Di
nuovo una recensione non programmata (mea culpa!), e su di un manga
che a dirla tutta ho esitato a lungo prima di comprare (mea culpa 2!)
pur avendo visto e apprezzato ai suoi tempi la serie televisiva.
Giant
Killing ha anche l'onore di
essere il primo seinen
(per chi non lo sapesse, con questo termine si indicano quelle opere
indirizzate ad un pubblico “maturo”, con temi più adulti e
complessi rispetto agli shonen) ad essere recensito qui su Dita
D'Inchiostro.
La
trama.
Dopo un glorioso passato, la squadra di calcio dell'Etu
(East Tokyo United) è ormai allo sbando. A causa di una serie di
allenatori incompetenti, l'Etu non riesce a vincere più nessuna
partita, e molti giocatori abbandonano la squadra. Gli stessi tifosi,
tranne uno zoccolo duro di appassionati, hanno perso le speranze e
così gli sponsor. Goto,
il dirigente della squadra, accompagnato da Yuri,
la giovane addetta alle pubbliche relazioni, intraprende un viaggio
in Inghilterra allo scopo di ritrovare Tatsumi,
l'ex asso dell'Etu e suo amico di gioventù.
Tatsumi ormai si è ritirato dalle competizioni, e ha intrapreso la carriera di allenatore. Il suo sogno è quello di realizzare il miracolo calcistico per eccellenza, ovvero il Giant Killing: quando una squadra debole e senza speranze batte una squadra forte.
Tatsumi ormai si è ritirato dalle competizioni, e ha intrapreso la carriera di allenatore. Il suo sogno è quello di realizzare il miracolo calcistico per eccellenza, ovvero il Giant Killing: quando una squadra debole e senza speranze batte una squadra forte.
Il
sogno del Giant Killing è ciò che spinse Tatsumi ad abbandonare
l'Etu all'apice della sua gloria. Ma sarà anche ciò che lo spingerà
a tornare alla squadra della sua giovinezza e nella sua amata città
natale, mai davvero dimenticata.
Il
suo ritorno non sarà però ben accolto da tutti. Sebbene Tatsumi
venga ricordato da alcuni come un eroe, il simbolo di un'epoca
diversa e migliore, molti diffidano di lui in quanto “traditore”
della squadra. Il suo detrattore più critico è Murakoshi, il capitano
dell'Etu,
che entrò nella squadra proprio grazie alla sua ammirazione per Tatsumi.
Murakoshi è stato l'unico a non perdersi mai d'animo, e a sostenere
l'Etu nei suoi momenti più critici, diventando il pilastro stesso
del club. Nonostante i suoi numerosi sforzi, il capitano non è
riuscito ad arginare il progressivo disgregamento dell'Etu, ma non ha
mai smesso di sperare di riuscire a riportare la squadra agli antichi
fasti.
Per
questo Murakoshi non è affatto entusiasta quando la prima azione di
Tatsumi come coach è quella di escluderlo dai titolari, preferendogli
il giovane ma inesperto Tsubaki...
Una
visione atipica del calcio.
Non mancano innumerevole opere sul calcio, sport amatissimo in
Giappone e stra-conosciuto a livello mondiale. Dunque perché leggere
e acquistare proprio Giant Killing?
Innanzitutto,
perché non è il tipico manga sportivo “fondiamo
un club e andiamo al torneo nazionale lolz!”.
L'Etu
è una squadra di professionisti, e quindi i suoi membri sono tutti calciatori che
giocano per
mestiere, percepiscono
uno stipendio e hanno una carriera a cui pensare. Ciò influenza
profondamente il loro atteggiamento, specialmente nei confronti di
una squadra che non riesce a portare a casa risultati, e quindi
limita le loro possibilità di procacciarsi contratti più
vantaggiosi.
Insolito
è anche il fatto che il protagonista della storia, Tatsumi,
sia un allenatore e non un calciatore. Di solito gli allenatori sono
figure importanti, ma secondarie rispetto agli atleti, eroi in campo
e nella storia. Giant
Killing
invece mostra come funziona il mondo dietro
le quinte,
e le scelte talvolta dolorose ma necessarie che un allenatore deve
fare per portare la squadra al successo. Un allenatore deve quindi
essere sopratutto coraggioso,
ma anche dotato di spirito critico e capacità di osservazione
per tirare fuori il meglio dai suoi atleti. E non dimentichiamo le
ore passate a studiare le tattiche degli avversari e ad elaborarne di
proprie per contrastrarli!
Sebbene
per certe sue scelte tattiche Tatsumi possa passare per cinico, in
realtà assieme a Murakoshi è uno dei personaggi più idealisti e
sognatori. Interessante è anche la dinamica che si instaura fra i
due: dopo lo scontro ideologico iniziale, Murakoshi inizia a
conoscere e capire le motivazioni si Tatsumi, arrivando a fidarsi di
lui più di chiunque altro.
