domenica 29 luglio 2012

La libertà di volare: l'ennesimo capolavoro di Miyazaki!



Chi conosce questo logo
si inchina ogni volta che lo vede
augurando lunga vita a
Hayao Miyazaki e al suo team.
Aggiungiamo subito una nuova perla per la nostra sezione sui Film di animazione.

È domenica, vogliamo rilassarci, vedere qualcosa di scoppiettante ma dolce da avere le carie ai denti.
Fa caldo, pensiamo al mare ma siamo in casa, fuori fa caldo, vorremmo vedere il mare e sentire il vento tra i capelli, vivere i brividi dell'avventura...
Cosa meglio di un film divertente, emozionante, pieno di azione, libertà e amore?
Un film dall'animazione delizioso, che tiene incollati allo schermo e che sa stupire con un finale che non dicendo niente di particolare dice tutto?
Certo, stiamo parlando di un'opera dello Studio Ghibli.

Avete pensato a Principessa Mononoke, La città incantata e Il castello errante di Howl, vero?
Non si tratta di una di queste opere, no.
Un piccolo indizio?
Mare.
Cielo.
Adriatico.
Non ci arrivate ancora?
Ma allora bisogna proprio rimediare... Guardate qua a destra e preparate i motori!
È uscito in Giappone nel 1992 e, nonostante sia ambientato in Italia, da noi è arrivato (solo) a fine 2010 (sigh!)...



... Siamo nell' "epoca degli idrovolanti", il nostro eroe si chiama Marco Pagot ed è un maiale antropomorfo.







Un film pieno di scene divertenti.
Hayao Miyazaki sceglie le atmosfere della prima guerra mondiale e dei primi tempi del Fascismo, omaggia l'Italia facendone scenario di una storia d'amore d'altri tempi, non rinuncia affatto al proprio timbro e ci presenta una pellicola dal nome strano: stiamo parlando di Porco Rosso (titolo italiano anche nella versione originale). Per chi non conosce lo Studio Ghibli, può sembrare un titolo davvero strano! Ma non diciamo anche noi sei un maiale? ;)

In effetti, non si sa quale maledizione abbia colpito Marco, trasformandolo in un maiale, nè le motivazioni che l'hanno scatenata. Conosciuto per mare col suo soprannome, Porco, è anche chiamato Asso dell'Adriatico per via delle sue imprese in monoplano, sia durante la prima guerra mondiale (in un flashback lo si vede combattere contro i velivoli austro-ungarici) sia nel periodo successivo.
La vita è dura.
Anche quando non lo sembra.
Lo incontriamo mentre prende il sole in una piccola baia del mare Adriatico, leggendo una rivista (datata 1929), in un momento di pace e tranquillità che viene rotto dalla radio: gli viene commissionato il salvataggio di una scolaresca di bambine, rapite da una 'spietatissima' (:D) ciurma di pirati chiamata Mamma aiuto
Porco si alza in volo sul suo idrovolante rosso fiammante, si lancia all'inseguimento dei burberi e simpatici lestofanti, riesce a scendere a patti con loro, salvando le ragazzine e recuperando parte della refurtiva dei pirati. 
Dopo il bagnetto si asciugano sempre
i panni al sole. Dice la mamma.
Il ritmo d'azione è vivace tanto quanto lo sono le bambine, le quali, tutt'altro che terrorizzate, non perdono occasione per disturbare i pirati in volo con i loro giochi, e tuffarsi in acqua per una bella nuotata attorno all'idrovolante di Porco.
Ma Porco rosso non ci mostra solo mare, spiagge, isolotti e adrenalina tra le nuvole. Veniamo trasportati nell'atmosfera magica dell' Hotel Adriatico, che non ha niente da invidiare, per incanto, agli scenari de La città incantata! In una ambientazione totalmente realistica, Miyazaki riesce ad aprire le finestre su quella dimensione in grado di fermare il respiro allo spettatore, immergendolo in un altro mondo, ben diverso dalla scaramucce giornaliere tra aviatori. L'hotel viene infatti gestito da una amica d'infanzia e giovinezza di Marco: un'oasi neutra, dove Pirati dell'Aria e cacciatori di taglie come Porco possono bere e rilassarsi senza doversi guardare le spalle dai nemici.

La donna si chiama Gina, e per tenere a bada tutti gli uomini che passano per i suoi locali, inutile dirlo, è una donna di polso. E suprema eleganza. È lei ad ammutolire tutti (tranne i giornalisti, che vengono però prontamente azzittiti), cantando in francese e intrattenendo di tavolo in tavolo i suoi clienti. Viene rispettata sia dalle bande criminali che infestano i mari e i cieli, che dalla società per bene, costituendo un vero e proprio ponte tra il mondo della legalità, dell'ufficialità, e quello dei traffici illeciti.

