venerdì 12 ottobre 2012

Le Sculture di Libri di Korzer Robinson - a "deconstruction of nostalgia"


L'arte.
L'arte è tutto, e tutto è arte. E no, la Neme non si è (ancora) fusa il cervello a furia di photoshoppare.
Semplicemente, ho scelto di aprire l'articolo partendo un po' (tanto) alla larga. Perché ci tengo a sottolineare come l'arte si sia evoluta nel tempo. Col termine “arte” non ci si riferisce più solo (“solo” dice lei...!) alle creazioni classiche: ovvero ciò che possiamo produrre con matite e pennelli, cesello e carboncino, argilla e marmo pregiato, o con fili intrecciati che formano complessità geometriche da mozzare il fiato, o ampie scene campestri dai toni scuri e setosi.
Ormai, sotto il nome di arte, possiamo trovare tante e differentissime produzioni. Le sculture di ghiaccio o quelle di sabbia, imponenti ed effimere al tempo stesso, per esempio. Oppure quei disegni mobili che si fanno spargendo uno strato sottilissimo di sabbia su una superficie luminosa ed immergendovi i polpastrelli. Arte sono i dipinti digitali, gli origami, i murales fatti con la vernice spray, i treni ricoperti con la vernice spray.
L'arte dell'epoca moderna è varia ed innovativa, ed in questo oceano di artisti, vorrei presentarvene uno assolutamente unico, non solo per bravura ed originalità, ma anche perché è il primo e solo esponente di questa particolare forma creativa.
L'artista in questione è Alexander Korzer Robinson.
La sua arte?
Le sculture di libri.

Una piccola avvertenza è d'obbligo: se siete dei cultori della “carta stampata”, la vostra prima reazione,d'istinto, alle immagini contenute in questo post potrà essere la seguente:
OMMIODDIOHATAGLIATOUNLIBROOMMIODDIOOMMIODDIOPERCHEEEEEEEE'.
Tranquilli.
È normale.
Ed è anche normale che quella prima nota di stranito stupore venga eclissata dal moto di meraviglia. Non sentitevi in colpa, quindi, se dopo 2.5 secondi non vi dispiace più per la sorte di questi libri. Hanno avuto una morte onorevole. Per citare l'artista, i libri, “che il passare del tempo ha defraudato del loro valore utilitaristico”, sono rinati a nuova vita. Sono passati dall'essere “strumenti di conoscenza del mondo” a “mezzi per ottenere una conoscenza più intima di noi stessi”.
Il che suona proprio bene.
O no?
Ma vediamo la cosa nel dettaglio.





Alexander Korzer Robinson è un'artista di Berlino, trapiantato a Bristol. Sin dai tempi del college, coltiva, per sua stessa ammissione, una “ossessione molto personale di creare scenari narrativi in scala ridotta”.

 


Il lavoro di Mr Robinson è certosino, e le sue composizioni fondono una confusione quasi onirica , a tratti inquietante, ad una componente velatamente nostalgica (dovuta probabilmente alla scelta dei soggetti, dipinti in stile anni 20-40, e tavole grafiche disegnate con tratti corti e precisi che richiamano un po' il Doré).
Le sue opere sono state paragonate più volte a “finestre su altri mondi”. Mondi interni al nostro mondo, alla nostra psiche; mondi popolati da creature che, pur essendo familiari, diventano strane e meravigliose una volta poste nel teatrino del fantastico che Mr Robinson ritaglia per loro.
Eh sì. Ritaglia.




Perché questo fa Alexander Korzer Robinson. Egli parte da un libro – un volume di enciclopedia, magari, ma sempre e comunque un'edizione vintage, d'antiquariato – ed inizia un lento e tortuoso lavoro di esplorazione e ritaglio.
Per prima cosa, scava nella copertina frontale fino a trasformarla in una cornice per il suo teatrino. Da qui, non siamo in grado di dire l'esatto ordine in cui l'artista si muove tra le pagine del libro: se avanti, indietro, o procedendo per balzi. Certo è che il retro del libro, o una pagina sufficientemente avanti, diventa il fondo della fantasmagoria, su cui si accalcano elementi eterogenei ed armonie cromatiche. Lentamente, appaiono gli attori - teschi ghignanti, i meccanismi di orologi immensi, donne fasciate come gigli dalle gonne deliziosamente retrò, bambini intenti in quel gioco curioso di inseguire una ruota, farfalle di dimensioni mostruose, bradipi ed elefanti e chi più ne ha più ne metta. Avanza lentamente, selezionando con cura i contenuti di ogni pagina, salvando talune illustrazioni e togliendone altre, in modo da creare un'incastro non solo prospettico, ma suggestivo a livello emozionale. Regola fondamentale è che mai, mai Mr Robinson utilizza elementi che non si trovassero già in origine all'interno del libro.




Dice di sé stesso:




By using antiquarian books, it makes the work simultaneously an exploration and a deconstruction of nostalgia.

We create our own past from fragments of reality in a process that combines the willful aspects of remembering and forgetting with the coincidental and unconscious.

On a general level, I aim to illustrate this process that forms our inner landscape.”



Ovvero:
"Usando libri d'antiquariato, il lavoro diventa simultaneamente un'esplorazione, ed una decostruzione della nostalgia (con significato quasi psicoanalitico del termine NdNeme). Noi creiamo il nostro passato partendo da frammenti di realtà, e passando poi attraverso un processo che combina gli aspetti volontari del ricordare e del dimenticare, ad altri che sono coincidenziali ed insconsci.
In linea di massima, il mio scopo è illustrare questo processo che sta alla base della produzione della nostra realtà interiore."

Parole poetiche e dal sapore psicoanalitico, per descrivere opere che, io credo, sono uniche e sognanti, e che colpiscono ognuno in maniera e con significati diversi.

@MGNemesi, Dita D'Inchiostro

7 commenti:

  1. Risposte
    1. Quest'uomo è un genio.
      E un seviziatore di libri.
      Ma ha una sensibilità fantastica, ed una cura ed una pazienza che si possono definire solo certosine. Inoltre trovo che il suo approccio psicoanalitico alle sue creazioni sia un'altro bonus!

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  2. Sono divisa fra la bellezza di questa cosa e il brutale omicidio dei libri. xD xD

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    1. xD
      Ti capisco! Non sai bene se la bavetta è per la meraviglia, o se stai schiumando di rabbia per lo scempio...! XD;;;

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  3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  4. Le sculture di libri mi hanno lasciato senza parole.

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    1. Anche a me la prima volta che le ho viste! Sono una forma d'arte così particolare e delicata, non potevo non condividere! ^^v

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