venerdì 26 ottobre 2012

"Inheritance" - Ovvero Batman se l'avesse scritto l'Anne Rice (quasi)


Oggi la Neme ripesca per voi dal suo scaffale delle stranezze (perché, ammettiamolo, se non è particolare la Neme non lo recensisce), una cosa davvero sfiziosa.
Ovvero--- avete mai letto un libro tratto da un fumetto?
No?
Bene, accomodatevi, di posti liberi ce n'è a bizzeffe. Sulla cattedra, potete vedere, c'è una copia di un libriccino tascabile ma erto di pagine color grigio scuro, riempito fitto-fitto e con una copertina a matita ed acquerello con composizione tipicamente da comic-book.
Avete davanti “Inheritance”. Che, al contrario di quanto molti di voi potrebbero immaginare, non è una fanfiction elevata a posteriori ai ranghi di letteratura. Si tratta di un romanzo commissionato, pubblicato ed approvato dalla DC comics stessa, e scritto da una delle sue sceneggiatrici più quotate: Devin Grayson (Grayson, come Dick Grayson), per inciso, la prima donna a diventare scrittore regolare di punta di un'importante serie di Batman.

Come si evince dalla copertina, la storia ruota attorno alla figura di Batman.
E Freccia Verde.
Ed Aquaman.
E soprattutto – anche se questo non si evince né dalla copertina né tantomento dal blurb sul retro – “Inheritance” parla di Arsenal, Nightwing e Tempest, meglio conosciuti al tempo come Speedy, Robin I e Aqualad, membri basilari del primo team dei Teen Titans nonché sidekick storici.

“Inheritance” è un romanzo di difficile reperibilità, e che non è mai stato tradotto nel Bel Paese. In parte sicuramente perché è un genere troppo peculiare: i comics non sono certo un fenomeno-di-massa-stile-di-vita da noi come lo sono negli USA! Eppure sono pronta a scommetterci il pennino e la boccetta di china che un po' della colpa va anche a quella “controversia in sordina” che il libro è riuscito a creare tra i fan.
Perché controversia, e perché in sordina? Beh, perché nonostante se ne parli molto, nessuno lo conosce. Il libro riesce al tempo stesso ad essere di nicchia e commerciale, molto famoso e totalmente sconosciuto, osannato e ridicolizzato, tacciato di fanfictionismo, nonché di essere il “delirio di una fangirl”. È amato dalle slasher ma anche odiato dalle slasher, e non oso pensare al commento dei non-slasher.
Perché il romanzo, sebbene sia parte ufficiale del canon, è innegabilmente permeato da toni e temi slash.




La trama e la struttura

Il libro è strutturato come una scatola cinese: vi è una trama principale che fa da contenitore ad altre tre storie, tra loro strutturalmente simmetriche. Passato e presente si alternano in frammenti più o meno brevi fino alla fine del libro, creando un meccanismo semplice ma di provata efficacia per tenere alto l'interesse del lettore.

Il filo conduttore di tutta la vicenda è molto semplice: Il Presidente del Quarac, piccolo paese Mediorientale affacciato sul Golfo Persico, si trova in visita con la sua famiglia a Gotham City. Durante un ricevimento, suo figlio Dabir viene attaccato da un cecchino – ma il ragazzo rimane totalmente illeso, nonostante il cecchino in questione sia Slade Wilson, conosciuto anche come Deathstroke, assassino infallibile nonché nemico di vecchia data di Batman e soprattutto del suo pupillo, Nightwing.
L'investigazione che parte da questo presupposto coinvolge ben sei degli eroi DC. Batman, Freccia Verde e Aquaman, ed anche i tre giovani uomini che un tempo erano le loro “spalle”: Nightwing, al tempo Robin I; Arsenal, conosciuto come Speedy durante la sua turbolenta adolescenza; ed il loro vecchio compagno Tempest, al secolo Aqualad.

SpeedyRobin & Aqualad.
Applaudite la scelta coraggiosa di usare una immy 
delle loro mini-versioni pucciosissime.

