Persepolis
è stata la prima graphic novel
che io abbia mai letto, quando ancora non sapevo esistesse un termine
per definire il genere e classificavo tutto sotto la categoria
“fumetti non giapponesi”. All'inizio fui attratta dallo splendido
trailer del film
d'animazione (riportato qua sotto), un minuto e mezzo in cui c'era di
tutto, morte, rivoluzione, guerra, dolore, ma anche tanta simpatia e
gioia di vivere.
Amai
il film, che resta tutt'ora uno dei miei film d'animazione preferiti,
e da lì passai a leggere l'opera originale da cui era tratto,
curiosa di sapere se avrebbe conservato lo stesso impatto emotivo.
Per togliervi subito la curiosità (così passiamo alle cose
importanti), ebbene, la risposta è sì.
Nota:
Persepolis è pubblicato in Italia da Rizzoli
Lizard,
che ne ha curato svariate edizioni negli anni. Dall'ultima settimana,
grazie ad una collaborazione con il Corriere
della Sera,
è possibile trovare Persepolis in edicola come allegato del suddetto
giornale, a soli 7,90
€ (un prezzo molto economico per una graphic novel!). Persepolis è
stato scelto come primo titolo di una serie di uscite allegate al
corriere della sera, tutte riguardanti graphic novel recenti che
trattano il tema della guerra.
Qui
la notizia in dettaglio con la lista dei titoli che usciranno nella
collana “Graphic
Journalism”.
La
trama.
Iran, 1978. Marjane
Satrapi,
unica figlia di una coppia benestante di liberi pensatori, assiste
alla caduta dello Scià
e all'inizio della Rivoluzione
Islamica,
che porterà grandi cambiamenti nel paese e nella sua vita. Marjane
ha otto anni, e stà giusto iniziando a prendere coscienza del mondo
che la circonda. E lo fa attraverso i suoi occhi di bambina.
A
scuola, la maestra insegna a Marjane che lo Scià ha ricevuto
l'incarico di governare da Dio in persona. Dopo la rivoluzione,
quella stessa maestra si scaglia contro lo Scià, definendolo nemico
degli iraniani, ed esalta il nuovo governo integralista che
“ripulirà” la nazione da tutte le influenze negative. Quando
Marjane prova a contestarle questa evidente contraddizione, la
maestra imbarazzata si arrabbia e minaccia di prendere seri
provvedimenti. Informato dell'episodio, il padre di Marjane si
complimenta con lei per aver avuto il coraggio di esprimere le
proprie idee. La madre invece, pur condividendo le idee liberali del
marito, si spaventa e rimprovera la bambina: non sa cosa capita
alle ragazze vergini che osano contestare apertamente il nuovo
regime? Non sa che vengono incarcerate e fatte sposare forzatamente
ad un figlio della rivoluzione che prima le stupra e poi le uccide,
poiché secondo l'Islam una vergine non può essere condannata a
morte?
Stretta
fra le braccia tremanti della madre in lacrime, Marjane capisce per
la prima volta la gravità di quello che stà avvenendo attorno a
lei. Non aveva mai preso sul serio il velo, e la guerra contro l'Iraq, la repressione e i morti per le strade erano una cosa triste ma lontana. Ma le lacrime
di sua madre, che lei ha sempre visto come una donna forte e sicura di sé, le fanno realizzare che non sempre la sua famiglia potrà
proteggerla, e che l'orrore, la tragedia, la censura della vita sono
lì a due passi da lei, pronti a colpirla come chiunque altro.
Ma
non è nel carattere di Marjane sottomettersi in silenzio; cresciuta
in un ambiente liberale, mal si adatta ad una realtà che la vorrebbe
obbediente e sottomessa. Consapevole di ciò, i suoi genitori
prendono con gran sofferenza l'unica decisione possibile: mandare
la figlia,
ormai quattordicenne, a
vivere e studiare da sola all'estero.
Ormai adolescente, Marjane si ritrova a dover badare a sé stessa lontana
da tutti i suoi cari, sola in un paese (l'Austria) di cui non capisce
la lingua o la cultura. Se in Iran era un'estranea per le sue idee
progressiste, ora è
un'estranea in un occidente che non la conosce e neanche desidera
farlo.