Porco Rosso e Donald Curtis.
La pace però è momentanea, e le scorribande di Marco, che intralcia continuamente il lavoro dei Pirati, portano questi ultimi a rivolgersi a un aviatore americano venuto in Europa a cercare fama e rogna, specialmente nell'Adriatico, particolarmente famoso per i suoi piloti. Donald Curtis non vuole perdere tempo: sposerà Gina (di cui si infatua all'istante), e tornato in America, grazia alla fama conquistata in volo, diventerà un famoso attore di Hollywood! Riesce a sorprendere Porco in un momento di difficoltà con il motore, lo sfida su due piedi e lo costringe a battersi, avendo facilmente la meglio. Marco riesce a scappare, porta il suo aereoplano ormai inutilizzabile a Milano, affidandolo alle cure del signor Piccolo, da anni impiegato nella realizzazione e riparazione di idrovolanti. (Nella bottega di Piccolo è affisso uno stemma che richiama quello dell'Alfa Romeo, che nella sua storia ha costruito motori anche per gli aereoplani).
Ma i tre figli di Piccolo sono tutti emigrati in America, così la progettazione viene affidata alla giovanissima nipote, Fio, ragazzina determinata, sicura di sè ed estremamente versata in progettazione e costruzione. Poichè gli uomini sono tutti impegnati con i lavori pesanti o sono via, alla costruzione vera e propria partecipano le donne della città. Le perplessità iniziali di Marco, che gli avevano fatto rinunciare alla prospettiva di affidare a Piccolo le riparazioni e miglioramenti al motore, si dissipano di fronte al lavoro duro e serrato di Fio e delle donne. L'aereoplano viene riparato ma non c'è tempo per le prove: la polizia fascista circonda l'officina, Fio costringe Porco a portarla con sè, per dover mettere appunto eventuali inadempienze del motore nuovo, e i due prendono il volo alla volta dell'Adriatico.
Donald Curtis continua a corteggiare Gina, senza alcun esito positivo.
Porco rosso torna, la sfida tra i due è inevitabile e per l'occasione il boss dei Mamma Aiuto sovrintenderà la sfida ufficiale tra i due famosi aviatori. Con tanto di scommesse, folla e curiosità da parte di un pubblico di mare...

Porco rosso è un film che parla di libertà. Il volo è l'espressione di un modo di vivere. Persino i Pirati di Mamma Aiuto, che non sono ovviamente dei santi, hanno una loro etica, a cui si appella Fio nel momento in cui, tornati in Adriatico, i pirati cercano immediata soddisfazione, con l'intenzione di distruggere l'aereo di Porco e di uccidere il maiale (e farci tante cotolette...). Se persino i Pirati considerano la libertà e il rispetto di certe regole dei vincoli indissolubili, più forti persino di una vendetta facile, tanto più gli aviatori come Marco sono portati a sentirsi, anzitutto, uomini liberi.

E qui tocchiamo uno dei punti più dolorosi della storia personale di Marco, perchè lui è l'ultimo di un gruppo di amici, tutti morti durante gli scontri aerei. Dopo aver assistito alla morte dei propri amici, cosa può restare a un uomo che continua a volare? L'unico legame vero è con Gina, che ha pagato un prezzo ancora più alto: ha sposato tre aviatori e tutti e tre sono morti.
Marco non capisce che Gina è innamorata di lui, e non sa che la donna ha fatto una scommessa con se stessa: aspettarlo tutti i giorni nel suo giardino privato. Se lui verrà, alla luce del giorno (e non di sera come cliente dell'hotel), lei lo amerà. Gina non gli nasconde totalmente quello che prova per lui, ma Marco ha bisogno dei segnali al neon... La donna non esita a rimproverarlo nel momento in cui Marco accetta la sfida di Curtis, rinfacciandogli che gli uomini sono egoisti: loro volano, e le donne restano a terra, nei casi più fortunati, ad attendere un ritorno. Gina è una donna, che ha già sofferto, ma che non esita a venire in aiuto a Marco e preservarlo dai pericoli che corre.
Marco, da parte sue, ingaggia uno scontro senza quartiere con Curtis, in cui però, stranamente, tutte le armi da fuoco si inceppano. Non resta che venire alle mani, i due scendono in acqua e cominciano un puro confronto maschile, una scazzottata in cui Curtis, rimproverando Marco della sua stupidità, gli svela la promessa che Gina ha fatto a se stessa...