Il romanzo di per sé si caratterizza più come un affresco familiare che come un action supereroistico o un crime-thriller.
L'attentato al “principino” del Quarac è infatti solo un pretesto per mostrarci il complicato rapporto che c'è tra ognuno dei tre eroi e la sua, ormai cresciuta, “piccola spalla”. Si tratta di un romanzo di introspezione, di conflitti, di psicologia e di sentimenti – a volte esagerati (Dick, se un Drama Queen!), a volte esacerbati, ma comunque genuini. Non mancano l'azione, i combattimenti e le indagini, ma si tratta solo di una cortina di fumo, che probabilmente non basta ad accattivare gli appassionati del genere action/crime.
Guardando oltre la trama dedicata a Dabir ed alla tragica storia del Quarac troviamo il vero nucleo della novella: tre storie, ben strutturate e distinte fra loro.
La prima si focalizza su Roy Harper, in arte Arsenal o Speedy, pupillo di Oliver Queen, la Freccia Verde. È la più lunga delle tre, si sposa perfettamente col canon, ed è ben scritta e coinvolgente. Roy, Ollie, la piccola Lian e successivamente la bellissima e letale Cheshire sono personaggi che ti entrano nel cuore, ci piantano la tenda, e ci accendono pure il fuocherello perché non si schioderanno mai più.
La seconda backstory è dedicata a Richard “Dick” Grayson, pupillo di Bruce Wayne, il Cavaliere oscuro di Gotham, giovane circense che si è digievoluto dal ruolo di Robin versione 1.0 a quello di Nightwing. Più breve ma altrettanto coinvolgente della backstory dedicata a Roy, questa parte del libro è quella che più delle altre ha suscitato il vespaio, come avrete modo di leggere tra un po'.
Da ultimo ma non da ultimo, abbiamo la parte dedicata a Garth, figlioccio del Re Orin di Atlantide, Arthur Curry per gli amici, Aquaman per tutti gli altri.
Garth è il sideckick meno conosciuto dei tre, e la sua backstory purtroppo ha un sapore vagamente frettoloso. In rete c'è chi specula che lui ed Aquaman siano stati aggiunti successivamente, come un ripensamento degli editori nella fase finale di produzione del libro. Non ho prove per smentire o corroborare questa teoria, ma a mio avviso va sottolineata una cosa a favore di ognuna delle due fazioni:
  1. togliendo questi due personaggi la novella, di per sé già un tripudio di simmetrie, diverrebbe perfettamente simmetrica, intrecciando con maestria i quattro personaggi rimanenti.
  2. La backstory di Garth inizia quando ormai siamo vicini alla soluzione del giallo principale. Quindi espandere eccessivamente questa sezione avrebbe potuto annoiare il lettore e trascinare il finale.
Ai posteri l'ardua sentenza.



Le sottotrame

Come abbiamo visto, il mosaico di “Inheritance” si compone di una trama-contenitore e tre sottotrame. Fin qua era semplice. Ma ognuna di queste sottotrame si può ulteriormente dividere in due parti.
(pssssssssst. Ora ci credete che sono scatole cinesi? Per di più simmetriche?)
La prima parte comune a tutte le sottotrame si incentra sul rapporto conflittuale tra il giovane sideckick e la figura ingombrante e poco presente del suo mentore.
Il punto di partenza di ogni backstory è il Primo Incontro, spesso emotivamente esplosivo, tra i ragazzi, ancora piccini, e questi uomini incredibili. Si traccia poi un'excursus, breve ma intenso, della loro infanzia e dell'adolescenza, fino all'età adulta. Vediamo il primo approccio alla vita da crimefighter, le prime speranze, le prime delusioni. Siamo testimoni dei primi screzi tra i ragazzi, ormai cresciuti, e queste figure paterne tanto immense sul piano morale quanto deludenti sul piano affettivo. Arrivano: la droga, le insicurezze, gli ormoni (maledetti!), i dubbi, i conflitti, l'oscurità, l'abbandono. Il rapporto tra i ragazzi ed i loro mentori si incrina, senza che quegli splendidi supereroi si accorgano di nulla o quasi. Finché, inesorabile quanto inevitabile, arriva la rottura, il distacco.
Caliamo il sipario.

