Abbiamo il grande piacere di
pubblicare l'intervista di Chiara
D' Ottavi,
ricercatrice spirituale, maestra e insegnante di yoga.
Giovane donna da anni
impegnata nella pratica e nella conoscenza, molto attiva nella zona
di Roma
e dei Castelli
Romani
(vale proprio la pena saperne di più!, ecco il suo sito:
http://www.chiaradottavi.com),
organizza anche magnifiche sedute di yoga all'aperto e yoga
trekking
in posti lontani da tutte le cose che rendono insopportabile la città
(specie con questo caldo infernale!!).
Carla ha proposto
l'intervista e il Dita
d' Inchiostro's Club
ha deciso di dare spazio, attraverso alcuni articoli, a chi
concretamente lavora per migliorare se stesso, offrendo anche agli
altri occasioni di riscoperta di se stessi e del mondo.
Chiara non solo offre la
possibilità di intervistarla, ma anche di seguirla concretamente in
esperienze di contatto con la natura, sia esteriore che interiore.
Per questo pubblichiamo, al termine dell'intervista, i prossimi
appuntamenti...
Benvenuta dunque Chiara e
grazie per aver accettato l'intervista di Carla!
1) Vorrei iniziare con una domanda molto generale e al tempo stesso personale: sei una giovane donna, già insegnante, instancabile esploratrice. Cosa è per te lo Hata Yoga, cosa ha rappresentato? Riesci a immaginarti in una vita senza lo yoga?
Gran bella domanda! “Lo
yoga è scienza ed arte”, una disciplina completa che è al
contempo salutistica e spirituale, con implicazioni etiche e
filosofiche. Una completezza che è insita nella stessa etimologia
della parola “Yoga”, derivante dal sanscrito –yuj, ovvero
“unire”, “aggiogare”.
Lo Yoga è unione di corpo,
mente e spirito, dell’interno con l’esterno, dell’uomo con la
natura e dell’io individuale con il Sé universale.
La validità dello yoga è
di inestimabile valore e senza tempo: pur essendo nato in India e
come una
delle sei darshana (scuole) dell’Induismo,
essa è universale e assolutamente non settaria. Gli otto rami
dell’Asthanga
Yoga,
così come inteso nella sua accezione vera e originaria, ovvero
secondo il trattato dello yoga scientifico degli Yoga
Sutra di
Patanjali,
rappresentano una guida, un cammino difficile ma senz’altro ricco
di bellezza e verità, che può aiutarci ad orientarci in questo
mondo difficile e caotico, recuperando la nostra integrità,
completezza, rientrando in contatto con l’essenza. Oggi in
Occidente vengono enfatizzate le asana
(posture) e il pranayama
(respirazione), che difatti sono degli ottimi ausili per ritrovare e
potenziare la nostra salute.
L’aspetto salutistico
dello yoga ha dei benefici
straordinari,
ed è bello averli vissuti su di me negli anni e poi averli trasmessi
e convidisi nell’insegnamento. Vedere le persone recuperare salute,
forza, diventare più flessibili e ritrovare la gioia di sentirsi a
proprio agio nel proprio corpo è una grande gioia.
Secondo lo yoga, il
corpo è uno strumento, un dono per fare esperienza dell’Assoluto,
che però non ci appartiene.
E proprio grazie a questo, imparariamo ad averne la massima cura. Una
cura non fine a se stessa. Mi spiego: talvolta lo yoga viene visto
come una sorta di ginnastica dolce per mantenersi “giovani e belli”
– e che pure è una naturale conseguenza di una buona pratica – e
questa errata convinzione è alquanto limitante e fuorviante. Oltre
alle asana e il pranayama, per vivere e gioire della completezza
dello yoga è importante a mio avviso “viverne” gli altri
aspetti, tutti integrati ed egualmente importanti: dai precetti etici
(yama) e le osservanze personali (niyama) all’importanza
dell’introspezione (prathayara), della pratica della concentrazione
e della meditazione, che dovrebbero condurre al samadhi,
lo stato di supercoscienza in cui entriamo in contatto con
l’assoluto.
Incontrare lo yoga sul mio
cammino fin da giovanissima è stato un grandissimo dono. Il senso di
“Unione” racchiuso nell’etimologia del termine è da intendersi
per me nel senso più ampio e totale. Yoga è unione del corpo con la
mente e lo spirito, nonché unione tra il dentro e il fuori, quindi
“unione”, empatia e amore verso tutti gli esseri viventi e
la Natura. “Unione” nel senso di completezza e integrità. Dalla
mia prima lezione, nel 1995, mi innamorai di questa meravigliosa
disciplina, sentendo di aver trovato, o meglio, ritrovato, un
qualcosa di molto molto familiare. Si dice sia così quando abbiamo
già praticato… in altre vite. Quindi lo yoga mi accompagna ormai
da metà della mia vita.