Unica foto rimasta di Marco prima della maledizione:
in gruppo, tutti insieme! Conservata da Gina.
Curtis ha il suo compito, e non è un personaggio totalmente negativo: senza il confronto con lui, Porco non sarebbe mai riuscito a capire i sentimenti di Gina (infatti, quando capisce, resta come un salame a prendere il prossimo cazzotto....). Non c'è netta distinzione tra buoni e cattivi, come in tutti i film di Miyazaki. Ci sono sfumature, destini. Curtis, da bravo americano (la frecciata di Miyazaki non è casuale), non riesce a comprendere il comportamento di Gina, che non vuole sposarlo nonostante lui sia destinato a fare soldi e avere una gran fama. Non comprende l'amore tra due persone, nè riesce a capire il codice di condotta degli aviatori dell'Adriatico. È pronto a sposare la prima bella donna che gli dica di sì, e a passare il resto della propria vita tra gli allori.
Marco e Gina da ragazzi.
Il contrasto con la vita che ha avuto il gruppo di amici, di cui sono superstiti Gina e Marco, non potrebbe essere maggiore... Gina ride della proposta di Donald Curtis, ma trova che l'uomo sia divertente, e gli confida la scommessa che ha fatto con se stessa. Forse, sperando che quello strambo rivale di Marco possa in qualche modo renderlo consapevole... Tra Gina e Marco c'è una distanza particolare: molto intimi, perchè si conoscono sin da giovanissimi, al tempo stesso hanno visto e vissuto così tanto che da soli non riescono a vedere, in modo obiettivo, quello che ancora è possibile. Bellissime sono le immagini di Marco che prende il volo con una Gina a bordo, le gonne della ragazzina che si sollevano e il rossore del ragazzo: ci fa pensare immediatamente a tutti quegli amori puri e assoluti che Miyazaki sa proporci in modo così esemplare (ne paravamo anche qui, nella recensione a No 6...).

Fio, cacciavite in mano
e già pronta per prendere il volo!
Nonostante il film sia focalizzato su un mondo prettamente maschile, i momenti in cui intervengono le donne sono estremamente positivi. Gina è una figura femminile indimenticabile, che sa dare sempre il proprio tocco, con compostezza e dolcezza. La giovanissima Fio riesce a migliorare l'aereo di Marco, dimostrando che nè la giovane età nè il suo essere donna sono un ostacolo al poter fare grandi cose: è una bambina, per molti aspetti, e non comprende la situzione imbarazzante in cui si mette, fuggendo con un pericoloso criminale avversato dal regime fascista (anche se ha pronta la giustificazione: sono stata rapita). Le donne che aiutano Fio nelle riparazioni hanno tutte le età: dalle più giovani alle anziane, si coordinano e organizzano il lavoro, predispongono dai pasti all'intaglio del legno e alle saldature. Le donne lavorano, si danno da fare, dicono quello che pensano, amano.
E sono loro le vere eroine del mare, la parte complementare che dà un senso a tutto il volare e il combattere degli aviatori.

La figura del maiale piace particolarmente a Miyazaki, che ne ha fatto uno dei simboli dello Studio Ghibli. Di certo, il riferimento è anche alla lussuria e ai vizi degli uomini, che secondo il buddhismo sono incarnati in particolare da questo animale. Il rosso fa immediato riferimento a due cose: il Barone Rosso (l'eroe delle 80 vittorie in volo, idolo tedesco della Prima Guerra mondiale, Manfred von Richtofen) e la ribellione al Fascismo. Marco non può essere detto 'comunista' perché niente nella sua caratterizzazione riprende quel tipo di ideologia, però è fortemente legato a tutto quello che lo rende incompatibile con il Regime: lui è libero e vuole mantenere la sua libertà, anche a costo di venire ricercato. A Milano, in un cinema, un suo ex compagno di volo, Ferrarin (omaggio ad Arturo Ferrarin, primo pilota a coprire Roma-Tokyo, nel 1920), lo avvisa che il Regime lo tiene d'occhio e sta per serrare la sua presa: lo invita a unirsi a lui, che è diventato ufficiale fascista.
Il tempo degli aviatori liberi è finito, ecco come la pensa Ferrarin, ma Marco gli ribatte che è "meglio essere un maiale che essere fascista". La stessa canzone cantata da Gina è Le temps des Cerises, legata ai fatti sanguinosi della Comune di Parigi (la cui bandiera era rossa): dunque, a modo di Gina, un'espressione di libertà e indipendenza, ed espressione malinconica della loro sconfitta.


Come si può non amare questo Film?
Grazie Maestro Miyazaki! Grazie Studio Ghibli!

La musica bellissima che sentite di sottofondo è la versione piano di Two of Us, di Joe Hisaishi, che ha curato le bellissime musiche del film.



