Poster dell'edizione italiana del film. |
“Queste
donne allevano un bambino bianco che dopo vent'anni diventa il loro
datore di lavoro. E' paradossale, perché noi vogliamo bene a loro e
loro a noi... e noi non gli permettiamo neanche più di usare il
nostro bagno dentro casa.”
Skeeter
Dopo
gli orrori di Biancaneve e il Cacciatore,
cerchiamo di risollevare le sorti della sezione Film con
la recensione di una delle pellicole più belle del 2011: The
Help.
Basato
sul libro L'aiuto di
Kathryn Stockett, The
Help
è ambientato in America, nel Mississipi
del
1964. E' un anno importante per il paese, non è ancora trascorso
nemmeno un decennio da quando Rosa
Parks rifiutò
di cedere il proprio posto a sedere ad un bianco, i movimenti per i
diritti civili a favore degli afroamericani spaccano in due
l'opinione pubblica e Martin
Luther King ha
appena pronunciato il suo discorso più famoso, I
have a dream. «[...]
io
ho sempre davanti a me un sogno. E’ un sogno profondamente radicato
nel sogno americano, che un giorno questa nazione si leverà in piedi
e vivrà fino in fondo il senso delle sue convinzioni: noi riteniamo
ovvia questa verità, che tutti gli uomini sono creati uguali.
[…] Io
ho davanti a me un sogno, che i miei quattro figli piccoli vivranno
un giorno in una nazione nella quale non saranno giudicati per il
colore della loro pelle, ma per le qualità del loro carattere. Ho
davanti a me un sogno, oggi!»
E' l'epoca degli hippy, della guerra in Vietnam, dei movimenti
studenteschi; un'era di cambiamento.
Si ragazze, la donna davanti a voi lavora ed è fiera di farlo. No, non è una malattia. E recuperate quelle mascelle! |
Tuttavia
nulla di tutto questo sembra arrivare nella rarefatta atmosfera di
Jackson, dove la giovane Eugenia
Phelan soprannominata Skeeter ritorna dopo la laurea. A Jackson le signore indossano ancora vestiti colorati, sognano il matrimonio, i figli, la casa con giardino e
usano gli studi universitari per “acchiappare marito”. Skeeter
invece è diversa; lei ha studiato perché le piaceva farlo e sogna
di diventare un giorno scrittrice. Ma a Jackson riesce solo ad
ottenere la gestione di una rubrica di economica domestica, materia
di cui lei non sa nulla. E in più come ciliegina sulla torta, la
notizia scontenta la madre malata di cancro, che teme di morire
lasciando sua figlia nubile (e zitella). Non riesce neanche ad
ottenere l'approvazione sincera delle amiche di vecchia data,
Elizabeth Leefolt e
Hilly Holbrook,
entrambe ormai sposate e con figli. Skeeter comunque ottiene da Elizabeth il permesso di farsi aiutare nei suoi articoli
da Aibileen Clark,
la sua domestica di colore.
"Nessuno mi aveva mai chiesto cosa provavo ad essere me stessa. Quando ho detto la verità mi sono sentita libera." |
La
realtà sociale di Jackson e praticamente di tutto il Sud America è
rimasta immutata sin dai tempi dello schiavismo. Ogni casa di
“bianchi perbene” ha una o più domestiche di colore che si
occupano delle pulizie e dei bambini mentre le signore affrontano
vari impegni sociali. Le donne di servizio vengono sì pagate, spesso
meno del minimo sindacale, ma l'atteggiamento dei bianchi nei loro
confronti riflette un senso di superiorità e ostracismo sociale. Una
domestica non può rispondere alle scortesie della propria padrona,
perdere il lavoro può voler dire non essere più in grado di
trovarne un altro. Crescono i bambini dei padroni al loro posto, li
amano con affetto sincero, ma una volta cresciuti questi diventano
uguali ai loro genitori. Puliscono, cucinano, allevano bambini, ma
non possono neanche usare lo stesso bagno dei signori bianchi, perché
accusate di portare
malattie dannose per i bianchi.
