci sono alcune piccole scene in cui la sensualità (nel senso
stretto di “inerente ai sensi” e “capace di evocare sensazioni
fisiche”) della Grayson si avvicina un po' ad Anne Rice. O forse si
tratta solo dell'intensità ambigua di sentimenti che intesse tra
uomo e uomo (e uomo. E uomo) a farmi lampare in mente il paragone. Lo
stile della Grayson però non arriva mai ai livelli di liricismo
visionario, o alla voluttà decadente dell'Anna dei vampiri; anzi
la narrazione rimane sempre semplice, scandita e concisa, il che
chiarifica molto le scene d'azione.
Il
subtext abbonda e straborda. Anzi, il subtext si fa text
direttamente, e ti lascia lì abbacinato perché, no, non appena
letto questo. ...ho letto questo? Eh, sì. Ho letto QUESTO. E
tu non sai bene come hanno fatto gli editori della DC a far
passare questa apoteosi di subtext senza batter ciglio.
La
Grayson, lo sapete, dice che tra Bruce (Batman) e Dick (Nightwing)
c'è qualcosa.
Ma
“Inheritance”, come il fu “Intervista col Vampiro”, ti getta
manciate di hints su qualsiasi pairing.
Ed intendo qualsiasi. Il che forse è la pecca maggiore del libro?
Infatti,
non si tratta solo di Ollie che è un flirt che cammina e non apre
bocca se non per dire cose fraintendibili. (“You're hot, baby”
riferito a Nightwing. “He was always a looker” riferito ad
Arsenal. E poi l'occhiolino fatto a Dick, la mano sulla gamba, i
complimenti, le frecciatine...) Non si tratta solo di Dick che è una
creatura estremamente tattile ed affettuosa, e che
riesce ad affascinare tutti (Roy
e Ollie e Bruce e persino Arthur) neanche
fosse la Biancaneve di SwatH.
Potete anche togliervi gli occhialini slash. Il (sub)text non cambia.
Ollie continuerà a comparare l'esperienza di guardare le spalle a
Dick col piacere di far scivolare via le calze dalle belle gambe
sensuali di Dinah, la sua donna. Continuerà a commentare che tutto
bagnato Dick sembra pronto per la copertina di un focoso romanzetto
rosa, e a ringraziare il cielo che gli piaccia vestire di pelle (con
un velato-ma-non-tanto ammiccamento al BDSM). Continuerà a dire che,
si però, ci credo che la gente speculasse su Bruce e Dick e pensava
che se la facessero, insomma, l'hai visto tu Dick? Continuerà
ad assicurare Dick che a Bruce è bastato guardare nei suoi occhioni
blu una volta sola, per essere affascinato da lui.
Roy continuerà a rodersi di gelosia per come Dick risponde “agli
uomini maturi” (ma non a Roy). Ad invidiare l'attenzione e i
complimenti che Ollie gli rivolge. A tremare quando Batman emerge
dalla notte per salvarlo traendolo a sé, a volersi stringere ad
Ollie, senza però osare.
Dick
continuerà ad “arrossire in maniera affascinante” quando Ollie
gli tocca la coscia. Continuerà ad avere un'illuminazione Zen sui
suoi sentimenti per Batman e ad averlo quasi baciato Batmobile.
Ah.
Per non parlare di Batman che sussurra all'orecchio di Nightwing
nell'atmosfera fumosa di un bar, facendolo fremere.
C'è anche quello.
Non ve l'avevo detto?
Il
commento
Ormai tutto l'universo DC è cambiato, però penso che questo libro
resto un ottimo punto d'inizio per chi voglia imparare a conoscere
tre dei sideckick storici dell'universo dei fumetti. La situazione
del Quarac, poi, nonché la vita e le pene del giovane Dabir rendono
il libro godibile di per se stesso. Adattissimo anche ai fan già
assodati dei sideckick in questione, ed a chi non disdegna i tripudi
di slash.
Il libro andrebbe letto anche solo per Ollie. Che è favoloso. Anche
se, nell'ultimo capitolo ti arriva una mazzata tale che... *ahem*, ma
non spoilero.
Comunque.
Il romanzo non è senza peculiarità o pecche, ma--
Ollie.
E la backstory di Roy, con la meravigliosa caratterizzazione di
Cheshire.
E il rapporto tra Bruce e Dick.
Tutti validi motivi per dare un'occhiata ad “Inheritance”, che
secondo me è una novella molto godibile. Di modesta lunghezza, ha
una trama che scorre bene e velocemente, un meccanismo narrativo ben
strutturato, un'ottima caratterizzazione ed un'ancor più ottima
esplorazione della psiche e del cuore dei personaggi. Ha uno stile
semplice ma funzionale, e persino (LE GASP!) una morale e dei valori.
Sotto lo slash.
Molto sotto.
Giusto... evitate di leggerla in pubblico. I gridolini, gli infarti,
i face-palm e le facce sconvolte sono assicurati ogni due pagine.
Titolo: Inhertiance
Autore: Devin Grayson
Editore: Warner Books per DC comics
Pagine: 340
Prezzo: 6.99$
MGNemesi @ Dita d'inchiostro.