Sono anche contenta di
essermi avvicinata ad esso non perché avessi problemi fisici,
emotivi o interiori particolari, ma con con gioia e spirito di
ricerca fin da subito, ed è questa la mia impostazione, che negli
anni non mi ha mai abbandonato. E grazie allo yoga sono stata sempre
meglio. Ho approfondito la disciplina negli anni, ho frequentato
corsi e seminari con importanti maestri e insegnanti. Ho iniziato a
insegnare, dietro invito dei miei primi insegnanti e poi ho
conseguito dei diplomi. Lo yoga mi ha portato a viaggiare in varie
parti del mondo e a immergermi nella vita yogica di centri ed ashram
in India, USA,
Canada e Europa. La ricerca e l’insegnamento mi
conducono a continuare a ricercare, proprio per una questione, oltre
che di amore per lo yoga, di responsabilità e autenticità
nell’insegnamento. Non mi stancherò mai: ogni giorno scopro
qualcosa di nuovo. Non basta una vita, davvero, per affinare e
perfezionare la meravigliosa arte dello yoga. C’è sempre qualcosa
di nuovo e “magico” da scoprire.
Il bello, in tutto ciò, è
che lo yoga è una disciplina non competitiva - né verso noi
stessi né verso gli altri - e quindi possiamo dedicarci alla sua
pratica in modo sereno e soggetivo, nel rispetto dei nostri tempi e
ritmi. Questo non vuol dire che non sia un cammino difficile e
complesso: la strada verso l’evoluzione è in salita e piena di
ostacoli. Ostacoli che, però, vanno viste, a mio avviso, come delle
opportunità.
Oggi spesso abbiamo paura di sbagliare, ci
nascondiamo davanti ai nostri limiti, le nostre paure, le nostre
idiosincrasie. Invece, nello yoga l’errore diventa un’occasione
per conoscerci meglio e per migliorarci. Soltanto essendo sinceri
con noi stessi (satya. Veridicità) possiamo progredire nel cammino
dello yoga.
C’è un ostacolo, una
difficoltà? Non la “nascondiamo”, anche perché verrebbe fuori
prima o poi più radicata e insidiosa di prima, ma la “guardiamo”
dritta negli occhi, la viviamo, la comprendiamo e intraprendiamo un
viaggio per trasformarla in qualcosa di diverso e positivo. Quando
siamo sinceri a noi stessi, non abbiamo più paura, e troviamo
delle soluzioni appropriate. La gioia che ne consegue è impagabile.
Grazie allo yoga grandi
cambiamenti avvengono in noi a tutti i livelli. E’ anche un cammino
di responsabilizzazione, in cui impariamo a conoscerci e a diventare
man mano “padroni” della nostra vita. E’ necessario essere
seguiti da un insegnante preparato e qualificato in questo percorso,
o anche da più figure. Però, con il tempo, arriviamo ad essere
completamente responsabili di noi stessi.
Come
ha detto Yogananda:
“Lo yoga è la scienza del contatto personale con il divino”.
Bell’insegnamento, vero?
E
detto questo, sempre parafrasando un grande maestro, Swami
Vishnu Devananda:“La
salute è ricchezza, felicità è pace mentale. Lo yoga mostra la
via”.
Lo yoga è uno dei cammini
che ci consentono di recuperare l’essenzialità della vita, i
valori veri. La salute è il dono più grande. La gioia di essere
vivi e sensibili alla completezza della Vita. Vivere la felicità
come i momenti più bui, con equilibrio e giudizio. Ovviamente,
proprio nei momenti di difficoltà e sofferenza vieniamo messi alla
prova. E lì inizia il vero yoga.
Se posso immaginare la vita
senza yoga? Lo yoga è stato ed è senz’altro uno dei… grandi
amori della mia vita e una delle presenze più costanti. Tuttavia,
qual è il confine tra yoga e vita quotidiana? La pratica finisce
forse fuori del tappetino, della conferenza, del seminario, della
visita a un luogo sacro? E se così fosse, dove inizia la Vita,
allora? Ma non è proprio lo yoga che aiuta a farci vivere meglio?
Essendo lo yoga unione, direi che non questo è la Vita stessa e la
Vita parte dello yoga. Proprio così. Lo yoga è dovunque. Nelle
nostre scelte, nei nostri comportamenti ed atteggiamenti, nelle
relazioni con gli altri. Possiamo essere degli eccellenti hatha yogi,
oppure dei finissimi conoscitori dello Jnana Yoga (lo yoga della
conoscenza), o dei devoti bhakti yogi (yoga devozionale). Ma, se una
volta tornati a casa litighiamo con i nostri cari, o siamo aggressivi
e arroganti con gli altri nella vita quotidiana, allora… lo yoga
svanisce e con esso tutti i suoi benefici. Lo yoga è nella pazienza,
nell’amore, nella compassione, nell’empatia, nella costanza,
nell’equilibrio (sattva),
nella letizia (santocha).