La
vicenda dei bagni separati promossa dalla sua amica Hilly risveglia
la coscienza di Skeeter. Per la prima volta si rende conto, con
sconcerto e dolore, dell'atteggiamento razzista delle sue più care
amiche verso le loro cameriere, e persino all'interno della sua
famiglia da parte di sua madre. Inseguendo il suo sogno Skeeter fa
una proposta ad Aibileen: scrivere un libro di interviste alle
cameriere di colore e sulle loro esperienze al servizio dei bianchi.
"Non era questo lo scopo del libro? Far capire alle donne: 'Siamo semplicemente delle persone, e non sono molte le cose che ci separano. Molte meno di quanto si pensi." (cit. dal libro L'Aiuto) |
A
loro si unirà Minny
Jackson,
cameriera amica di Aibileen ed ex dipendente di Hilly. Licenziata da
quest'ultima per aver osato usufruire del bagno dei bianchi, Milly
vive un periodo difficile perché a causa delle maldicenze della
vecchia padrona non riesce a trovare lavoro. Minacciata da un marito
violento e con uno stuolo di figli da mantenere è costretta a
cercare lavoro presso Celia
Foote,
una ricca signora bianca ostracizzata dalle vicine per i suoi modi
rozzi. Minny, energica ed impetuosa, stringerà suo malgrado un saldo
rapporto di amicizia con la pazzerella ma fondamentalmente sola
Celia, e le due si supporteranno a vicenda.
The
Help
non racconta solo una storia di razzismo, ma anche d'amore. Amore
delle cameriere verso i bambini bianchi che allevano, e di questi
ultimi verso di loro. “Come
ci si sente a crescere un bambino bianco mentre del tuo a casa se ne
occupa qualcun altro?” è
la prima domanda che Skeeter pone ad Aibileen. E “Tu
sei la mia vera mamma, Aibileen”
è quello che le dice la bambina che alleva praticamente al posto
della madre.
E'
una storia di profondo affetto: le cameriere sono più di semplici
inservienti, sono madri, amiche, talvolta consigliere. I padroni
bianchi si affezionano a loro, e spesso una cameriera lavora presso
una famiglia per tutta la vita. Ma allo stesso tempo il bianco (e talvolta la stessa persona di colore) non
riesce ad oltrepassare le (inesistenti) “barriere” della razza,
rimanendo intrappolato dentro i suoi stessi pregiudizi.
"Devi stare attenta Skeeter. Forse tu non lo sai, ma ci sono dei veri razzisti in questa città!" Ma dai? |
Una persona di colore non può sentirsi al sicuro se osa protestare
contro questo stato di cose. Il Ku
Klux Klan
brucia case, mette in atto vere e proprie esecuzioni a sangue freddo;
vicino alle casette ordinate e pulite dei bianchi gli altri, gli
“invisibili” della società vivono in un clima di costante
terrore.
Il
libro, nato inizialmente come raccolta di testimonianze ed
esperienze, diventa presto un grido di dolore e di affetto da parte
delle donne, spesso ostracizzate non solo dal colore della
pelle ma anche dal loro sesso: una minoranza nella minoranza. Ad
agghiaccianti testimonianze di ostracismo sociale e violenze si
mescolano affettuosi ricordi e ringraziamenti verso padroni gentili,
a riprova che la bontà e l'onestà non dipendono dal colore della
pelle. Molto più signorile nei modi e nel pensiero si dimostra la
cameriera Aibileen rispetto alla ricca e rozza padrona bianca Hilly,
prigioniera del suo stesso distorto modo di vedere la realtà.
Le
protagoniste di The
Help
sono tutte donne, sia i personaggi positivi che quelli negativi. E'
un atto di autoaffermazione di una parte della società per troppo
tempo rimasta silente e sottomessa, incarnato nella figura di Skeeter
che, unica fra le sue amiche, trova realizzazione nel lavoro e non
nel matrimonio.
"Il coraggio a volte salta una generazione. Grazie di averlo riportato in questa famiglia." (La madre a Skeeter) |
Un meraviglioso film dalle tematiche sempre attuali, da non perdere assolutamente!