Il secondo atto di ogni backstory è dedicato al Grande Amore. Tramite gli occhi di Roy ci innamoriamo selvaggiamente di Cheshire, l'assassina dal cuore di bimba torturata. Nella backstory di Garth siamo deliziati di conoscere l'audace piccola Tula. Nella backstory di Dick---
--nella backstory di Dick casca l'asino.
E si rompe pure una zampa, poverino.
O due.
O quattro.
O sei, se solo ne avesse.
Perché in questo castello di simmetria che è “Inheritance”, questo mosaico di richiami e ricollegamenti, la sezione “Grande Amore” di Dick presenta un'anomalia abbacinante nella sua immensità.
Nella parte dedicata al suo Grande Amore non c'è Starfire, non c'è Barbara Gordon, non c'è nessun nuovo personaggio, femminile o maschile che sia. In effetti, complice anche un saggio sensei di arti marziali giapponesi, si continua a parlare sempre e solo di Bruce Wayne. Non solo. Lo si fa in modi e maniere che ti fanno intuire, sempre grazie a simmetrie stilistiche e richiami, che non c'è altro per Dick, di importante quanto Bruce.

Diciamocelo: di subtext fra Batman e Nightwing ce n'è sempre stato. Principalmente però si trattava di attimi di fanservice più o meno inconsapevole da parte della DC (I vari “I love you”, “you love him”. Lo storico “la vostra relazione è 'sticky & hot'”e l'ancora più storico “Capisco che Helena ti ricordi Batman ma questo non è un motivo valido per fare sesso con lei, Dick.”).
Ma Inheritance spacca una barriera.
Qui non c'è nulla di fraintendibile, di casuale. La Grayson non ha mai fatto mistero della sua intima convinzione che sì, il sentimento è lì. Magari non è mai stato concretizzato, ma è lì. Come dice lei stessa in un'intervista che è stata fatta sparire da tempo dal web (ma la Neme ce l'ha. AH!):



«Penso che durante la sua tarda adolescenza, l'idea di "essere amanti" deve essere necessariamente passata per la mente di Dick (che in realtà significa, come abbiamo già discusso, che gli è passata attraverso il corpo)... e se Bruce si fosse ritratto anche minimamente davanti alle sue avances — che è proprio ciò che mi aspetterei da lui (ama quel ragazzo, in maniera selvaggia a dire il vero, ma la cosa lo spaventa, e non si tratta di amore carnale, il che sarebbe comunque una perversione del loro rapporto, e cosa diavolo si aspetta che faccia io!? "Dick, forse sarebbe meglio che te ne vada, adesso,") — allora Dick lo avrebbe inseguito con tutta la determinazione di un demonio, perché questo è quello che Bruce gli ha insegnato a fare — inseguire ciò che fugge.


«Alla fine, molto più tardi, Dick viene distratto da altre relazioni ,ed è in grado di smettere di alitargli sul collo quel tanto che basta perché Bruce si rilassi e ritorni ai livelli di gentilezza ed affetto che si sente in grado di gestire (una volta che la minaccia della sessualità è stata rimossa dall'equazione), e riesca ad andare avanti rimanendo più o meno incolume. Nonostante ciò il loro rapporto rimane incredibilmente potente e intenso per Dick, che finisce per sentirsi dispiaciuto, respinto e confuso, senza contare tutte le altre questioni che già sappiamo esistere tra i due. Dick risponde a Bruce — o forse devo dire Batman, dato che è con lui che ha instaurato un rapporto — su ogni singolo livello del suo essere.»

E se questo non bastasse:

«Questi due sono persone estremamente fisiche, oltre che estremamente attraenti, e accecato dal suo terrore di divenire “irrilevante” , penso che Dick Grayson possa aver contemplato l'idea di instaurare una relazione sentimentale. Questo gli avrebbe permesso di rimanere nel Maniero Wayne come parte integrante della vita di Bruce a tempo indeterminato, gli avrebbe dato sicurezza in merito a sentimenti che Bruce provava per lui, gli avrebbe concesso quella liberazione fisica [NdT: nel senso di “orgasmo”] che tanto agognava, e avrebbe potuto – avrebbe potuto persino aiutare Batman a diventare una persona più felice, più rilassata. Quell'uomo quanto lo amava veramente, e quanta fiducia riponeva in lui? Questo tipo di rapporto sarebbe potuto essere un'opzione? Essendo la creatura coraggiosa e audace che Batman lo ha plasmato ad essere, Dick va a scoprirlo.
Penso che se è accaduto, il tutto sarebbe accaduto in circa venti secondi, e penso anche che entrambi avrebbero conservato una memoria di quel giorno che si può definire viscerale, al confine col febbrile. Per Dick, che ha circa sedici o diciassette anni al tempo, il tutto è iniziato mesi e mesi prima, perciò nel momento in cui approccia Bruce lui conosce già ogni tremito, ogni movimento della gola, ogni contrazione dei pugni, ogni mezza frase, pronunciata a gola stretta e subito abbandonata, che ha sia preordinato che precluso quel momento di rivelazione. Per Bruce sarebbe stata una cosa venuta dal nulla; un muro di mattoni che separa per sempre il passato dal presente, l'asfalto sotto di esso improvvisamente e permanentemente disseminato di piccoli frammenti e dei segni di frizione che lo schianto si è lasciato dietro.