E anche nell’accettazione della sofferenza, nella calma,
nell’introspezione. Quindi, ritornando alla domanda che mi hai
posto, sicuramente il valore e l’apporto dell’Hatha yoga nel mio
percorso esistenziale è stato ed è grandissimo. Ma ora ancora più
importante è il vivere nello spirito yogico anche al di fuori della
pratica stessa, sebbene lo yoga sia comunque uno stile di vita.
Non si finisce mai di
imparare dall’Assoluto e dalla creazione manifesta, ovvero la Vita
stessa, la Natura con tutte le sue creazioni, al fine di diventare
sempre migliori e in linea con il disegno universale. È questo un
imparare, un fiorire continuo. E nel mio percorso terreno, sento
proprio di voler aiutare, per quanto possibile, altri esseri a
sbocciare nella bellezza e nella gioia dell’esistenza.
2) Se dovessi presentare lo Yoga a un bambino, cosa faresti?
I bambini sono già degli
splendidi, innati yogi. A parte la loro naturale scioltezza, che
andrebbe appunto conservata e incrementata grazie ad una pratica che
comincia fin da piccoli, loro hanno tutto il candore e la freschezza
necessarie ad una pratica che possa dirsi autentica. Difatti, ritengo
che solo con un atteggiamento di umiltà, candore e ricerca continua,
e grazie alla capacità di saperci stupire e imparare sempre possiamo
davvero “vivere” lo yoga e trasmetterlo. Un buon insegnante sarà
sempre un buon allievo, per tutta la Vita.
In una società in cui i
bambini vengono sottoposti a stimoli artificiali come playstation,
computer etc… e in cui crescono sempre meno a contatto con la
natura e nel gioco con altri bambini, in cui vengono educati, o
meglio, dis-educati alla competività a scuola, nei giochi, nello
sport, lo yoga può aiutarli a recuperare il piacere del gioco, della
scoperta, dello stare insieme. Lo yoga li può avvicinare alla calma,
alla riflessione, al piacere del “prendersi del tempo” per se
stessi, senza frenesia, competizione, ansia. I bambini che crescono
nello yoga si sviluppano sani e forti nel corpo e nello spirito, e
quindi avranno maggiori probabilità di diventare degli adulti
equilibrati.
Lo yoga ci rende più puri,
innocenti. I bambini conoscono tutto ciò già, naturalmente. Sono
loro a doverci insegnare tantissimo! E noi adulti “yogi”,
insegnando e condividendo lo yoga con i piccoli della nostra specie,
possiamo dare un bel contributo alla crescita dei futuri adulti di
domani, che avranno in mano le sorti di questo mondo. In mondo, si
spera, migliore di quello attuale.
3)
In cosa, a tuo parere, lo Yoga potrebbe rappresentare un
miglioramento nella vita delle persone?
La gioia di essere vivi e
sani è impagabile. Con lo yoga riscopriamo la
bellezza e la gioia
di un corpo sano e completo. “Essere
sensibili è essere vivi”,
scriveva Vanda
Scaravelli,
straordinaria maestra yoga, amica cara di J.
Krishnamurti
e autrice dello splendido libro Awakening
the Spine.
Le persone scoprono, solitamente, di stare meglio fin dalle prime
lezioni, in cui iniziano a fin da subito alcuni miglioramenti. Le
persone particolarmente sensibili, poi, sono in grado di percepire i
benefici e il potere guaritore e trasformatore dello yoga fin dalla
prima lezione. Qualche anno fa, ad esempio, una signora, nel corso di
una mia lezione e in seguito al rilassamento finale, mi raccontò in
seguito di aver smesso di prendere farmaci ansiolitici – dopo dieci
anni di assunzione – soltanto dopo il primo rilassamento guidato in
yoga nidra.
Questa è stata per me è una grande gioia e un grande dono. Non c’è
niente di più bello che vedere le altre persone felici, guarite,
nuovamente presenti a se stesse.
Lo yoga non impone
cambiamenti: muove verso maggiore consapevolezza.
Attraverso lo yoga, come anche altri cammini “olistici”, sono
spesso le persone stesse ad accorgersi di quel che non va nelle
proprie vite, come può essere ad esempio un’abitudine dannosa, una
relazione poco sana, un lavoro che non sentiamo più “nostro”. E
questi sono solo gli esempi più ovvi ed immediati. Sta a loro poi
decidere se e come operare quei cambiamenti nelle proprie vite che
possano condurli verso una vita più piena e sentita.