Ben
descritto è anche l'ambiente
che
circonda l'Etu, a partire dagli uffici amministrativi e dirigenziali.
Una squadra professionista non è composta unicamente da undici
giocatori e un allenatore, ma è costruita e supportata dal lavoro di
un team di persone che investono tempo, soldi e speranze per la buona
riuscita di una partita. Una squadra ha bisogno di una dirigenza che
decida l'acquisto o la vendita dei giocatori, di un ufficio di
pubbliche relazioni che mantenga i rapporti con l'esterno, di sponsor
che la sostengano economicamente e molto altro ancora.
Il
tutto senza dimenticare il ruolo che l'Etu svolge nel tessuto
cittadino:
la squadra di calcio, oltre ad essere il fulcro di tifosi e
appassionati, è ben inserita nella comunità di cui è orgoglio e
parte integrante. I bambini che frequentano la sezione junior
dell'Etu saranno i giocatori di domani, e i loro padri (negozianti,
impiegati ecc., insomma la classe lavorativa) sono cresciuti e
invecchiati amando la squadra.
In
Giant Killing il calcio viene rappresentato nella sua essenza più
sociale, senza però tralasciare il lato strategico e il realismo. In
quest'opera molto legata alla realtà, non vi sono infatti mosse
impossibili o campi di calcio infiniti, ma persino la proporzione
stessa dei corpi è rispettata (i giocatori hanno gambe muscolose e
fisici snelli o massicci, ma non sono mai troppo minuti o fuori
scala).
Lo
stile.
Tasto per me dolente, forse l'unico, è lo stile di disegno.
Chiariamo, negli ultimi capitoli usciti è molto migliorato rispetto
ai volumi iniziali, tuttavia non ho potuto fare a meno di storcere il
viso davanti ad alcuni dettagli grafici (quei nasi, mio Dio...)
Quello di Giant Killing è uno stile cinetico
(così come viene giustamente fatto notare nell'introduzione
all'edizione italiana): le tavole hanno un buon impatto, e le pagine
scorrono via senza molta fatica. L'illustratore si destreggia bene
fra scene drammatiche e quelle più leggere, essenziali sopratutto
nel caso di Tatsumi (che sarà pure un genio tattico ma diciamocelo,
cazzone lo è...).
L'edizione
italiana a
cura di Planet Manga è soddisfacente. A fronte di un prezzo
contenuto
(per i tempi di oggi sicuramente, ma io rabbrividisco comunque) di
4,50 €, i volumetti sono sprovvisti di sovracopertina e tavole a
colori. Tuttavia la traduzione non sembra presentare – per ora –
strafalcioni evidenti, e la qualità della carta è innegabilmente
alta, senza trasparenze o inchiostro che rimane sulle dita. Anche la
rilegatura è soddisfacente, le pagine non rimangono in mano senza
motivo e sembra in grado di reggere una lettura 'turbolenta'. I
singoli volumi sono inoltre molto grandi, particolare essenziale dato
il ritmo con cui si bruciano le pagine!
Se
siete alla ricerca di uno spokon diverso dai soliti, o vi piace il
gioco del calcio, o anche solo se ammirate i protagonisti enigmatici
e cazzoni, Giant Killing è sicuramente quel che fa per voi!
Titolo:
Giant Killing
Mangaka:
Masaya Tsunamoto e Tsujimoto
Genere:
Seinen, Sport, Commedia
Volumi:
25 (in corso)
Pubblicato
in Italia?:
Si, da Planet Manga.
@
Daniela Guadagni, Dita
D'Inchiostro.
Tweet
Una volta escludevo dalle mie preferenze in automatico i manga sportivi ma, dopo aver letto titoli come Eyeshied 21, Rookies e Happy, ho riabilitato il genere spokon. Purtroppo il tema del calcio non mi attira per nulla, forse perchè troppo osannato in Italia, e non credo proprio che mi lancerò in questa serie (anche se la recensione tenta abbastanza). Al massimo credo che potrei dare una possibilità all'anime (anche se l'idea del calcio mi stronca proprio le iniziative) XD
RispondiEliminaLol, posso capirti, l'attenzione estrema per il calcio che c'è in Italia talvolta scoraggia anche i fan... -.-
EliminaL'anime è molto caruccio. Tieni presente però che a livello di chara design non eccelle, un pò perché il tratto originale non è questo granché (specie nei primi volumi), e poi perché di suo è molto difficile da animare.
Giant Killing comunque è un manga 'diverso': parla del calcio ma non solo. Ho trovato molto interessante sfruttare il punto di vista di un ed giocatore ora divenuto allenatore, ti cambia un pò la prospettiva :D Ed è bella anche la raffigurazione che si fa di tutto quello che stà dietro o intorno ad una partita di calcio (impiegati, giornalisti, tifosi ecc.). Insomma se ti capita qualche momento libero dagli una chance ;)