Ipotizzo che il tutto sarebbe iniziato con una domanda. Dick, in un momento arbitrario nella Batcaverna, che chiede qualcosa come "che cosa ne sarà di me, dopo che avrò compiuto diciotto anni? Cosa ne sarà di noi dopo che quelle... carte... smetteranno di avere un significato...?" [NdT: a diciotto anni, Dick Grayson smette di essere il pupillo legale di Bruce Wayne, e diventa... nulla, ad essere sinceri. Almeno dal punto di vista legale.] Al che Bruce avrebbe risposto, come probabilmente avrebbe fatto chiunque non fosse stato ossessionato da quella particolare e potenziale apocalisse per mesi e mesi: "hm?"
Allora forse Dick smette di utilizzare le parole. Forse si avvicina a Batman improvvisamente, cupo e armato di una determinazione stranamente elettrizzata, il calore che emana dal suo corpo come onde mentre preme le labbra improvvisamente contro quelle di Batman – la teoria di una forza irrefrenabile che sfreccia verso un oggetto inamovibile. E se una cosa del genere avvenisse, prevedo che due cose passerebbero attraverso la testa di Batman allo stesso momento, egualmente terrificanti.
Prima di tutto, la persona che ha davanti adesso NON è un ragazzino. Bruce l'ha guardato senza vederlo, senza vederlo veramente, forse per anni. E il pensiero della perdita di quel ragazzino lo fa raggelare di angoscia.


Bruce è così imperdonabilmente, follemente — pericolo, pericolo, pericolo! (amore = morte) — attaccato a quel ragazzino, e quel ragazzino non c'è più, in qualche modo gli è scivolato via. Quel ragazzino che egli possiede, possiede realmente – per ragioni legali, di lealtà, finanziarie, perché gli deve la vita, in virtù dell'imprinting, della creazione, dell'incoraggiamento, per via di un giuramento solenne, egli lo possiede — corpo e anima.


Il che necessariamente significa che questo non-ragazzino che gli sta davanti adesso... Bruce possiede anche questa creatura. Questa creatura che ha un aspetto diverso, pensa in modo diverso, per Dio!, ha persino un profumo diverso - come ha potuto prestare così poca attenzione?! - Bruce lo riconosce comunque in maniera assoluta. Assoluta. Lo spirito è inconfondibile, e forse qualcosa di profondo all'interno Batman si muove per afferrarlo, per stringerlo vicino, per usarlo così da arginare in qualche modo il dolore per la perdita del ragazzino che gli apparteneva, il che non deve essere per forza una cosa orribile, quella perdita, perché questa creatura che si trova davanti lui ora, fremente di audacia e passione, che lo fissa senza battere ciglio con quegli occhi blu così familiari da mozzare il fiato, così ovviamente IDENTICO A COME ERA, che forse senza neanche un pensiero cosciente Batman si tende verso di lui - non per ricambiare il bacio, ma per smontare il suo corpo a mani nude e lasciarne scaturire quella forma a lui più riconoscibile; il suo guizzante raggio di sole, la sua ironica piccola scimmietta, il suo ragazzo.
E poi il non-ragazzino si muove verso la presa delle mani di Batman con un'assenza di paura così totale che Batman stesso si ritrae, indietreggia in tutta fretta, perfettamente conscio che il non-ragazzino vedrà la sua esitazione, conscio che quest'anima accanto a cui ha respirato per oltre otto anni ora non sarà in grado di immaginare nessun altro corso di azione adesso, se non accanirsi con dedizione assoluta all'inseguimento e alla vittoria finale tramite abrasione. Perché credo che Dick sarebbe nel giusto, se successivamente affermasse che parte della colpa ricade su Bruce. Bruce sarebbe indietreggiato, in fondo, questo è vero. Ma era stato lui stesso ad addestrare Dick Grayson a non lasciare mai andare un avversario in ritirata».

