mercoledì 10 ottobre 2012

Comunque vada non importa, il romanzo d'esordio di Eleonora C. Caruso


Con questo post raggiungiamo (non contando gli extra, le preview, i reportage dal romics e le anteprime mensili) le quaranta recensioni su Dita D'Inchiostro. Non tantissime certo, ma è comunque un traguardo importante per il nostro piccolo blog, e proprio per questo vorremmo parlare di un'opera per noi molto importante.

Comunque vada non importa è il libro di esordio di Eleonora C. Caruso, uscito nel mese di settembre in tutte le librerie grazie ad Indiana Editore. Eleonora (mi perdonerà se la chiamo con il nome proprio) noi di Dita D'Inchiostro l'abbiamo conosciuta come Caska Langley, scrittrice di fanfiction, precisamente nei primi anni duemila. Già allora il suo innegabile talento come scrittrice la metteva in risalto rispetto agli altri autori di fanfiction: potrei citarvi a memoria intere scene da Profondo come il mare, Little Earthquakes o Little Boxes e pure commuovermi un po'. (Qui il suo archivio personale di fanfiction, se volete avere un assaggio dello stile di Caska).

Il nostro rapporto è sempre stato quello fra una bravissima ficwriter e dei fan un pò esaltati (la Caska ha pubblicato un nuovo capitolo di Boxes!! Chiama subito e disdici il ristorante, stasera non si esce. Cosa dici, è il mio compleanno? Macchisenefrega!! ← true story.) Perciò quando circa un annetto fa annunciò sul suo blog che stava lavorando ad un libro, siamo quasi morte di felicità. Magari morire no, ma una serata in chat a rimbalzare metaforicamente per la stanza come conigli si.

Ho guardato per la prima volta nella spaccatura dentro di me, la
differenza fra quello che sono e che sento di essere, una persona
piena di storie all'interno, esperienze, persone che ho conosciuto
e luoghi in cui ho vissuto, e poi, all'esterno, solo questo: una ragazza
sola, e con centoquattro bic.
Non sapete cosa abbiamo fatto per mettere le zampe sulle nostre copie. I commessi di due librerie differenti ci hanno quasi buttato fuori a calci per l'esasperazione, ed era solo la terza o quarta volta che chiedevamo 'è arrivato?'. E proprio per questo, ci teniamo a fare una recensione obbiettiva. Perché è un libro bellissimo, e la sua autrice merita di più di tre pagine di deliri da fan (lo abbiamo fatto, non dubitatene, ma in altra sede xD). Iniziamo quindi!

La trama. Solitamente ci piace riassumere le opere che recensiamo usando parole nostre. Ma, in questo caso, il riassunto sul retro di copertina del libro è perfetto (un plauso all'editore, un caso del genere non mi era mai capitato), e quindi un po' a malincuore ci limiteremo ad un banale copia-e-incolla:

Darla vive arenata sul divano di casa, incollata al computer, esce solo per andare in fumetteria. Manga e cartoni giapponesi sono il suo universo, veri e propri oggetti salvifici, le uniche coordinate per lei valide. Tra Twitter, social network e battute al vetriolo, a ventidue anni si è asserragliata in un fortino apparentemente inespugnabile, chiudendo fuori un padre con cui non riesce a dialogare, il fratello Andrea che l’ha sempre messa in ombra, un’università che non ha nulla da offrirle. Ma quando Andrea si ammala gravemente, vittima dell’odio per se stesso, Darla è costretta a distogliere gli occhi dal monitor e a guardarsi intorno: scoprirà che il suo mondo non le basta più, e avrà bisogno di amare, di litigare, di fare spazio a chi, fino a quel momento, ha sempre respinto.

I personaggi. Realistici. Credibili. Caratterizzati divinamente. Dannazione, ad un certo punto Darla (la protagonista) sembra uscire dalle pagine! Ed ha il pregio di essere uno dei pochi personaggi in cui mi sono immedesimata. In effetti nel caso di Comunque vada non importa è sbagliato parlare di personaggi nel modo classico: Darla, Alberto, Alessandro e persino Andrea sono delle vere e proprie persone.

Emblematica è la protagonista: come già detto dal riassunto, Darla vive arenata sul divano, aggrappata ai suoi manga, agli anime, comunica solo tramite social network (e spesso neanche con quelli se la persona all'altro capo è per lei problematica da affrontare). Darla non vuole uscire, affrontare il mondo o stringere rapporti interpersonali. Gli altri non hanno nulla da darle, eppure lei non può fare a meno di gravitare attorno alla figura del fratello Andrea, che ama ed odia al tempo stesso. C'è un po' di Darla in tutti noi, quando vorremo rinchiuderci in casa, evitare i problemi, non-agire e non-pensare.

Darla rappresenta i nerd e gli otaku nella loro forma più estremizzata, quelli che valutano più una action figure di un rapporto umano. Puoi riversare senza pericolo il tuo amore negli oggetti, perché questi non possono respingerti o ferirti. Eppure Darla è, contro la sua volontà, un essere umano e in quanto tale non può fare a meno degli altri. Vorrebbe che qualcuno le stesse accanto, risolvesse i suoi problemi, però non riesce ad esternare quel grido di aiuto che la divora da dentro.

Sarà Alessandro, il ragazzo di Andrea, a trascinarla fuori dal suo mondo e a costringerla ad aprirsi. Entrambi delusi e feriti da Andrea, che pur essendo amato dagli altri si ammala perché odia ferocemente se stesso, i due si sosterranno a vicenda. Più Alessandro in realtà, perché Darla, come una bambina appena nata deve imparare a stare in piedi con le sue gambe.