Versione inglese degli stralci di intervista sopra citati:
«I
think when Dick was in his late teens, the idea of “lover” must
have run through his mind (which means, really, as we’ve already
discussed, it ran through his body)...and if in any way Bruce
retreated from that advance — which is what I’d expect him to do
(he does love the kid, rather wildly really, but that scares him, and
it’s not a sexual love, and that would be a perversion of the
relationship anyway, and what the hell does he expect me to do!?
“Dick, maybe you’d better leave now,”) — then Dick is going
to pursue that retreat with the energy of a demon, because that’s
what Bruce has taught him to do — pursue what flees.
«Eventually,
much later, Dick gets distracted by other relationships and is able
to ease up enough on Bruce for Bruce to relax into his own
comfort-level of kindness and affection again (once the threat of
sexuality has been removed) and they carry on more or less unharmed.
But the relationship remains incredibly powerful and intense for
Dick, who ends up feeling apologetic, rejected, and confused on top
of all the other issues we already know exist between the two of
them. Dick responds to Bruce — or really I should say Batman, since
that’s who his relationship is with — on every single level.»
«These
are two extremely physical people, and also both extremely
attractive, and in his panic about becoming irrelevant, I think Dick
Grayson may have tripped over the idea of a romantic relationship. It
would allow him to stay in the Manor as a part of Bruce's life
indefinitely, it would reassure him as to Bruce's feelings for him,
it would allow him some much needed physical release, and it might -
it might even help make Batman a happier, more relaxed person. How
much does this man really love and trust him? Would this kind of
relationship be an option? Being the brave and bold creature that
Batman has helped him to become, Dick goes to find out.
I
think if it happened at all, the whole thing would have happened in
about twenty seconds, and I think that they would both remember that
day with a visceral recall that borders on feverish. For Dick, about
sixteen or seventeen at the time, it would have started months and
months earlier, and going in to it he would already know every
tremor, every swallow, every flex of fist and tight-throated,
abandoned half-sentence that had both preordained and precluded it.
For Bruce, it would have come out of nowhere; a brick wall separating
the past from the present, the asphalt below it suddenly permanently
littered with small shards and chaff from the crash.
My
guess is that is would have started with a question. Dick, in an
arbitrary moment in the Batcave, asking something like "what
happens to me after I turn eighteen? What happens to us after those…
papers… stop meaning anything…?" To which Bruce would
respond, as most likely would anyone who had not been obsessing about
this particular potential end of the world for months on end, "hm?"
So
maybe Dick stops using language. Maybe he moves close to Batman
suddenly, grim and determined in an oddly thrilled sort of way, heat
radiating off of him in waves as he suddenly presses his lips against
Batman's - irresistible force hurtling towards immovable object. And
if that happened, then I'm guessing that two things go through
Batman's head in that moment, equally terrifying.
First
of all, the person in front of him now is NOT a little boy. He has
not been seeing him, truly seeing him, for maybe years now. And the
thought of the loss of that little boy makes him freeze up with
grief. He is so inexcusably, insanely—unsafe, unsafe, unsafe! (love
= death)—attached to that little boy, and that little boy isn't
there anymore, has somehow slipped away. That little boy that he
owns, truly owns - legally, loyally, financially, life-debt,
imprinting, creation, encouragement, oath-sworn owns—body and soul.
Which
means that the not-little-boy in front of him, he owns this creature,
too. This creature that looks different, thinks differently, hell,
even smells different - how could he have been paying so little
attention?! - he recognizes him absolutely nonetheless. Absolutely.
The spirit is unmistakable, and maybe something deep inside of Batman
moves to grab it, to hold it close, to use it to blot out the
horrible grief of losing his little boy, which doesn't have to be
horrible at all, because this creature standing in front of him now,
trembling with audacity and passion, staring at him unblinkingly with
those breath-takingly familiar blue eyes, he is so frustratingly,
obviously the SAME that before he even thinks about it, maybe Batman
does reach out to him - not to return the kiss, but to break him
apart with his bare hands and release the more recognizable form; his
darting ray of sunshine, his wise-cracking little monkey-wrench, his
boy.
And
then the not-little-boy moves towards the reach of Batman's hands
with such an utter lack of fear that Batman himself recoils, stepping
quickly back, knowing as he does so that the not-little-boy sees the
falter, knowing as he does so that the soul he has breathed beside
for over eight years now will be able to imagine no other course than
total dedication to pursuit and final victory through abrasion.
Because I think that Dick would be right if he later asserted that
Bruce himself was partly to blame. Bruce would have stepped back,
after all, that's true. And he himself had trained Dick Grayson never
to give up on an opponent in retreat.»
"I get it. And I love you, too." |
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Non ho finito di leggere tutto, perdonami, mi sono soffermata sulla relazione tra Robin e Batman, sublime...credo fossero anni, comunque, che in molti se lo aspettassero, se lo immaginassero in qualche modo.
RispondiEliminaE poi mi viene anche in mente Ratman e Topin! XD
Ho scritto una tale Wall of Text, che non mi stupisco tu ti sia concentrata solo sul MEGLIO. ;D B&R sono una tale icona gay da tanto di quel tempo, che sono quasi parte integrante dell'immaginario omo di almeno due generazioni. Ma fra hint ed insabbiamenti, smentite e ripensamenti, avere di queste conferme è sempre un piacere. *A*
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