Mentre gironzolo tra gli scaffali di narrativa, prendo in mano un romanzo di cui non ricordo neanche il titolo.
Vedo inclinarsi un piccolissimo libricino, alto neanche una decina di centimetri.
Lo prendo in mano.
"Racconto sul niente", di Jonathan Littell. Nel retrocopertina un passaggio: "Mi piaceva anche uscire così, con quella biancheria di pizzo sotto i vestiti: mi dava una sensazione strana, leggera e ondeggiante, come se entrambi i sessi passeggiassero insieme nel mio corpo per la città". Dopo la stupenda SS omosessuale de "Le benevole", io questo scritto dovevo leggerlo, mica avevo scelta!
Inoltre, costa solo 3 euro, edizione Nottetempo, per la collana I sassi, della quale avevo già preso i "Trentatré nomi di Dio" di Marguerite Yourcenar.
Sono libelli, più che libri.
Sassolini che si incastrano nei circuiti neurali e sono assai difficili da tirare fuori.
L'ho letto tutto d'un fiato. Volti, composti di gesti e respiro più che di visione, senza un nome specifico, narrazione in prima persona, flusso interiore e specchio vero di un'intimità fluida, viva, che sogna e che spera, che si abbandona al mondo e apre in esso mille mondi, sfaccettature così singolari che, al di là di quest'unica frase, non posso dirvi altro.
Leggetelo. Costa davvero poco e si legge, si rilegge con vero piacere.
Violenza, sogno e sessualità di un protagonista che si mescola al mondo e di cui non sappiamo molto oltre al modo in cui si concede a noi. Un racconto che, più che un inizio e una fine intessuto in filo d'inchiostro, è una parentesi aperta su un cuore pulsante e caldo... <3 (adorabile, adorabile).
"Di questo dovrei scrivere, e di nient'altro, non della gente né di me, non dell'assenza né della presenza, non della vita né della morte, né delle cose viste e sentite, né dell'amore, né del tempo".
Titolo: Racconto sul niente.
Autore: Jonathan Littell.
Editore: Nottetempo.
Prezzo: 3 euro.
Pagine: 43.
@ Carla Righetti per Dita d'Inchiostro
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