Vorrei stringere la mano all'autrice anche per il personaggio di Alberto, il miglior amico di Alessandro: magnifico come riassuma certe situazioni con una frase. E la battuta sul sito intoccato da millenni me la porterò nel cuore, lo giuro.

Lo stile è un altro punto di forza del libro. E' uno stile incalzante e mordace, niente viene lasciato al caso ma tutto è essenziale alla storia. Inizi a leggere la prima pagina in treno, di giorno, illudendoti con il classico 'solo fino a pagina cinquanta, promesso' e quando alzi gli occhi la volta successiva hai finito il libro, è notte e hai mancato la tua stazione almeno mezz'ora prima. Ma non ti interessa, perché sai di aver letto qualcosa di talmente bello che fatichi ad elaborarlo. Sarebbe calzante paragonare l'autrice ad un aspirapolvere e il lettore ad un innocente granello di polvere: finché non ha finito di risucchiarti, non ti lascia stare.

Il commento. Non è facile recensire questo libro. E' difficile trasmettere a qualcun altro anche la sola idea di quello che ti lascia dentro. E' una serie di ceffoni e pugni mollati senza pietà, e ogni tanto si infila una carezza che ti fa commuovere fino alle lacrime. Ami i personaggi e al tempo stesso li odi, proprio perché in qualche modo li senti troppo simili a te.

Ho amato i vari riferimenti al mondo degli anime e manga, ironici e infilati al momento giusto. Ma Comunque vada non importa è un libro che si può leggere agevolmente anche non essendo un appassionato, e quindi senza cogliere tutti i vari riferimenti, perché la sua essenza è qualcosa di universalmente comprensibile fra tutti.

E ora, una lista di cose che ho adorato di Darla – personaggio in cui mi ritrovo molto e fidatevi, non è una cosa positiva xD

  • Ha il porno organizzato in cartelle e sottocartelle, e le doujinshi divise per coppie e per generi (Het, Yaoi, Yuri, con animali, di gruppo.... sennò se ti vuoi leggere una gang bang, come fai a trovarla a colpo sicuro?!)
  • Naviga su internet, legge manga, guarda anime, mangia schifezze, lascia che lo sporco si accumuli e si masturba tre volte al giorno perché sono tutte cose che può fare senza alzarsi dal divano.
  • E' in grado di trattenere la pipì per ore perché alzarsi dal divano è un'impresa talvolta impossibile.
  • Ha una cotta per il fumettaro, ma i suoi sogni si infrangono quando scopre che è appassionato di Dungeons & Dragons.
  • Considera Kuroshitsuji la vergogna della stagione televisiva 2007/2008 (a noi di Dita D'Inchiostro invece piace, ma abbiamo lo stesso lollato tantissimo).
  • Sa Evangelion a memoria, al punto di saper citare interi dialoghi, eppure è sempre pronta a riguardarselo.
  • Si iscrive a facebook e rimane sconcertata dai meme pieni di battute vecchie e non divertenti che girano.
  • Sailor Moon ha cambiato la sua vita.
  • Alle volte vuole uscire e farsi una vita, ma poi si rende conto che il suo livejournal e tutti i suoi siti hanno una grafica vecchia. Quindi passa il pomeriggio a refresharla e quando ha finito è sempre senza lavoro esattamente come gli altri che invece sono usciti a cercarlo, dunque va bene così.

Titolo: Comunque vada non importa
Autore: Eleonora C. Caruso
Editore: Indiana Editore
Pagine: 240
Prezzo: 14,50 €

@ Daniela Guadagni, Dita D'Inchiostro.

10 commenti:

  1. e infatti quella parrucca da Rei Ayanami mi aveva fatto sperare in qualche citazione...
    Comunque mi hai convinto, mi sono segnato il titolo!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Qualche? Ci sono citazioni ogni tre righe xD xD
      Comunque lo stra-consiglio, sopratutto perché è un'autrice esordiente e può farsi conoscere quasi solo tramite il web :3 E il libro si legge in pochissimo tempo ^^

      Elimina
  2. Alberto mi fissa: "Darla, io lavoro da quando avevo diciassette anni e non andrò in pensione. Per quanto mi riguarda, devo alla Konami di finire questo gioco, e a chi ha scritto belle storie di leggerle. Tutti gli altri possono benissimo andare affanculo".

    <-- Adorabile. Adorabile.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. In assoluto il mio personaggio preferito, a parimerito con Darla! XD

      Elimina
    2. Io voglio un romanzo incentrato su Alessandro. >_>

      Elimina
    3. Carla, attenta a quello che desideri...

      Elimina
    4. "Comunque vada non importa" è piaciuto tanto alle mie papille gustative.
      Come una mela: qualche morso, era squisita e tagliata irregolare. Un vedo/non vedo, tanti richiami indiretti, che accendono d'amore le mie sinapsi, come un forno pronto per cuocere la torta.
      Dico solo quel che ho visto, e quel che è stato astutamente solo accennato.
      Ci sta, dai. Ci sta così tanto che ci starebbe anche la "lunga spada dell'uomo coi capelli argentati". E sappiamo QUANTO sia lunga (quella dannata... ;_; E' bella a vederla solo quando non devi batterlo come boss). ;)

      Elimina
    5. "... perché potresti ottenerlo?" Era questo il seguito della frase, vero? VERO?! XD

      Elimina
  3. Segnato nella lista per gli acquisti quando passo in Italia a Dicembre...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. "Voi non avete litigato?"
      Alberto per la tensione del gioco sta succhiandosi un cordino della felpa, con quello in bocca si gira verso Alessandro e gli chiede: "Mmh?"
      "L'altro giorno" spiega lui. "Per il contratto."
      "Aaah, quello era litigare? Dovrebbe vederci quando discutiamo su chi deve darlo."

      Elimina

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...