@ Daniela Guadagni, Dita di Inchiostro.
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bellissima recensione che mi ha messo l'urgenza di vedere il film, necessito di guardarlo subiterrimo! °O°
RispondiEliminail razzismo è ahimè una cosa che ci colpisce ancora da vicino tutt'oggi,che sia per le persone di colore, per gli omosessuali o per le donne, per le minoranze in generale, e penso che film come questo facciano più che bene in un mondo di film spazzatura, sensibilizzare ma sopratutto mettere davanti le persone dei fatti che spesso fanno finta di non vedere nella speranza che aprano gli occhi e capiscano che siamo semplicemente tutti "persone", ne più ne meno.
Comunque non conoscevo questo film quindi ti ringrazio per averlo recensito e corro a vederlo! ^__^
Quando una persona, leggendo le mie recensioni, dice che non vede l'ora di vedere il film-anime/leggere il libro-manga in questione mi batto una mano sulla spalla e dico "Missione compiuta! XD"
EliminaCondivido con te, oggi il razzismo è un problema tanto quanto ieri. Può essere cambiata la forma, ma la sostanza è la stessa. Non è più il razzismo ostracizzante e liberamente espresso come prima (almeno nei paesi occidentali), ma non è morto, si è solo mimetizzato. Come si vede in The Help, spesso molte persone non pensano a se stesse come razziste. La "cattiva" del film, Hilly (quella che vuole i bagni separati) non si rende conto di essere una razzista; è sinceramente convinta di essere nel giusto. Arriva addirittura ad avvisare Skeeter di non leggere certe pubblicazioni, perché se qualcuno dei "veri razzisti" che girano nella loro città la vedesse potrebbe passare dei guai. E questo tipo di atteggiamento, proprio perché in parte inconsapevole, è molto più pericoloso e dannoso di qualsiasi legge o razzismo esplicito. Perché fa passare il razzismo come qualcosa di logico, naturale, sottinteso; ed è anche molto più difficile da combattere e sradicare.
Quando vedi il film fammi sapere se ti è piaciuto! x3
Io l'ho già visto e mi è piaciuto veramente molto.
RispondiEliminaCitiamo continuamente "tu sei bella, tu sei brava, tu sei importante"
Volevo inserirlo nella recensione, ma poi sarebbe diventata un papiro xD
EliminaCredo sia una frase e un concetto bellissimo. Troppo spesso i genitori mettono al mondo i figli per dire "ecco, l'ho fatto anch'io! ora sono integrato nella società" (questo specialmente in passato) invece che per amore. E troppo spesso pensano che basti riempirgli la pancia, cambiare un pannolino e comprargli un giocattolo sia tutto quello che serve per essere un genitore, e così facendo tralasciano la cosa più importante. Ma sai quanti adulti depressi, problematici o disturbati avremmo in meno se qualcuno si fosse preso il disturbo di dirgli "tu sei bella, tu sei brava, tu sei importante"? XD
Già me la vedo, povera Mae Mobley (la bimba del film), con una madre del genere crescerà con duemila complessi, carenza di affetto e si farà pure problemi perché non è bella o magra come lei -.-
Sono capitata sul tuo blog per caso e spulciando qua e là ho notato che abbiamo molti gusti in comune, perciò eccomi qui a commmentare.
RispondiEliminaQuesto film non lo conoscevo e leggendo la tua recensione, ne sono rimasta favorevolmente colpita...mi ispira davvero moltissimo! Visto che le vacanze sono vicine, cercherò di recuperarlo.
Lit
Ciao Lithtys!!! Grazie del tuo commento ;* In realtà a gestire il blog siamo in due, però l'altra ragazza (Carla Righetti) ha gusti simili ai miei quindi formiamo una squadra affiatata XD (Lei è solo più seria. Io sono la cazzeggiatrice di professione :'D)
EliminaSono felicissima che ti sia piaciuta la mia recensione! The Help è un bellissimo film che MERITA e DEVE essere conosciuto ;)