E se non bastasse neanche questo... la scena ipotizzata qui sopra?
C'è.
Nel libro.
C'è.
È stata sviluppata ed editata ovviamente, priva del bacio, ma non per questo priva del bagaglio emotivo, dell'intensità. Dick “si avvicina a Batman improvvisamente, cupo e armato di una determinazione stranamente elettrizzata”. Sono nella Batmobile, e Dick quasi scavalca la leva del cambio, quasi si siede a cavalcioni su di essa o su Bruce pur di raggiungerlo, di metterlo all'angolo, emotivamente, figurativamente ma anche fisicamente, disperatamente determinato a capire: “cosa sono io per te?”.
Per sua stessa ammissione, alla Grayson non piace “forzare” la sua visione personale nella continuity ufficiale, perciò il bacio è stato da lei omesso. Bruce si scosta di scatto, mette piede all'acceleratore e fugge, ne più ne meno. Come dicevo però, l'intenzione è chiara. Il sentimento non è solo chiaro ma è scandito, la motivazione che porta a quella scena, quell'insicurezza e quel bisogno sono andati montando per pagine e pagine. La scena stessa poi si conclude nella Batcave, in maniera bellissima ma al tempo stesso col sapore di cosa lasciata in sospeso. Bruce si rivela essere terrorizzato ad un livello quasi viscerale di perdere Dick. Mentre Dick capisce che quel poco che Bruce gli ha detto quel giorno:
«It wasn't “I love you”.
But it was something.».



Insomma: Nightwing vuole, o almeno considera, seriamente e disperatamente, l'idea di una relazione sentimentale e fisica con Batman. Il che forse vi da una vaga idea del perché questo libro è discusso, ma così in sordina.
Un supereroe gay?!
Giammai!!!
Si gridi allo scandalo!!
Si taccino i lettori e la scrittrice di eresia!!!!
...si, però gli editore della DC hanno fatto passare questa scena, e tutte le altre. La novella rientra nel canon approvato ed ufficiale, perciò... insomma... capite, no? ._.




Lo stile e i temi

A mio parere, ci sono alcune piccole scene in cui la sensualità (nel senso stretto di “inerente ai sensi” e “capace di evocare sensazioni fisiche”) della Grayson si avvicina un po' ad Anne Rice. O forse si tratta solo dell'intensità ambigua di sentimenti che intesse tra uomo e uomo (e uomo. E uomo) a farmi lampare in mente il paragone. Lo stile della Grayson però non arriva mai ai livelli di liricismo visionario, o alla voluttà decadente dell'Anna dei vampiri; anzi la narrazione rimane sempre semplice, scandita e concisa, il che chiarifica molto le scene d'azione.

Il subtext abbonda e straborda. Anzi, il subtext si fa text direttamente, e ti lascia lì abbacinato perché, no, non appena letto questo. ...ho letto questo? Eh, sì. Ho letto QUESTO. E tu non sai bene come hanno fatto gli editori della DC a far passare questa apoteosi di subtext senza batter ciglio.
La Grayson, lo sapete, dice che tra Bruce (Batman) e Dick (Nightwing) c'è qualcosa.
Ma “Inheritance”, come il fu “Intervista col Vampiro”, ti getta manciate di hints su qualsiasi pairing. Ed intendo qualsiasi. Il che forse è la pecca maggiore del libro?
Infatti, non si tratta solo di Ollie che è un flirt che cammina e non apre bocca se non per dire cose fraintendibili. (“You're hot, baby” riferito a Nightwing. “He was always a looker” riferito ad Arsenal. E poi l'occhiolino fatto a Dick, la mano sulla gamba, i complimenti, le frecciatine...) Non si tratta solo di Dick che è una creatura estremamente tattile ed affettuosa, e che riesce ad affascinare tutti (Roy e Ollie e Bruce e persino Arthur) neanche fosse la Biancaneve di SwatH.
Potete anche togliervi gli occhialini slash. Il (sub)text non cambia.
Ollie continuerà a comparare l'esperienza di guardare le spalle a Dick col piacere di far scivolare via le calze dalle belle gambe sensuali di Dinah, la sua donna. Continuerà a commentare che tutto bagnato Dick sembra pronto per la copertina di un focoso romanzetto rosa, e a ringraziare il cielo che gli piaccia vestire di pelle (con un velato-ma-non-tanto ammiccamento al BDSM). Continuerà a dire che, si però, ci credo che la gente speculasse su Bruce e Dick e pensava che se la facessero, insomma, l'hai visto tu Dick? Continuerà ad assicurare Dick che a Bruce è bastato guardare nei suoi occhioni blu una volta sola, per essere affascinato da lui.
Roy continuerà a rodersi di gelosia per come Dick risponde “agli uomini maturi” (ma non a Roy). Ad invidiare l'attenzione e i complimenti che Ollie gli rivolge. A tremare quando Batman emerge dalla notte per salvarlo traendolo a sé, a volersi stringere ad Ollie, senza però osare.
Dick continuerà ad “arrossire in maniera affascinante” quando Ollie gli tocca la coscia. Continuerà ad avere un'illuminazione Zen sui suoi sentimenti per Batman e ad averlo quasi baciato Batmobile.
Ah.
Per non parlare di Batman che sussurra all'orecchio di Nightwing nell'atmosfera fumosa di un bar, facendolo fremere.
C'è anche quello.
Non ve l'avevo detto?

