domenica 22 luglio 2012

The Help, donne che lottano per la propria dignità.


Poster dell'edizione italiana del film.

Queste donne allevano un bambino bianco che dopo vent'anni diventa il loro datore di lavoro. E' paradossale, perché noi vogliamo bene a loro e loro a noi... e noi non gli permettiamo neanche più di usare il nostro bagno dentro casa.”

Skeeter


Dopo gli orrori di Biancaneve e il Cacciatore, cerchiamo di risollevare le sorti della sezione Film con la recensione di una delle pellicole più belle del 2011: The Help.

Basato sul libro L'aiuto di Kathryn Stockett, The Help è ambientato in America, nel Mississipi del 1964. E' un anno importante per il paese, non è ancora trascorso nemmeno un decennio da quando Rosa Parks rifiutò di cedere il proprio posto a sedere ad un bianco, i movimenti per i diritti civili a favore degli afroamericani spaccano in due l'opinione pubblica e Martin Luther King ha appena pronunciato il suo discorso più famoso, I have a dream. «[...] io ho sempre davanti a me un sogno. E’ un sogno profondamente radicato nel sogno americano, che un giorno questa nazione si leverà in piedi e vivrà fino in fondo il senso delle sue convinzioni: noi riteniamo ovvia questa verità, che tutti gli uomini sono creati uguali. […] Io ho davanti a me un sogno, che i miei quattro figli piccoli vivranno un giorno in una nazione nella quale non saranno giudicati per il colore della loro pelle, ma per le qualità del loro carattere. Ho davanti a me un sogno, oggi!» E' l'epoca degli hippy, della guerra in Vietnam, dei movimenti studenteschi; un'era di cambiamento.

Si ragazze, la donna davanti a voi lavora
ed è fiera di farlo. No, non è una malattia. 
E recuperate quelle mascelle!
Tuttavia nulla di tutto questo sembra arrivare nella rarefatta atmosfera di Jackson, dove la giovane Eugenia Phelan soprannominata Skeeter ritorna dopo la laurea. A Jackson le signore indossano ancora vestiti colorati, sognano il matrimonio, i figli, la casa con giardino e usano gli studi universitari per “acchiappare marito”. Skeeter invece è diversa; lei ha studiato perché le piaceva farlo e sogna di diventare un giorno scrittrice. Ma a Jackson riesce solo ad ottenere la gestione di una rubrica di economica domestica, materia di cui lei non sa nulla. E in più come ciliegina sulla torta, la notizia scontenta la madre malata di cancro, che teme di morire lasciando sua figlia nubile (e zitella). Non riesce neanche ad ottenere l'approvazione sincera delle amiche di vecchia data, Elizabeth Leefolt e Hilly Holbrook, entrambe ormai sposate e con figli. Skeeter comunque ottiene da Elizabeth il permesso di farsi aiutare nei suoi articoli da Aibileen Clark, la sua domestica di colore.


"Nessuno mi aveva mai chiesto cosa provavo ad essere me
stessa. Quando ho detto la verità mi sono sentita libera.
"
La realtà sociale di Jackson e praticamente di tutto il Sud America è rimasta immutata sin dai tempi dello schiavismo. Ogni casa di “bianchi perbene” ha una o più domestiche di colore che si occupano delle pulizie e dei bambini mentre le signore affrontano vari impegni sociali. Le donne di servizio vengono sì pagate, spesso meno del minimo sindacale, ma l'atteggiamento dei bianchi nei loro confronti riflette un senso di superiorità e ostracismo sociale. Una domestica non può rispondere alle scortesie della propria padrona, perdere il lavoro può voler dire non essere più in grado di trovarne un altro. Crescono i bambini dei padroni al loro posto, li amano con affetto sincero, ma una volta cresciuti questi diventano uguali ai loro genitori. Puliscono, cucinano, allevano bambini, ma non possono neanche usare lo stesso bagno dei signori bianchi, perché accusate di portare malattie dannose per i bianchi.