Ognuno deve trovare le
proprie modalità, poiché non ci sono regole auree, assolute. C’è
però l’imbarazzo della scelta nell’ambito di una disciplina che
è fondata su una filosofia antichissima e su un corpus di scritture
filosofiche che investe la totalità della nostra vita. Lo yoga
difatti è una disciplina completa in quanto ha valenze salutistiche,
filosofiche, spirituali, etiche. Pensiamo al principio dell’ahimsa,
la nonviolenza. Che significa, oggi? Magari per alcuni sarà
l’adottare una dieta vegetariana, scelta non imposta ma spesso
naturale e felice in chi pratica da un po’ di tempo, in quanto
l’alimentazione nello yoga è parte del Prana – l’energia
vitale che rende possibile la Vita e che insieme al cibo, al sole,
all’acqua e all’aria che respiriamo determina la qualità della
nostra vita. Ma in senso più ampio, significa un nuovo approccio
alla vita in cui siamo collaborativi, amorevoli, non competitivi né
prepotenti. C’è grande bisogno di ahimsa
oggi. E, ancora, pensiamo a satya,
la sincerità. Non sarebbe il mondo migliore se non fossimo tutti più
sinceri? Ma una sincerità, per l’appunto, non violenta. “La
nonviolenza richiede il maggiore coraggio”,
ha detto Gandhi.
Non è stupendo pensare ad una sincerità che sia nonviolenta e
insieme ad una nonviolenza che sia sincera e diretta?
Ci sono tanti cambiamenti
che avvengono grazie allo yoga: se il corpo diventa più ricettivo,
flessibile e insieme forte è perché nella mente avvengono man degli
importanti cambiamenti che ci portano ad essere meno rigidi, meno
inflessibili, categorici, ma che promuovono invece apertura, messa in
discussione di noi stessi, ascolto di quel che siamo e di quel che è
l’Altro. Con lo yoga andiamo ad accedere al nostro potenziale
interiore,
che è davvero immenso e risvegliare aree sopite del nostro cervello.
E questo, in una società in parte edulcorata, addomesticata,
falsificata, come quella attuale ha un grandissimo valore. E questo
potenziale, usato bene, per fini nobili e per il bene dell’umanità,
non solo il nostro!
Ognuno poi avrà massima
libertà di scelta. Siamo noi a scegliere se vogliamo essere felici o
meno. E spesso siamo infelici perché siamo egoisti e concentrati
solo su noi stessi. Lo yoga ci dice invece “fa del tuo meglio,
fa il tuo dovere, ma senza aspettarti una ricompensa”. E,
proprio per questo, quando agiamo in modo autentico e pulito,
costruiamo un mondo migliore. E grandi doni arrivano. Magari diversi
da come ce li aspettavamo. Ma arrivano. Se abbiamo seminato bene.
4) Vivi e insegni ai Castelli Romani. Cosa ti ha spinto a venire a vivere nel nostro bellissimo territorio? Organizzi anche giornate Yoga a contatto con la natura... Come ti è venuta l'idea?
Amando la natura, tre anni
fa mi sono trasferita dalla Capitale al verde dei Castelli, una zona
ricchissima quanto a valore paesaggistico, storico, artistico e
culturale. Questa zona è tra l’altro nel mio dna, in quanto mio
padre e altri antenati erano dei Castelli.
Da quando mi sono trasferita
qui, ho avviato, oltre ai corsi e seminari vari, delle
lezioni all’aperto, inaugurando così l’ingresso dello yoga nel
Parco dei Castelli Romani. Da qualche mese ho messo insieme il mio
amore per lo yoga con quello per la natura attraverso l’ideazione e
la conduzione di percorsi di Yogatrek nelle aree protette, nei
parchi della nostra provincia, come anche del resto dell’Italia.
Sempre da una mia idea, introdurremo presto lo yoga nei Parchi di
Roma.
Non c’è cornice migliore
delle bellezze naturali nella pratica dello yoga. E’ meraviglioso
essere circondati dal sole, dal vento, dai suoni e dai profumi della
natura, sentire l’erba e la terra sotto i nostri piedi mentre
pratichiamo. E’ un ritorno a casa. Sento che c’è grande bisogno
nelle persone di tutto ciò, di unire la riscoperta della natura alla
pratica dello yoga.
Natura e yoga: un connubio
perfetto.
5)
Benissimo! Sembra davvero un'esperienze entusiasmante e rigenerante... Quali sono allora i prossimi appuntamenti?
Dal
12 al 14 Luglio, in tre serate, organizzo Yoga
al tramonto.
Nella magnifica cornice del Tuscolo
e in collaborazione con Camminomediterraneo,
ci riuniremo per fare esperienza di armonia, pace e pratica yoga.
Per
avere informazioni più approfondite sull'evento, e per prenotarvi (la prenotazione è necessaria),
ecco il link facebook.
@ Carla Righetti, per Dita di Inchiostro.
Tutte le immagini sono gentile cortesia di @ Chiara D'Ottavi.
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