19 commenti:

  1. Anche io l'ho adorato.. è un'opera matura e molto profonda! :)

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    1. Sì! Io adoro il modo in cui è reso il rapporto Marco-Gina, con quei detto e non detto.... E' così romantico.... <3

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  2. L'unico film , purtroppo, che ho visto di Miyazaki è La città incantata ... sento che mi sono persa qualcosa di unicamente magico T.T

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    1. Non è mai troppo tardi per recuperare!!*_* Personalmente consiglio Il castello errante di Howl e La Principessa Mononoke (li recensiremo presto entrambi)... per iniziare! ;D E poi tutti gli altri!

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    2. Panssj ha ragione: mai troppo tardi, assolutamente! Noi siamo qui apposta per suggerire.. *o*

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    3. Diffondere l'amore per Miyazaki? Una missione di vita!!**

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    4. Devo trovare i link per il download , e pensare che quando non mi prendevano sul digitale tutti i canali hanno dato tutti i film di Miyazaki su rai gulp T.T

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    5. ...se non sbaglio anche la serie tv "Conan il ragazzo del futuro" è opera di Miyazaki...consigliatissima anche quella ;)

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    6. 26 episodi di amore Miyazakiano, esatto ^^

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  3. E' uno dei miei preferiti!
    Per anni l'ho guardato in giapponese con i sottotitoli in italiano.
    Tanto che oramai preferisco quella versione a quella doppiata in italiano :-)

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    1. Di fronte al doppiaggio giapponese, non c'è neanche possibilità di un confronto. :) Condivido appieno la visione in giapponese e i sottotitoli ita o eng, basta che ci sia audio giappo.
      Quali sono gli altri preferiti? *_*

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    2. Oh, di Myiazachi adoro tutto in verità, ma avendolo conosciuto con Nausicaa della valle del vento, ho un debole per quel film. Poi anche Laputa, Porco Rosso, Mononoke, Il castello errante. Un capolavoro dietro l'altro. Anche nei lavori minori ci sono scene strepitose; ho in mente adesso Kiki ... Insomma, un vero godimento per gli occhi :-)

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    3. Per gli occhi e per il cuore. Sto cercando di guardare Una tomba per le lucciole ma non ce la faccio. Devo prendere il coraggio a 4 mani e andare oltre la prima mezz'ora perché è straziante ma bellissimo... T.T

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    4. Temo che non diventi meno straziante dopo la prima mezz'ora, anzi ... Però vale la pena. Per attenuare la malinconia che ci si porta dentro dopo averlo visto, ti consiglio Paprika, di Satoshi Kon. Lo conosci? Mi fa letteralmente impazzire. Ti avverto che devi vederlo più di una volta per capirci qualcosa :-) Ciao

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    5. Infatti, visto come inizia il finale me lo immagino, può solo peggiorare... Devo farmi forza.
      Grazie per il consiglio, lo metto subito in lista per rimediare all'inevitabile valle di lacrime che seguirà a Una tomba per le lucciole. Grazie anche per il commento! Fa sempre piacere ritrovarsi tra fan(atiche) <3 :)

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    6. Paprika richiede un minimo di 3 visioni prima di avere l'illuminazione XDXD Ma è bellissimo. Satoshi Kon, come ci manchi! Perché ci hai lasciati soli in questo mondo pieno di cose brutte e di bassi qualità... ç_ç
      Una tomba per le lucciole l'ho visto. Dopo non ho pianto per tre mesi perché avevo esaurito le riserve... straziante, ma bellissimo. Sopratutto perché è una storia vera.

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  4. Mi ricordo la prima visione a un circolo Arci che dava una rassegna su Miyazaki nel 2006: Princess Mononoke, Il Castello Errante diHowl e a chiudere Porco Rosso, in giapponese coi sottotitoli... bellissimo e poetico

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    1. Praticamente tre picconate nel cuore: sei uscito di lì sbrodolando amore... <3

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  5. Ottimo film di animazione, che sa catturare sia gli appassionati di aviazione che i semplici cuori romantici.

    Aggiungo la mia chiave di lettura sul dialogo con Ferrarin. Egli, da amico, avvisa Marco dei pericoli che corre e gli offre una via d'uscita. Marco, che già ha conosciuto gli orrori della guerra e comprende che una dittatura militare potrà portarne un'altra, decide di non mettersi ancora una divisa addosso. In questo, la frase 'meglio porco che fascista' non va intesa in senso strettamente letterale. Prevarrà l'amicizia fra i due, quando Ferrarin aiuterà Marco ad eludere la caccia della Regia Aeronautica.

    Del resto, il fatto che 'il tempo degli aviatori liberi è finito' non è distante dalla realtà: c'è una bella differenza tra il volo negli anni 20-30 e quello dei giorni nostri. Il mondo degli 'aviatori liberi' è ora in pratica solo quello del volo sportivo, negli spazi ad esso concessi.

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