For just one fraction of a second, Nightwing closed his eyes and exhaled in time with a hot release of breath on the back of his neck, synching his breathing to the presence behind him almost instinctively. Even after all these years, the strange feeling of protective danger that ran up the back of his spine when he unexpectedly found himself in his mentor's shadow thrilled and overwhelmed him. [...]. The entire room fell silent as all eyes turned to Batman. Only Nightwing remained with his back to him. Batman was standing so close behind him that Nightwing couldn't turn around without bumping into him. Batman had learned years ago that it was the only way to keep him still.

Il commento

Ormai tutto l'universo DC è cambiato, però penso che questo libro resto un ottimo punto d'inizio per chi voglia imparare a conoscere tre dei sideckick storici dell'universo dei fumetti. La situazione del Quarac, poi, nonché la vita e le pene del giovane Dabir rendono il libro godibile di per se stesso. Adattissimo anche ai fan già assodati dei sideckick in questione, ed a chi non disdegna i tripudi di slash.

E Ollie
Il libro andrebbe letto anche solo per Ollie. Che è favoloso. Anche se, nell'ultimo capitolo ti arriva una mazzata tale che... *ahem*, ma non spoilero.
Comunque.
Il romanzo non è senza peculiarità o pecche, ma--
Ollie.
E la backstory di Roy, con la meravigliosa caratterizzazione di Cheshire.
E il rapporto tra Bruce e Dick.
Tutti validi motivi per dare un'occhiata ad “Inheritance”, che secondo me è una novella molto godibile. Di modesta lunghezza, ha una trama che scorre bene e velocemente, un meccanismo narrativo ben strutturato, un'ottima caratterizzazione ed un'ancor più ottima esplorazione della psiche e del cuore dei personaggi. Ha uno stile semplice ma funzionale, e persino (LE GASP!) una morale e dei valori.
Sotto lo slash.
Molto sotto.
Giusto... evitate di leggerla in pubblico. I gridolini, gli infarti, i face-palm e le facce sconvolte sono assicurati ogni due pagine.

Titolo: Inhertiance
Autore: Devin Grayson
Editore: Warner Books per DC comics
Pagine: 340
Prezzo: 6.99$

MGNemesi @ Dita d'inchiostro.

Versione inglese degli stralci di intervista sopra citati:

«I think when Dick was in his late teens, the idea of “lover” must have run through his mind (which means, really, as we’ve already discussed, it ran through his body)...and if in any way Bruce retreated from that advance — which is what I’d expect him to do (he does love the kid, rather wildly really, but that scares him, and it’s not a sexual love, and that would be a perversion of the relationship anyway, and what the hell does he expect me to do!? “Dick, maybe you’d better leave now,”) — then Dick is going to pursue that retreat with the energy of a demon, because that’s what Bruce has taught him to do — pursue what flees.
«Eventually, much later, Dick gets distracted by other relationships and is able to ease up enough on Bruce for Bruce to relax into his own comfort-level of kindness and affection again (once the threat of sexuality has been removed) and they carry on more or less unharmed. But the relationship remains incredibly powerful and intense for Dick, who ends up feeling apologetic, rejected, and confused on top of all the other issues we already know exist between the two of them. Dick responds to Bruce — or really I should say Batman, since that’s who his relationship is with — on every single level.»