La vicenda dei bagni separati promossa dalla sua amica Hilly risveglia la coscienza di Skeeter. Per la prima volta si rende conto, con sconcerto e dolore, dell'atteggiamento razzista delle sue più care amiche verso le loro cameriere, e persino all'interno della sua famiglia da parte di sua madre. Inseguendo il suo sogno Skeeter fa una proposta ad Aibileen: scrivere un libro di interviste alle cameriere di colore e sulle loro esperienze al servizio dei bianchi.

"Non era questo lo scopo del libro? Far capire alle donne: 'Siamo 
semplicemente delle persone, e non sono molte le cose che ci separano.
Molte meno di quanto si pensi." (cit. dal libro L'Aiuto)
A loro si unirà Minny Jackson, cameriera amica di Aibileen ed ex dipendente di Hilly. Licenziata da quest'ultima per aver osato usufruire del bagno dei bianchi, Milly vive un periodo difficile perché a causa delle maldicenze della vecchia padrona non riesce a trovare lavoro. Minacciata da un marito violento e con uno stuolo di figli da mantenere è costretta a cercare lavoro presso Celia Foote, una ricca signora bianca ostracizzata dalle vicine per i suoi modi rozzi. Minny, energica ed impetuosa, stringerà suo malgrado un saldo rapporto di amicizia con la pazzerella ma fondamentalmente sola Celia, e le due si supporteranno a vicenda.

The Help non racconta solo una storia di razzismo, ma anche d'amore. Amore delle cameriere verso i bambini bianchi che allevano, e di questi ultimi verso di loro. “Come ci si sente a crescere un bambino bianco mentre del tuo a casa se ne occupa qualcun altro?” è la prima domanda che Skeeter pone ad Aibileen. E “Tu sei la mia vera mamma, Aibileen” è quello che le dice la bambina che alleva praticamente al posto della madre.
E' una storia di profondo affetto: le cameriere sono più di semplici inservienti, sono madri, amiche, talvolta consigliere. I padroni bianchi si affezionano a loro, e spesso una cameriera lavora presso una famiglia per tutta la vita. Ma allo stesso tempo il bianco (e talvolta la stessa persona di colore) non riesce ad oltrepassare le (inesistenti) “barriere” della razza, rimanendo intrappolato dentro i suoi stessi pregiudizi.

"Devi stare attenta Skeeter. Forse tu non lo sai, ma ci sono
dei veri razzisti in questa città!
" Ma dai?
Una persona di colore non può sentirsi al sicuro se osa protestare contro questo stato di cose. Il Ku Klux Klan brucia case, mette in atto vere e proprie esecuzioni a sangue freddo; vicino alle casette ordinate e pulite dei bianchi gli altri, gli “invisibili” della società vivono in un clima di costante terrore.

Il libro, nato inizialmente come raccolta di testimonianze ed esperienze, diventa presto un grido di dolore e di affetto da parte delle donne, spesso ostracizzate non solo dal colore della pelle ma anche dal loro sesso: una minoranza nella minoranza. Ad agghiaccianti testimonianze di ostracismo sociale e violenze si mescolano affettuosi ricordi e ringraziamenti verso padroni gentili, a riprova che la bontà e l'onestà non dipendono dal colore della pelle. Molto più signorile nei modi e nel pensiero si dimostra la cameriera Aibileen rispetto alla ricca e rozza padrona bianca Hilly, prigioniera del suo stesso distorto modo di vedere la realtà.

Le protagoniste di The Help sono tutte donne, sia i personaggi positivi che quelli negativi. E' un atto di autoaffermazione di una parte della società per troppo tempo rimasta silente e sottomessa, incarnato nella figura di Skeeter che, unica fra le sue amiche, trova realizzazione nel lavoro e non nel matrimonio.

"Il coraggio a volte salta una generazione. Grazie di averlo riportato
in questa famiglia.
" (La madre a Skeeter)


Un meraviglioso film dalle tematiche sempre attuali, da non perdere assolutamente! 