A nessuno, nell'Europa dai supermarket stracolmi di prodotti e dal
tiepido impegno politico, interessa dei milioni di morti dall'altra parte del mondo, o dell'integrazione di una ragazzina
culturalmente troppo distante da questa scintillante apparenza di
benessere. Marjane sperimenta così la condizione psicologica
dell'apolide:
rifiutata da tutti, lotta per costruirsi una propria identità e un
posto nel mondo.
Il
commento.
Persepolis è uno straordinario racconto sulla crescita
e la ricerca di sé stessi,
uno di quei gioielli che sbatteresti sul muso di tutti quelli che
ancora oggi sostengono che “il
fumetto non ha dignità letteraria.”
Tié!
Marjane
racconta la “rivoluzione”, gli orrori della guerra e la sua vita
da straniera nella nostra “perfetta e superiore” realtà
occidentale (dove
si stà meglio eh!)
con simpatia e allegria, ma senza tralasciare la cruda verità e gli
orrori a cui assiste, direttamente o come testimone della Storia
(quella con la S maiuscola, che nei nostri tg di solito passano in
servizi di trenta secondi dopo “come
migliorare la toilette del vostro amico a quattro zampe”).
E'
una lettura
che apre la mente,
una finestra su una realtà vicinissima a noi ma resa lontana dai
pregiudizi e dalla disinformazione. Basti vedere la meravigliosa
parte sull'infanzia,
che ti fa' capire che non importa la società, la cultura o la
religione a cui è soggetto, un
bambino è sempre un bambino.
Agli occhi di un bambino l'ipocrisia degli adulti, che si
ammantano di dogmi religiosi o fedi politiche piegate in nome
dell'interesse, appare come ciò che davvero è: orribile,
spaventosa e, sopratutto, ridicola.
Un
plauso va' all'autrice, che ha avuto il (raro) coraggio di raccontare
sé stessa e la sua famiglia con onestà, mettendo i suoi sentimenti
e le sue esperienze sulla pubblica piazza. E di farlo raccontando con
semplicità e in modo diretto la
vita all'interno di un regime
e la
vita dove non c'è un regime, ma neanche una facile integrazione del
“diverso”.
Il
film d'animazione,
diretto e curato dalla stessa Satrapi, è un buon modo per
avvicinarsi alla graphic novel. Il film “taglia” alcune scene
(per ovvie ragioni di spazio), ma senza tradire lo spirito dell'opera
originale, e crea un buon ritmo narrativo esaltato in italiano grazie
allo splendido
doppiaggio
(bravissima Paola
Cortellesi,
che da' la “voce” a Marjane!). Un perfetto esempio (a cui sono
seguiti molti altri) di come anche in Europa si può fare della buona
animazione.
Dopo
Persepolis, personalmente consiglio la lettura di Taglia
& Cuci,
un breve fumetto della Satrapi su una “lunga chiacchierata” fra
donne arabe che mostra scorci interessanti sulla condizione femminile
in Medio Oriente (e, come Persepolis, non è quello che vi
aspettereste!).
Un
fumetto da comprare, leggere e amare.
Il
trailer:
Titolo:
Persepolis
Autori:
Marjane Satrapi
Genere:
Autobiografia
Volumi:
1/4 (completo)
Pubblicato
in Italia?:
Si, da Rizzoli Lizard.
@
Daniela Guadagni, Dita
D'Inchiostro.
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Ho visto il film d'animazione al cinema e mi piacque tantissimo. Davvero un gioiellino. Un racconto intenso e, anche se molto triste, mai patetico (ricorderò sempre la scena della nonna che spiega alla nipotina il segreto delle sue belle tette) ^^
RispondiEliminaLa graphic novel mi interesserebbe, dici che se la richiedo adesso in edicola me la trovano o che faccio meglio ad aspettare che compaia su e-bay?
L'iniziativa non è stata molto pubblicizzata, quindi se fai un giro in qualche edicola secondo me ancora la trovi :) Del resto è uscito solo la scorsa settimana!^^ Ah, si possono ordinare anche dallo store del corriere (non ho capito se subito o in futuro).
EliminaComunque io l'ho trovata su ebay a 2 € più spese di spedizione nella vecchia edizione dei Classici del fumetto di Repubblica, quindi fai tu xD