«These are two extremely physical people, and also both extremely attractive, and in his panic about becoming irrelevant, I think Dick Grayson may have tripped over the idea of a romantic relationship. It would allow him to stay in the Manor as a part of Bruce's life indefinitely, it would reassure him as to Bruce's feelings for him, it would allow him some much needed physical release, and it might - it might even help make Batman a happier, more relaxed person. How much does this man really love and trust him? Would this kind of relationship be an option? Being the brave and bold creature that Batman has helped him to become, Dick goes to find out.
I think if it happened at all, the whole thing would have happened in about twenty seconds, and I think that they would both remember that day with a visceral recall that borders on feverish. For Dick, about sixteen or seventeen at the time, it would have started months and months earlier, and going in to it he would already know every tremor, every swallow, every flex of fist and tight-throated, abandoned half-sentence that had both preordained and precluded it. For Bruce, it would have come out of nowhere; a brick wall separating the past from the present, the asphalt below it suddenly permanently littered with small shards and chaff from the crash.
My guess is that is would have started with a question. Dick, in an arbitrary moment in the Batcave, asking something like "what happens to me after I turn eighteen? What happens to us after those… papers… stop meaning anything…?" To which Bruce would respond, as most likely would anyone who had not been obsessing about this particular potential end of the world for months on end, "hm?"
So maybe Dick stops using language. Maybe he moves close to Batman suddenly, grim and determined in an oddly thrilled sort of way, heat radiating off of him in waves as he suddenly presses his lips against Batman's - irresistible force hurtling towards immovable object. And if that happened, then I'm guessing that two things go through Batman's head in that moment, equally terrifying.
First of all, the person in front of him now is NOT a little boy. He has not been seeing him, truly seeing him, for maybe years now. And the thought of the loss of that little boy makes him freeze up with grief. He is so inexcusably, insanely—unsafe, unsafe, unsafe! (love = death)—attached to that little boy, and that little boy isn't there anymore, has somehow slipped away. That little boy that he owns, truly owns - legally, loyally, financially, life-debt, imprinting, creation, encouragement, oath-sworn owns—body and soul.
Which means that the not-little-boy in front of him, he owns this creature, too. This creature that looks different, thinks differently, hell, even smells different - how could he have been paying so little attention?! - he recognizes him absolutely nonetheless. Absolutely. The spirit is unmistakable, and maybe something deep inside of Batman moves to grab it, to hold it close, to use it to blot out the horrible grief of losing his little boy, which doesn't have to be horrible at all, because this creature standing in front of him now, trembling with audacity and passion, staring at him unblinkingly with those breath-takingly familiar blue eyes, he is so frustratingly, obviously the SAME that before he even thinks about it, maybe Batman does reach out to him - not to return the kiss, but to break him apart with his bare hands and release the more recognizable form; his darting ray of sunshine, his wise-cracking little monkey-wrench, his boy.
And then the not-little-boy moves towards the reach of Batman's hands with such an utter lack of fear that Batman himself recoils, stepping quickly back, knowing as he does so that the not-little-boy sees the falter, knowing as he does so that the soul he has breathed beside for over eight years now will be able to imagine no other course than total dedication to pursuit and final victory through abrasion. Because I think that Dick would be right if he later asserted that Bruce himself was partly to blame. Bruce would have stepped back, after all, that's true. And he himself had trained Dick Grayson never to give up on an opponent in retreat.»



"I get it. And I love you, too."




2 commenti:

  1. Non ho finito di leggere tutto, perdonami, mi sono soffermata sulla relazione tra Robin e Batman, sublime...credo fossero anni, comunque, che in molti se lo aspettassero, se lo immaginassero in qualche modo.

    E poi mi viene anche in mente Ratman e Topin! XD

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    1. Ho scritto una tale Wall of Text, che non mi stupisco tu ti sia concentrata solo sul MEGLIO. ;D B&R sono una tale icona gay da tanto di quel tempo, che sono quasi parte integrante dell'immaginario omo di almeno due generazioni. Ma fra hint ed insabbiamenti, smentite e ripensamenti, avere di queste conferme è sempre un piacere. *A*

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