                                                 
@ Daniela Guadagni, Dita di Inchiostro.

6 commenti:

  1. bellissima recensione che mi ha messo l'urgenza di vedere il film, necessito di guardarlo subiterrimo! °O°
    il razzismo è ahimè una cosa che ci colpisce ancora da vicino tutt'oggi,che sia per le persone di colore, per gli omosessuali o per le donne, per le minoranze in generale, e penso che film come questo facciano più che bene in un mondo di film spazzatura, sensibilizzare ma sopratutto mettere davanti le persone dei fatti che spesso fanno finta di non vedere nella speranza che aprano gli occhi e capiscano che siamo semplicemente tutti "persone", ne più ne meno.
    Comunque non conoscevo questo film quindi ti ringrazio per averlo recensito e corro a vederlo! ^__^

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    Risposte
    1. Quando una persona, leggendo le mie recensioni, dice che non vede l'ora di vedere il film-anime/leggere il libro-manga in questione mi batto una mano sulla spalla e dico "Missione compiuta! XD"
      Condivido con te, oggi il razzismo è un problema tanto quanto ieri. Può essere cambiata la forma, ma la sostanza è la stessa. Non è più il razzismo ostracizzante e liberamente espresso come prima (almeno nei paesi occidentali), ma non è morto, si è solo mimetizzato. Come si vede in The Help, spesso molte persone non pensano a se stesse come razziste. La "cattiva" del film, Hilly (quella che vuole i bagni separati) non si rende conto di essere una razzista; è sinceramente convinta di essere nel giusto. Arriva addirittura ad avvisare Skeeter di non leggere certe pubblicazioni, perché se qualcuno dei "veri razzisti" che girano nella loro città la vedesse potrebbe passare dei guai. E questo tipo di atteggiamento, proprio perché in parte inconsapevole, è molto più pericoloso e dannoso di qualsiasi legge o razzismo esplicito. Perché fa passare il razzismo come qualcosa di logico, naturale, sottinteso; ed è anche molto più difficile da combattere e sradicare.
      Quando vedi il film fammi sapere se ti è piaciuto! x3

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  2. Io l'ho già visto e mi è piaciuto veramente molto.
    Citiamo continuamente "tu sei bella, tu sei brava, tu sei importante"

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    1. Volevo inserirlo nella recensione, ma poi sarebbe diventata un papiro xD
      Credo sia una frase e un concetto bellissimo. Troppo spesso i genitori mettono al mondo i figli per dire "ecco, l'ho fatto anch'io! ora sono integrato nella società" (questo specialmente in passato) invece che per amore. E troppo spesso pensano che basti riempirgli la pancia, cambiare un pannolino e comprargli un giocattolo sia tutto quello che serve per essere un genitore, e così facendo tralasciano la cosa più importante. Ma sai quanti adulti depressi, problematici o disturbati avremmo in meno se qualcuno si fosse preso il disturbo di dirgli "tu sei bella, tu sei brava, tu sei importante"? XD
      Già me la vedo, povera Mae Mobley (la bimba del film), con una madre del genere crescerà con duemila complessi, carenza di affetto e si farà pure problemi perché non è bella o magra come lei -.-

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  3. Sono capitata sul tuo blog per caso e spulciando qua e là ho notato che abbiamo molti gusti in comune, perciò eccomi qui a commmentare.
    Questo film non lo conoscevo e leggendo la tua recensione, ne sono rimasta favorevolmente colpita...mi ispira davvero moltissimo! Visto che le vacanze sono vicine, cercherò di recuperarlo.
    Lit

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    1. Ciao Lithtys!!! Grazie del tuo commento ;* In realtà a gestire il blog siamo in due, però l'altra ragazza (Carla Righetti) ha gusti simili ai miei quindi formiamo una squadra affiatata XD (Lei è solo più seria. Io sono la cazzeggiatrice di professione :'D)
      Sono felicissima che ti sia piaciuta la mia recensione! The Help è un bellissimo film che MERITA e DEVE essere conosciuto ;)

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